Dal quotidiano La Repubblica al Sole 24 Ore la borghesia
italiana era preoccupata degli esiti del voto. Adesso esprimono tutta la loro
contentezza. E in particolare i padroni della Confindustria, tramite il sole 24
ore di oggi, dicono che il voto degli italiani ha “salvato l’Europa e l’euro…
fuori dai populismi distruttivi [a loro piace il populismo “costruttivo” di
Renzi].” E si lasciano andare, commossi, a tanti complimenti: “Renzi ha
mostrato di cogliere il senso (profondo) della speranza «più forte di tutte le
paure» che si leva dal Paese.” E
ripetono oggi “con animo sollevato” che “«Il premier ha la credibilità, la
determinazione, l'intuito e le energie per colmare il vuoto della (buona)
politica che ha condannato l'Italia da troppo tempo al declino…” Ma adesso “non
gli basterà essere il risultato del semi-fallimento dei tanti che lo hanno
preceduto o l'alternativa alle molte demagogie che rimbalzano di piazza in
piazza».”
Che deve fare adesso, il loro giovane e veloce Renzi? “Oggi
Renzi ha l'occasione (irripetibile) di capitalizzare il suo talento politico senza
rinunciare al piglio decisionista, anzi accentuandolo”. Una frase
che sembra neutra, che riguarda il carattere della persona, ma che cela la
voglia dei padroni di governare senza intralci.
E infatti dietro questi complimenti, però, ci sono poi le
“indicazioni” per quello che definiscono “il doppio mandato”, nientemeno che
“aggiustare l’Italia” e “aggiustare l’Euoropa”: “Proceda con intelligenza
politica e cultura del risultato sul terreno (decisivo) delle riforme costituzionali, istituzionali e
elettorali per uscire (bene) dal bicameralismo perfetto e fare dell'Italia (finalmente) un Paese
normale dove si scopre la sera del voto chi ci governerà. [per i padroni il
paese normale è quello che se ne frega della stessa Costituzione continuando
nel solco delle illegalità messe in atto da Napolitano con le nomine di non
eletti alla presidenza del Consiglio, solo per fare un esempio]. Non indugi sul lavoro dove si è fatto un
pezzo importante, ma se ne deve fare
un altro ancora più rilevante sui contratti a tempo indeterminato e sulla
flessibilità in uscita. [Eccoli qui ancora una volta a ricordare al presidente
del consiglio Renzi cosa sta veramente a cuore ai padroni, togliere di mezzo
gli ultimi diritti dei lavoratori]. Trovi il coraggio di ridurre il perimetro dello Stato, [qualche tempo la stessa
esigenza la esprimevano con lo slogan: “più mercato e meno Stato”], di
riformare la giustizia e cambiare la macchina pubblica affermando, forse per la
prima volta, reali criteri meritocratici
e recuperando, per questa via, quelle
risorse indispensabili [fare ancora soldi tagliando le spese sociali] per
allentare il morso della pressione fiscale e contributiva su datori di lavoro e
lavoratori.” E, infine, esagerano ancora affidando al giovane un compito
gravoso: “Rimetta in corsa l'Italia dentro quel sentiero (obbligato) di
cambiamento che ci legittima a costruire, insieme con i Paesi fondatori, il
cambiamento del Vecchio Continente ritrovando lo spirito solidale di Helmut
Kohl («Voglio una Germania europea, non un'Europa germanica») che chiuda le
cicatrici della storia e consegni al mondo globalizzato gli Stati Uniti
d'Europa.”
Come si vede i padroni sognano un po’ troppo, sognano come
sempre di poter fare i conti senza l’oste, e, solo per restare a queste
elezioni, fanno finta di non vedere che la rabbia della masse popolari che si
esprime attraverso il non voto è tanta tanta…
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