Cremona
21 dicembre 2016: altra tappa dei processi avviati in quella città
contro l’antifascismo
Oggi
si è conclusa in aula la fase “preliminare” relativa al processo
sullo scontro avvenuto il 18 gennaio 2015 con i fasci davanti al CSA
Dordoni. Sette furono i compagni arrestati quella sera, accusati di
“rissa aggravata”; fra loro Emilio, che per i colpi ricevuti
cadde in coma all’ospedale per oltre un mese. Emilio fu possibile
strapparlo dalle grinfie fasciste solo con il getto di un estintore
attivato da un compagno; il getto riuscì ad allontanare i fasci e
così permise di prendere e portare Emilio in ospedale. [Oggi non era
presente: chi l’ha visto di recente conferma che la sua salute è
relativamente buona; ha ripreso, con difficoltà, a lavorare.]
Uno
dei sette compagni ha scelto il “rito abbreviato” (e nella stessa
udienza è stato assolto), mentre tutti gli altri proseguono nel
“rito ordinario”, cioè, fra le altre, con possibilità di
sostenere anche in aula l’antifascismo, dunque, la giustezza di
cacciare i fascisti dalla città, con azioni come quella del 18
gennaio; con mobilitazioni determinate, consapevoli, come la presa
antifascista della città compiuta il 24 gennaio 2015 da migliaia di
giovani accorsi da ogni parte del paese. Lo striscione appeso oggi di
fronte al tribunale di Cremona (dove ci siamo incontrati in una
trentina): “L’ANTIFASCISMO
NON SI PROCESSA!”,
esprime il segno che assume il processo, la sua continuità con la
lotta antifascista.
Lo
stesso tribunale ha fissato
la data di inizio del processo vero e proprio, che è il
2
MAGGIO 2017
(a Cremona). Da oggi dobbiamo perciò impegnarci affinché anche quel
giorno rafforzi la solidarietà per dare continuità
all’antifascismo, alla lotta contro ogni sfruttamento, contro le
guerre razziste, saccheggiatrici: fasciste più che mai!
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