Nuove proteste in Valsusa, i "No Tav" lanciano petardi contro il cantiere
Sono tornati al cantiere anche questa notte i No Tav che da tre giorni sono impegnati con il campeggio di Venaus. Un gruppo di circa 150 persone ha camminato sui sentieri della Clarea diretta verso il cantiere, superando gli sbarramenti dei newjersey posizionati lungo la strada che porta verso il tunnel. I manifestanti - come era già successo nella serata di venerdì - hanno lanciato fuochi d'artificio e pietre. La polizia ha risposto con il lancio di lacrimogeni. Il gruppo di manifestanti era partito intorno alle 21. Ora la digos è al lavoro per identificare gli autori dell'ultimo episodio di protesta al cantiere, il secondo nel giro di due giorni.Il ritorno delle manifestazioni e dei lanci di fuochi e petardi contro le forze dell'ordine ha sollevato ieri le polemiche della politica torinese. Il deputato pd Davide Gariglio ha annunciato che martedì in commissione trasporti chiederà al ministro Toninelli di visitare cantiere della Val di Susa "per portare
la solidarietà agli uomini e alle donne che lavorano, operai e forze di polizia, costrette a subire questi attacchi - dice - Si può anche essere contrari all'opera ma di fronte a questi episodi non si può non condannare".
Oggi intanto l'attenzione dei partecipanti al campeggio si concentra altrove. Questa mattina è in programma una marcia tra Italia e Francia che partirà da Claviere per protestare contro le politiche non umanitarie nel mediterraneo. "Gli abitanti della Val di Susa si sono attivati da mesi per permettere alle persone che vogliono lasciare l’Italia di farlo senza rischiare la vita.
Al governo si parla ora di ingiusti accordi della gestione migratoria a livello dell’Unione europea, di cambiare gli accordi di Dublino sulla ripartizione dei richiedenti asilo. Le persone non sono che numeri in questo scontro". E concludono: "Non vogliamo che le montagne che tanto amiamo diventino un cimitero a cielo aperto".
Nessun commento:
Posta un commento