da contropiano
Domenica 1° giugno 2014 Sergio Marchionne, Amministratore Delegato del gruppo FIAT da un decennio, sarà al festival dell’economia di Trento.
Il
“macellaio” dei diritti e della vita dei lavoratori verrà a spiegare i
suoi metodi di sfruttamento della forza lavoro, a bassissimo costo.
Spiegherà come si debba lavorare efficacemente insieme ai sindacati
confederali, come perseguitano nelle fabbriche le organizzazioni di
difesa dei lavoratori e come si chiudano nei reparti confino i loro
combattivi rappresentanti, come si licenziano gli operai e come questi
non vadano reintegrati al lavoro anche in presenza di decisioni della
magistratura a loro favorevoli. Sistemi che questa “sanguisuga”
illustrerà alla rassegna, davanti ad una platea di “rampolli” della
locale imprenditoria, di politici locali arricchitisi con i vitalizi, di
giovani studenti ignari del diritto sindacale. Basterebbe espellerlo
ricordando la denuncia presentata nel 2006 dal sindacato svizzero nei
suoi confronti, per aver illegalmente assunto nella sua residenza
elvetica alcuni giardinieri italiani, pagandoli un terzo del salario
minimo di legge.
L’aguzzino italo-canadese, presentato come il salvatore della FIAT, è in realtà un super pagato manager, ben rappresentativo
di un industria parassitaria foraggiata ed ingrassata nel corso degli
anni dai contributi e dai finanziamenti pubblici, noto per aver lavorato
ad affossare il conflitto sociale a scapito della forza lavoro,
comprimendone i diritti insieme ai sindacati confederali per dividerne
le lotte e sfruttarla senza ricevere opposizione. Va ricordato come
questo “illustre” finanziere abbia presentato, alla guida della FIAT,
almeno 8 piani industriali rivelatisi poi tutti fasulli. Il più famoso,
“FABBRICA ITALIA” del 2010, aveva previsto una vendita di 2,15 milioni
di auto FIAT per quest’anno, ma è miseramente fallito con le vendite che
non hanno superato lo 0,93! False promesse di un prestigiatore, che in
pochi anni ha chiuso stabilimenti, licenziato e cassintegrato migliaia
di operai, cancellato ogni diritto, perfino determinando ripetuti crolli
di borsa e di vendite. E’ un cialtrone spacciato per grande manager da
giornalai di regime, dai sindacati prezzolati e dai politici
vi(tali)ziati, che guadagna quasi 6 milioni di euro l’anno per “sparare”
sciocchezze nei salotti televisivi, spostando la sede fiscale del
gruppo torinese all’estero, di fatto trasferendo al governo inglese le
tasse e delegando quello italiano a pagare cassa integrazione, contratti
di solidarietà, indennità di mobilità.Né a Trento, né altrove dobbiamo dare cittadinanza e diritto di parola a questo “signore” che, dopo aver cancellato diritti, salario e dignità dei lavoratori, ha svenduto la FIAT all’estero, importando precarietà e miseria.
CACCIAMOLO!!!
Ore 9,30 - Assemblea pubblica con i lavoratori dell’Alfa di Arese alla facoltà di sociologiaOre 11,00 - Corteo di protesta dalla facoltà di sociologia al teatro sociale
Unione Sindacale di Base
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