lunedì 19 dicembre 2016

pc 19 dicembre - FORMAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE - "LE CASALINGHE ELETTRONICHE DI SHANGHAI" - - LA RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA E LE DONNE - 2° PARTE

Continuiamo a pubblicare parti del libro di Maria Antonietta Maciocchi "Dalla Cina - dopo la rivoluzione culturale".
In queste importanti descrizioni, frutto del viaggio in Cina, degli incontri della Macciocchi con tantissime compagne, operaie cinesi, si mostra evidente come la questione della trasformazione della condizione delle donne - che valeva e vale in Cina ma vale ancora e sempre più oggi per tutto il mondo, compresi i paesi imperialisti come il nostro - non è solo un problema di cambiare aspetti della condizione di infinita oppressione precedente in condizioni nuove, ma, come spiega una donna cinese alla Maciocchi, un problema di potere: "la ferocia del passato derivava dal fatto che le donne non avevano il potere e tutta la felicità del presente deriva dal fatto che le donne possono avere il potere".
Ed è, appunto, la questione del potere delle donne nella società, della rivoluzione nella rivoluzione, che diventa il cuore della Rivoluzione culturale proletaria per una effettiva liberazione delle donne.


(Dal libro della Maciocchi) - Le donne sostengono la metà del cielo - ha detto Mao – Ma le donne devono conquistare la metà del cielo," ha aggiunto. “La rivoluzione culturale ha avuto anche in questo campo uno dei suoi fronti politici e ideologici proprio perché le donne non avevano ancora raggiunto la metà del cielo”.
Il ruolo assunto dalle donne in Cina con la rivoluzione non riguardava solo la Cina ma tutti i “nostri costumi occidentali”, un ruolo che “spazzava via come un ciclone, proveniente da diecimila chilometri di distanza, i vecchi miti di inferiorità...”.

Qual'era la condizione delle donne in Cina prima della rivoluzione?


Le donne erano “ingiuriate, disprezzate, i piedi martirizzati a simbolo della loro schiavitú domestica - secondo il messaggio immutabile di Confucio vecchio di 2500 anni: Restate dove siete e sottomettetevi ai decreti del cielo"...


In ogni villaggio cinese, per combinare un matrimonio, una famiglia rappresentava l'acquirente, l'altra l'offerente, e intermediario, tra l'una e l'altra, era la mezzana, che contrattava il prezzo da pagare per la sposa. La fanciulla non aveva il diritto di conoscere lo sposo fino al giorno della gran festa rossa, cioè quando gli veniva presentata, tutta vestita di rosso. A volte lo sposo era un fanciullo, a volte addirittura un bimbetto in fasce, a volte non era nemmeno nato: la famiglia acquistava una nuova serva, la giovane donna sfioriva aspettando che il marito si facesse adulto. «Maritata aspetta il marito," si diceva di lei. E se il marito moriva prima di diventare adulto, ella era ugualmente vedova, e come tale costretta alla fedeltà, pena la morte, per tutta la vita.


Al momento della liberazione, le case di tolleranza erano naturalmente state chiuse. Nella sola Pechino furono eliminate 237 e le prostitute vennero ospitate in un grande istituto dove furono curate, e dove venne insegnato loro a leggere e a scrivere, oltre che un mestiere.

In una commedia scritta dalle stesse prostitute, si si narrava come vivevano in una casa di prostituzione, come subivano lo sfruttamento dei padroni e degli sgherri del Kuomintang, e poi, ecco la nuova vita. Essere sane, libere, istruite, avere un'attività di cui non ci si deve piú vergognare... A Shanghai, dove vi erano 800 bordelli, tra grandi e piccoli, la grande massa delle donne soggette alla prostituzione fu immessa nel lavoro. Ovvero, venne distrutta la base prima della loro corruzione: la miseria, la fame, l'ignoranza.

Il vento della Rivoluzione culturale proletaria - "Le donne vogliono cominciare ad esistere. Le casalinghe elettroniche di Shanghai".


Dalla liberazione, le donne lavoratrici hanno attraversato parecchi momenti politici ed in particolare la prova della grande rivoluzione culturale; la loro mentalità ha conosciuto grandi cambiamenti e piú numerose si fanno le donne che svolgono la loro funzione nella costruzione del potere.

Alcune rimangono ancora in una situazione per cui escono da casa per coltivare la terra, tornano a
casa per far da mangiare e durante le riunioni stanno sedute negli angoli senza parlare. II Comitato di partito ha organizzato le donne in riunioni per ricordarsi del passato, dello sfruttamento atroce della vecchia società, e per rafforzare la concezione della dittatura del proletariato. Tutto questo ha sollevato sentimenti di classe in larghe masse femminili che hanno profondamente capito che la ferocia del passato deriva dal fatto che esse non avevano il potere e tutta la felicità del presente deriva dal fatto che esse possono avere il potere.

Il quartiere Ciapé di Shanghai era un quartiere di sottoproletari... era uno degli esempi piú impressionanti della degradazione umana.

