A due giorni dalle elezioni, già il primo scandalo in casa Musumeci, con l'arresto del neo-deputato De Luca. Finite le elezioni vediamo emergere subito la natura di chi andrà a governare, con firma Berlusconi. Ma come al solito non perdono tempo con i primi scandali.
Solo la rivoluzione proletaria può spazzare via la borghesia al potere con tutti i suoi rappresentanti, in questo caso il governo che sta per formarsi in Sicilia è dichiaratamente reazionario, con tutta l'opposizione. Ancora siamo solo all'inizio.
ONE SOLUTION, REVOLUTION
Riportiamo di seguito l'articolo di Repubblica
Messina, arrestato per evasione fiscale il neo-deputato regionale De Luca (Udc)
È stato appena eletto nello schieramento di centrodestra che sostiene
Musumeci. Già sotto processo, aveva annunciato l'intenzione di candidarsi a sindaco di Messina
di ALESSANDRA ZINITIAppena il tempo di chiudere le urne e un nuovo scossone politico giudiziario scuote Messina con l'arresto del primo deputato regionale appena eletto, che peraltro venerdi sera, nel comizio conclusivo della campagna elettorale in favore di Nello Musumeci, aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi a sindaco di Messina. La nuova Assemblea regionale dunque conta già il primo deputato arrestato. Era nelle file dei cosiddetti "impresentabili" del centrodestra.
Cateno De Luca, ex deputato regionale appena rieletto nelle file dell'Udc, dunque nello schieramento di centrodestra, con 5.418 voti, è finito agli arresti domiciliari per una brutta storia di evasione fiscale. In esecuzione di un provvedimento emesso dal gip di Messina, militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e della compagnia dei carabinieri di Messina sud lo hanno arrestato come promotore di un'associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di un'evasione fiscale da un milione e 750mila euro. Arresti domiciliari anche per Carmelo Satta. Il giudice ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente sia nei confronti dei due arrestati che della società Fenapi, attorno alla quale sarebbe stata imbastita la truffa.
Le indagini hanno individuato un intreccio societario che faceva capo alla Fenapi, riconducibile a De Luca e Satta, e alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori, utilizzato per un sistema di false fatture che avrebbe consentito l'evasione di imposte dirette e indirette. Secondo l'accusa, la Federazione nazionale piccoli imprenditori imputava costi inesistenti alla Fenapi, che poi le trasferiva l'imponibile utilizzando il regime fiscale di favore di cui gode. Indagate a piede libero altre otto persone.
Il leader di Sicilia Vera, questo il nome del suo schieramento, era già stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi, il paese del Messinese di cui era sindaco e dove le sue aziende edili si sono aggiudicate i lavori. La Procura ha chiesto la sua condanna a 5 anni e a 4 anni per suo fratello Tindaro. De Luca aveva proposto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Reggio Calabria, ma la sua istanza è stata respinta e il processo attende ora la sentenza a Messina nelle prossime settimane.
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