Sono arrivati a
un nostro compagno ed ad alcuni lavoratori e disoccupati gli avvisi di
doversi presentare nel giorno 31 marzo 2017 presso il tribunale di
Napoli per i fatti del corteo del 10 settembre 2013 per ben 9 capi di
imputazione, sia penali che amministrativi.
Andiamo per ordine: quel giorno, il 10 settembre, un corteo di 600 persone tra vertenze lavorative e dei disoccupati, oltre che di delegazioni studentesche e di collettivi politici, ha attraversato le strade della città pretendendo un incontro con l'allora presidente della Regione Campania Caldoro che sbloccasse una situazione pericolosa di stallo che avevano subito diversi tavoli di vertenza. Lì vengono individuati come "capi, promotori e organizzatori" 6 persone e vengono accusati di aver "disobbedito" alle restrizioni della Questura per fare dei blocchi stradali. Il tutto per estorcere, appunto, l'incontro. E adesso, dopo anni di indagini, è arrivato Babbo Natale.
Le parole usate dalla Questura riflettono la volontà di trasformare in problemi di ordine politico e sociale tutte le vertenze aperte in Regione Campania e dalla magistratura in problemi di ordine pubblico: Chi si pone sul piano della lotta, E NON DI CLIENTELE, diventata un pericoloso criminale. In piú vengono definiti "capi e promotori", con la speranza di essere stigmatizzati ed allontanati dalle comunità in cui vivono, in quanto soggetti pericolosi.
Quel giorno ERAVAMO TUTTI IN PIAZZA a sostenere le lotte dei lavoratori e dei disoccupati, come sempre mai guidati da nessuno se non dalla necessità di ottenere, ad ogni costo, che quei tavoli si sbloccassero. L'unica associazione a delinquere qui è lo Stato che attraverso i suoi comitati di affari (come la Regione), gestisce sistemi di clientele che se da un lato non garantiscono altro che fumo negli occhi e un lavoro sfruttato ed umiliante, dall'altro incitano e sostentano sacche di criminalità antioperaie e antiproletarie.
Pertanto condanniamo le azioni della magistratura e ribadiamo la nostra incondizionata vicinanza a tutti/e gli imputati.
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO!
Laboratorio Politico ISKRA
Andiamo per ordine: quel giorno, il 10 settembre, un corteo di 600 persone tra vertenze lavorative e dei disoccupati, oltre che di delegazioni studentesche e di collettivi politici, ha attraversato le strade della città pretendendo un incontro con l'allora presidente della Regione Campania Caldoro che sbloccasse una situazione pericolosa di stallo che avevano subito diversi tavoli di vertenza. Lì vengono individuati come "capi, promotori e organizzatori" 6 persone e vengono accusati di aver "disobbedito" alle restrizioni della Questura per fare dei blocchi stradali. Il tutto per estorcere, appunto, l'incontro. E adesso, dopo anni di indagini, è arrivato Babbo Natale.
Le parole usate dalla Questura riflettono la volontà di trasformare in problemi di ordine politico e sociale tutte le vertenze aperte in Regione Campania e dalla magistratura in problemi di ordine pubblico: Chi si pone sul piano della lotta, E NON DI CLIENTELE, diventata un pericoloso criminale. In piú vengono definiti "capi e promotori", con la speranza di essere stigmatizzati ed allontanati dalle comunità in cui vivono, in quanto soggetti pericolosi.
Quel giorno ERAVAMO TUTTI IN PIAZZA a sostenere le lotte dei lavoratori e dei disoccupati, come sempre mai guidati da nessuno se non dalla necessità di ottenere, ad ogni costo, che quei tavoli si sbloccassero. L'unica associazione a delinquere qui è lo Stato che attraverso i suoi comitati di affari (come la Regione), gestisce sistemi di clientele che se da un lato non garantiscono altro che fumo negli occhi e un lavoro sfruttato ed umiliante, dall'altro incitano e sostentano sacche di criminalità antioperaie e antiproletarie.
Pertanto condanniamo le azioni della magistratura e ribadiamo la nostra incondizionata vicinanza a tutti/e gli imputati.
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO!
Laboratorio Politico ISKRA
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