Ora, proprio qui (c'è) una fabbrica di transistor messa in piedi dalle casalinghe del quartiere... L'età media delle donne – sono in tutto 350 - è di 38 anni, e la maggioranza di esse erano casalinghe analfabete. Fino al '68 hanno fatto casse da imballaggio, nel febbraio del '69, nel corso della rivoluzione culturale, avvenne la loro svolta. Le casalinghe, in collegamento con l'ufficio dell'industria di Shanghai, pensarono di poter produrre transistor d'alta qualità.
«Quando prendemmo la decisione di fare congegni elettronici, mandammo dieci compagne ad apprenderne la tecnica in una grande fabbrica. E lí esse si sono familiarizzate con i macchinari, i congegni di precisione. Ne abbiamo mandate altre due all'università; e queste subirono varie umiliazioni perché gli intellettuali revisionisti ironizzavano sulla loro età, e dicevano che avrebbero impiegato almeno quindici anni per imparare, che erano già vecchie, e che in questo modo si sarebbero solo buttati via un sacco di soldi. Questo disprezzo ci fece molto arrabbiare, e decidemmo di fare da sole...
Altre donne del quartiere, che prima lavoravano in casa, che facevano le scarpe, i vestiti o i giocattoli (tipiche attività delle casalinghe) cominciarono ad impiegarsi in fabbrica...
Il loro impegno oltre che ad essere produttivo, oltre che ad utilizzare una forza-lavoro che in altre società sarebbe rimasta disoccupata, è diretto a trasformare l'ambiente sociale... E al centro di questa trasformazione vi è non soltanto la mutata concezione della propria condizione di donne, ma la rivoluzionarizzazione, nel quartiere e nella famiglia, del ruolo femminile.
"E' facile che le donne accettino di diventare lavoratrici?" chiedo. "Con la rivoluzione culturale abbiamo cercato di risolvere questa contraddizione. Vi è un peso della tradizione che si fa ancora sentire, e dobbiamo elevare la coscienza di classe degli uomini oltre che delle donne.
In connessione con la linea capitalistica, Liu Shao-chi tentava di dare salari alti agli uomini e voleva che le donne restassero a casa. Liu eliminò molte fabbriche di casalinghe, e queste tornarono a fare le donne di casa. Ma, con lo sviluppo della rivoluzione culturale, sono sempre piú numerose le donne che chiedono di partecipare all'attività politica.

Anche nelle famiglie c'è una rivoluzionarizzazione da compiere.


C'è da farvi penetrare la critica rivoluzionaria, fondata sulla distruzione delle cinque vecchie concezioni, e immettervi le cinque nuove concezioni: distruggere la tesi dell'inutilità delle donne; instaurare la tesi che le donne si devono conquistare con coraggio la metà del cielo; distruggere la morale feudale della moglie sottomessa e della buona madre...; distruggere la mentalità della dipendenza e della subordinazione all'uomo, e instaurare la ferrea volontà di liberarsi; distruggere le concezioni della borghesia e instaurare le concezioni proletarie; distruggere la concezione dell'interesse familiare per instaurare nella famiglia la concezione proletaria che tiene presente la nazione e il mondo."

(Questi cinque principi sono citati in Cina, ininterrottamente, su tutta la questione delle donne, dalla stampa ufficiale del partito e dai documenti.)

“Auguro alle mie figlie – dice un'anziana compagna - che come donne esse possano conquistare la metà del cielo. Che la nostra famiglia faccia ogni sforzo per portare avanti la rivoluzione socialista, per superare ogni forma di egoismo.

Nelle nostre riunioni, in famiglia, insegnamo considerare l'individuo e la famiglia in rapporto con la società. Insegnamo a non temere il dolore fisico e la morte; a non dimenticare il passato; e non dimenticare nemmeno per un momento di difendere la dittatura del proletariato. Anche nelle famiglie vi è una lotta tra vecchio e nuovo. Si può essere della stessa famiglia e non avere le stesse idee. Anche nelle famiglie appaiono spesso contraddizioni, che bisogna risolvere; e nella famiglia stessa bisogna lottare contro l'egoismo, e criticare il revisionismo. Il presidente Mao insegna che per quel che concerne la concezione del mondo nella nostra epoca non vi sono in fondo che due scuole: la scuola proletaria e la scuola borghese, la concezione proletaria e quella borghese.
Per la famiglia, è lo stesso. La rivoluzionarizzazione della famiglia, in Cina, còmincia col mutare il ruolo della casalinga in quello di una donna immessa nel processo produttivo, e dallo sradicare la concezione della famiglia come un tutto egoistico.
Il proletariato, con la rivoluzione culturale, ha fatto la sua irruzione nell'ideologia, rivoluzionarizzando anche l'apparato ideologico della famiglia, superando per sempre
quella condizione che faceva esclamare ad Engels che la donna è proletaria due volte, una della società e l'altra dell'uomo”.

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