pc 1 dicembre - Legittima difesa per gli operai da Operai Contro
Legittima difesa per tutti, fuorché per gli operai, se muoiono sul lavoro non è un assassinio ma solo un incidente sul lavoro.
Questa è una società
maledetta, vive e vegeta sulla mistificazione. In parlamento, fra le
forze di governo si sta discutendo da mesi sul decreto sicurezza. Il
decreto è quasi pronto e verrà votato nei prossimi giorni. Affronta,
dicono, il problema della sicurezza dei cittadini di fronte ai piccoli
furti, alla intrusione di estranei nella proprietà privata, contro le
occupazioni, l’accattonaggio, per tener lontani i poveri, gli emigranti.
Mentre questi cialtroni si affrontano e confrontano sulla definizione
dei mezzi necessari per rassicurare i loro sostenitori, una parte di
cittadini, gli operai, vengono uccisi “incidentalmente” lavorando, quasi
quattro al giorno. Muoiono di giorno e di notte, nel fango, avvelenati
nelle cisterne, schiacciati da macchinari mentre lavorano sotto il
comando di un padrone, di un capetto, per ordine di un manager che sta a
letto al caldo. Una congrega sociale, questa, alle quali interessa che
il lavoro venga svolto nei tempi più brevi, con risparmio di mezzi e di
uomini, all’infuori e oltre le misure di sicurezza: è il prodotto del
lavoro di questi schiavi che porta il profitto e la sicurezza è un costo
da comprimere con ogni mezzo. Una cosa è lampante, il decreto sicurezza
non sfiorerà la sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli operai sono
cittadini che non sono degni di attenzione come operai. La loro
sicurezza si ferma al fatto che nessuno li disturbi chiedendo
l’elemosina, che non ci siano troppi immigrati in giro. Il fatto che
rischiano la pelle tutti i giorni per portare a casa la pagnotta non
rientra più nella categoria sicurezza ma in quella degli incidenti
inevitabili. Anche quando diventa una vera e propria strage, come si è
manifestata in questi anni, si sceglie la strada di fare di ogni caso di
omicidio sul lavoro un caso isolato che finisce nelle mani di un
magistrato, che indagherà a fondo, senza trovare mai il padrone come
primo responsabile. Di fronte a tanti assassini veri e propri chiunque
si sarebbe reso conto che la legislazione vigente sulla sicurezza sul
lavoro non vale niente, sono solo fogli di carta per scaricare da un
ufficio all’altro le responsabilità e lasciare sempre spazio agli illusi
che rivendicano l’applicazione della legge come la soluzione del
problema delle stragi operaie. Quanto diventa insopportabile l’ipocrisia
della campagna sulla sicurezza sociale che il signor Salvini e il suo
socio Di Maio mettono in atto mentre una parte di cittadini è costretta a
vendere le proprie braccia al padrone e non sa se tornerà a casa. Un
parlamento vigliacco che vota un decreto sicurezza nello stesso momento
che, per mancanza di sicurezza, i telegiornali danno l’ennesima notizia
di operai morti sul lavoro, a centinaia dall’inizio dell’anno.
Allora, come operai vogliamo per noi
una legge sulla legittima difesa, una legge che permetta di rifiutarci
di lavorare appena ci rendiamo conto della mancanza delle norme di
sicurezza, una legge che ci metta al riparo da qualunque ricatto o
ritorsione del padrone, anzi una legge che punisca immediatamente il
padrone che fa lavorare i suoi schiavi, in luoghi pericolosi e con mezzi
di produzione fuori norma. Rivendichiamo la legittima difesa, è così di
moda per gli sceriffi del governo che non deve far scandalo se la
chiediamo anche per noi e fino alle estreme conseguenze “se il padrone o
chi per esso ci spinge a lavorare in condizioni di pericolosità è
nostro diritto difenderci con ogni mezzo possibile”. È troppo? Ma se si
vuol introdurre per legge il diritto di sparare ad un ladro di polli che
si introduce in casa per rubare qualcosa, e giustificare il suo
eventuale assassinio come legittima difesa? Non eserciterebbero, allo
stesso modo, la legittima difesa anche gli operai reagendo alle
imposizioni del padrone che li spinge a morire in buche di fango, a
salire su piattaforme marce, a essere schiacciati da un treno in una
notte nebbiosa della Lombardia? Abbiamo fatto fino a qui
un’esercitazione di logica provocatoria ma non è campata per aria, ci è
chiaro che in questo sistema nessuna legge di difesa della pelle degli
operai sarà efficace, che nessun padrone finirà in galera vera per aver
mandato alla morte un suo operaio, che la sicurezza sociale di cui tanto
si parla riguarda la sicurezza dei borghesi grandi e piccoli, non certo
quella degli operai al lavoro. È altrettanto chiaro che una legittima
difesa contro i padroni e il loro sistema va messa in atto se vogliamo
mettere un freno a questa strage, un libro sulla rivolta dei neri negli
Stati uniti degli anni sessanta si concludeva con “la prossima volta il fuoco…”
E.A.
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