Trump preme, l’Unione Europea spenderà di più per le armi
"Dobbiamo fare di più e meglio, riguardo le spese militari”, dichiara Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri.
Julian E. Barnes – Laurence Norman, dal Wall Street Journal
Traduzione e cura di Francesco Spataro
Bruxelles
– I leaders europei hanno approvato i futuri programmi, finalizzati ad
aumentare le spese militari; questo, secondo fonti ufficiali, in
risposta seppur parziale, alle forti pressioni della subentrante
amministrazione Trump, che insiste, nel pretendere obblighi maggiori
nella difesa del continente europeo.
Ciononostante,
raggiungere nei dettagli, un accordo finale nei prossimi mesi, sembra
essere molto arduo: permangono, all’ interno del gruppo degli Stati
membri, divisioni su come dovrebbe, eventualmente, lavorare il nuovo
gruppo d’acquisto dei sistemi di difesa, su come dovrebbero essere
divisi i costi, e su chi avrebbe le competenze, per utilizzare i nuovi
sistemi difensivi.
Federica
Mogherini, Alto rappresentante degli affari esteri per l’Unione
Europea, ha dichiarato, in un’ intervista rilasciata al Wall Street
Journal che, “l’ Europa sa che deve fare di più e meglio”, rispetto la
spesa dedicata agli armamenti.
La
Mogherini afferma che, l’ impegno economico per i nuovi piani per la
difesa degli Stati membri, inclusa la creazione di un gruppo di nazioni
europee, con i requisiti per creare nuove risorse comuni di difesa,
dovrebbe essere il più ampio possibile, molto più di quello attuale.
Potrebbe rappresentare una svolta, che rafforzerebbe l’ idea di una
cooperazione militare transatlantica.
“Questa
potrebbe essere parte di una nuova strategia transnazionale con gli
USA, dal momento che, il Presidente Trump si dice, affermi che gli
Europei debbano responsabilizzarsi maggiormente quando si parla di
difesa in Europa,” ha dichiarato la Mogherini.
La
diplomazia, dal canto suo, afferma che le mosse della UE, non sono
destinate a competere con il ruolo della NATO nel difendere l’ Europa,
ma che, al contrario, entrambe le cose incoraggerebbero gli Stati membri
ad agire militarmente, anche da soli, senza l’ apporto degli USA,
permettendo così all’ Europa di spendere maggiormente in impianti
difensivi.
“Questo
tipo di cooperazione e l’incremento degli investimenti nei confronti
dell’ industria bellica, non è una contraddizione, né duplicherebbe le
attività della NATO; sarebbe un’ ottima cosa,” ha dichiarato giovedì
scorso il Presidente della Lituania, Dalia Grybauskaite.
Subito
dopo l’ incontro, anche il Presidente Francese Francois Hollande, ha
richiesto più fondi per la difesa. “Gli Europei devono raggiungere il 2%
del PIL,” afferma Hollande.
Federica
Mogherini, giovedì sera, dopo aver ottenuto l’ approvazione del
Consiglio di Europa, muoverà i primi passi verso il progetto per la
creazione di un nuovo tipo di “cooperazione strutturata permanente”, fra
i membri della UE, che le permetterà di mettere a punto ed acquistare
nuovi armamenti, come droni, aerei di ultima generazione, elicotteri e
cyber-dispositivi.
Nello
stesso momento in cui, alcuni diplomatici affermavano che solo una
manciata di stati membri avrebbero accettato di unirsi al gruppo di
cooperazione militare, conosciuto con l’acronimo “Pesco” la Mogherini dichiarava, di credere fermamente che, alla fine, gli stati membri ad accettare, sarebbero stati un gran numero.
Il
gruppo, o blocco di cooperazione, permetterebbe agli Stati membri di
acquistare un maggior numero di armamenti, riducendo così i costi, e di
conseguenza aiutando l’Europa ad aumentare e consolidare il suo potere
militare. Inoltre, le spese militari europee sono ben al di sotto di
quelle degli Stati Uniti, e molti analisti sono dell’ opinione che il
problema maggiore risieda nell’ inefficienza con cui sono fatti gli
acquisti: alcuni stati spesso finiscono per acquistare dei duplicati di
armamenti, a scapito della spesa.
“Vista
la situazione in cui versa la sicurezza in Europa, tutti gli Stati
membri sarebbero sicuramente interessati in un qualche tipo di “Pesco”
ha dichiarato la Mogherini. “Quello di cui abbiamo bisogno per l’
Europa, è un’ economia di scala,. Non c’è un singolo Stato membro
europeo che non trarrebbe beneficio da una cooperazione strutturata e
permanente con gli altri stati” aggiunge l’ ex-ministro.
L’
eventuale approvazione dei leaders europei, giovedì prossimo,
permetterebbe agli Stati membri di iniziare a pianificare come usare i
circa 1500 uomini dei vari gruppi tattici. Le divisioni politiche
all’interno del gruppo hanno finora impedito l’uso dei militari, ma con
la decisione della Gran Bretagna di lasciare la UE e le nuove mosse
difensive che devono essere approvate dai leaders europei, il percorso
potrebbe essere spianato.
La
Mogherini ha dichiarato inoltre che, se la UE non inizia ad usare i
propri contingenti, sarà sempre meno probabile che gli Stati membri
contribuiscano con ulteriori sforzi all’ impegno militare. Con il mondo
in crisi, la rappresentante dell’ UE è sicura che, il 2017, potrebbe
dare una grande opportunità all’ Unione Europea per schierare le proprie
forze militari.
“Non
sto dicendo che saremo costretti ad usare i contingenti, ma dovremo
schierarli, comunque vada. In questo periodo di crisi attuale, le
opportunità di usare forze di intervento rapido, non mancheranno. E sì,
non escludo che nel 2017, le potremmo anche utilizzare” chiosa l’ Alto
rappresentante.
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