Caso Sala, Maroni: "Beppe
sta sbagliando senza di lui a rischio tutti i patti per Milano"
Il
governatore: "Capisco il suo sconforto, io sono sotto processo ma ho
reagito. I dossier non possono essere affidati alla sua vice"
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18 dicembre
2016
"Sala
torni a lavorare, la sua è una scelta sbagliata". Roberto Maroni,
governatore della Lombardia, sotto processo con l'accusa di aver fatto
pressioni su Expo per favorire due sue
collaboratrici - critica
il sindaco di Milano che ha deciso di farsi da parte per qualche giorno dopo aver saputo di essere indagato per falso nell'inchiesta sul maxi appalto della piastra dell'Esposizione. "Il mio processo è in corso - spiega Maroni a Repubblica - ma ho reagito come si deve reagire sapendo di essere totalmente estranei a una vicenda che definisco surreale. Certo non fa piacere, dà fastidio - dice - ma io continuo a fare il mio lavoro per senso di responsabilità. Nemmeno la Lega ha fatto con Sala quello che alcuni esponenti della mia opposizione hanno fatto con me. La presunzione di innocenza è sancita dalla Costituzione. Non c’è motivo di sospendersi o di tenere una posizione del genere".
Anche Maroni dunque sposa la linea dettata dalla lettera dei 140 sindaci amministratori che hanno invitato Sala a tornare al più presto alle sue funzioni perché un avviso di garanzia non può bastare a indebolire e screditare un primo cittadino eletto. Posizione su cui si è attestato anche l'ex pm Gherardo Colombo, nominato proprio da Sala presidente del Comitato per la legalità del Comune di Milano. Il governatore però, al di là dell'aspetto giuridico, lancia l'allarme: "E' a rischio la strategia comune per l'attuazione dei patti sottoscritti dal governo", come "la fusione tra Trenord e Atm, quella tra la Sea e la Sacbo per la creazione di un sistema aeroportuale lombardo. Il gruppo di lavoro per definire l'assetto istituzionale delle province dopo il fallimento del referendum costituzionale". "Sala torni a lavorare - insiste - capisco il suo sconforto, ma non può delegare a qualcuno che ha nominato e non è stato eletto alla guida della città. Sono rimasto sorpreso dalla decisione, la giudico sbagliata".
"Capisco - afferma Maroni - le ragioni di sconforto e di amarezza quando ti arriva una notizia che non ti aspetti, però deve prevalere la responsabilità. Il sindaco è stato eletto dai cittadini. Per questo, mi auguro che entro l'inizio del nuovo anno Sala torni a svolgere le sue funzioni nell'interesse di Milano e della Lombardia". In ballo c'è anche il patto per la Lombardia firmato con Renzi, vicino anche oggi a Sala, il manager scelto dal Pd. "Quello non è a rischio - assicura Maroni - nel nuovo governo se ne occuperà il ministro De Vincenti. Piuttosto vedo delle incognite sul progetto per il post Expo: è venuta meno la spinta forte che c'era da parte di Matteo Renzi. Se si fermasse il progetto dello Human Technopole sarà difficile realizzare anche il Campus dell'università Statale".
Quanto al futuro del primo cittadino 'temporaneamente' assente, dopo il summit di ieri con i suoi legali, già domani potrebbe essere la giornata decisiva per capire se Sala tornerà a Palazzo Marino per andare avanti. I legali dell'ex Mr Expo inizieranno infatti a prendere contatti con la Procura per capire il quadro delle accuse.
il sindaco di Milano che ha deciso di farsi da parte per qualche giorno dopo aver saputo di essere indagato per falso nell'inchiesta sul maxi appalto della piastra dell'Esposizione. "Il mio processo è in corso - spiega Maroni a Repubblica - ma ho reagito come si deve reagire sapendo di essere totalmente estranei a una vicenda che definisco surreale. Certo non fa piacere, dà fastidio - dice - ma io continuo a fare il mio lavoro per senso di responsabilità. Nemmeno la Lega ha fatto con Sala quello che alcuni esponenti della mia opposizione hanno fatto con me. La presunzione di innocenza è sancita dalla Costituzione. Non c’è motivo di sospendersi o di tenere una posizione del genere".
Anche Maroni dunque sposa la linea dettata dalla lettera dei 140 sindaci amministratori che hanno invitato Sala a tornare al più presto alle sue funzioni perché un avviso di garanzia non può bastare a indebolire e screditare un primo cittadino eletto. Posizione su cui si è attestato anche l'ex pm Gherardo Colombo, nominato proprio da Sala presidente del Comitato per la legalità del Comune di Milano. Il governatore però, al di là dell'aspetto giuridico, lancia l'allarme: "E' a rischio la strategia comune per l'attuazione dei patti sottoscritti dal governo", come "la fusione tra Trenord e Atm, quella tra la Sea e la Sacbo per la creazione di un sistema aeroportuale lombardo. Il gruppo di lavoro per definire l'assetto istituzionale delle province dopo il fallimento del referendum costituzionale". "Sala torni a lavorare - insiste - capisco il suo sconforto, ma non può delegare a qualcuno che ha nominato e non è stato eletto alla guida della città. Sono rimasto sorpreso dalla decisione, la giudico sbagliata".
"Capisco - afferma Maroni - le ragioni di sconforto e di amarezza quando ti arriva una notizia che non ti aspetti, però deve prevalere la responsabilità. Il sindaco è stato eletto dai cittadini. Per questo, mi auguro che entro l'inizio del nuovo anno Sala torni a svolgere le sue funzioni nell'interesse di Milano e della Lombardia". In ballo c'è anche il patto per la Lombardia firmato con Renzi, vicino anche oggi a Sala, il manager scelto dal Pd. "Quello non è a rischio - assicura Maroni - nel nuovo governo se ne occuperà il ministro De Vincenti. Piuttosto vedo delle incognite sul progetto per il post Expo: è venuta meno la spinta forte che c'era da parte di Matteo Renzi. Se si fermasse il progetto dello Human Technopole sarà difficile realizzare anche il Campus dell'università Statale".
Quanto al futuro del primo cittadino 'temporaneamente' assente, dopo il summit di ieri con i suoi legali, già domani potrebbe essere la giornata decisiva per capire se Sala tornerà a Palazzo Marino per andare avanti. I legali dell'ex Mr Expo inizieranno infatti a prendere contatti con la Procura per capire il quadro delle accuse.
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