“Tolleranza
zero per la pedofilia!...
Un
sacerdote che fa questo tradisce il corpo del Signore, come nelle
messe nere...",
è questa una delle recenti affermazioni del Papa
Francesco ai giornalisti, durante il viaggio di ritorno dalla Terra
Santa, in cui è entrato nel merito di diversi temi “scottanti”
per la Chiesa cattolica, assicurando che “sugli
abusi dei sacerdoti non
ci saranno privilegi...”,
e
proprio la prossima settimana tra il 6 e il 7 giugno alla presenza di
otto vittime di violenza di sacerdoti pedofili, provenienti dalla
Germania, Inghilterra, Irlanda, una messa riparatrice sarà celebrata
dall'attuale Papa, criticato per non aver espresso loro solidarietà
personale - il telefono papale in questo caso non ha squillato!
Le
telefonate di Papa Francesco che possono arrivare ogni giorno di cui
si è parlato a destra e a manca come una delle “new entry” della
Chiesa cattolica attraverso il “nuovo” Papa che chiama
direttamente le persone comuni, quelle della grigia normalità
quotidiana, rientrano chiaramente nella strategia propagandista di
una Chiesa che vuole e deve rimettere in sesto la strada di un
apparato cattolico istituzionale segnato oggi da una significativa
crisi in termini di immagine, credibilità, incisione tra le masse
popolari dei messaggi come “amore”,
“misericordia” “umiltà”, “povertà”..., sempre
più offuscati e ribaltati da una realtà fatta invece di scandali,
opulenze (non ultimo quello del superattico del Cardinale Bertone),
violenze, abusi... dai vertici più alti alla base; il
ritorno anche insistente del Papa su temi come “l'evangelizzazione
degli albori del cristianesimo”,
i richiami del Pontefice a ritornare “alla povertà,
all’essenziale“
sono una delle
forme con cui si vuole allontanare l'immaginario di massa da quella
che è invece la realtà di una Chiesa inserita pienamente in un
sistema sociale, quale quello capitalista e imperialista, sempre più
barbaro e marcio che si riflette concretamente anche in essa.
Le
“telefonate papali” infatti non sono per tutti perché su certi
eventi invece è bene mantenere il silenzio, non fare pubblicità e
propaganda, vedi per esempio i fatti relativi al sacerdote don Pietro
Tosi, morto quest'anno a 87 anni, che nel
1980 stuprò una ragazzina di appena 14 anni mettendola incinta
ma la Curia lo ha sempre difeso, nonostante non avesse voluto
riconoscere il figlio nato dalla violenza. Oggi la Chiesa lo ha
affidato al "giudizio
imperscrutabile del Signore"
mentre la donna, allora giovanissima, non ha mai ricevuto alcuna vera
giustizia così come tante altre vittime di abusi e violenze da parte
di preti pedofili, né la sua famiglia ha mai ricevuto telefonate dal
Papa.
In
tal senso le recenti parole tuonanti di Papa Francesco contro la
pedofilia dei sacerdoti suonano come un “nuovo” ipocrita e
opportunistico correre ai ripari della Chiesa, post era Ratzinger,
per cercare di ripulire, di “rinnovare” agli occhi delle masse
l'immagine della Chiesa che con la sua azione attiva costituisce uno
degli aspetti sovrastrutturali di questo sistema sociale che nella
sua sostanza, profondità, struttura deve restare stabile e
perpetuarsi mantenendo ben saldi alcuni punti cardine di esso, tra
questi la condizione di subordinazione, oppressione della maggioranza
delle donne.
Su
questo tema il messaggio e l'azione di Papa Francesco sono
chiarissimi e non c'è alcun bisogno di utilizzare “nuovi” mezzi
per propagandarli.
Se
dinnanzi alla violenza sessuale commessa da un sacerdote il Papa
grida al “tradimento
del
corpo del Signore, come nelle messe nere...”
(peccato che fino ad oggi però, secondo le
misure canoniche previste, nella maggior parte dei casi i sacerdoti
dichiarati colpevoli di stupro, abuso sessuale, sollecitati al
pentimento, vengono soltanto allontanati dal luogo in cui
esercitavano il ministero e non invece condannati/cacciati),
dinnanzi invece alla questione dell'aborto, alla scelta delle donne
di decidere liberamente in tema di maternità, Papa Francesco non
esita neanche per un attimo, alla faccia della misericordia
evangelica!, a gridare al “delitto
abominevole”,
anche in caso di donne stuprate.
Il
“rinnovamento” di Bergoglio della Chiesa si annulla di colpo
sulla questione donne/aborto considerato talmente grave per cui alle
donne assassine non può che essere inflitta la scomunica a vita. Le
donne, la maggioranza di esse, sono quelle il cui ruolo di
riproduzione e di cura funzionale al mantenimento e perpetuarsi di
questa società capitalista non può e non deve essere messo in
discussione dalla scelta delle donne stesse di sottrarsi ad esso, e
per la Chiesa non ci sono ragioni economiche, sociali, ideologiche che
tengano! Non conta granchè se poi il bambino messo al mondo potrà
essere violentato da un bastardo prete pedofilo che lo assassinerà
spietatamente nell'anima, ma non solo!, o sarà ucciso da una società
“in
crisi irreversibile”
come dice lo stesso Bergoglio, che per la maggioranza di questi figli
messi al mondo riserva solo sfruttamento, oppressione, miseria,
guerre...
La
Chiesa è sempre pronta a ricorrere agli ennesimi “nuovi”proclami
riparatori di turno (vedi il vergonoso caso dei preti pedofili) ma il
sistema sociale in cui essa deve continuare ad essere poderoso
apparato di potere, non si deve mettere in discussione e su questo
l'azione dell'istituzione ecclesiale è molto attiva al fine di
frenare il pericolo che nello specifico le donne possono costituire e
incarnare se si ribellano all'ordine sociale esistente e ai ruoli che
esso impone loro, per questo sulla questione aborto cadono tutti i
veli e le parole sono più che dirette!
E
ai messaggi ideologici seguono poi sempre le azioni concrete: con
un'audizione pubblica del 10 aprile scorso, per esempio, sono state
presentate a Bruxelles le firme raccolte nei 28 paesi membri per la
campagna “Uno
di noi”
lanciata dai movimenti antiabortisti naturalmente sostenuti dalla
Chiesa cattolica che chiede all'Unione europea “... di
porre fine al sostegno politico ed economico di attività che
potrebbero comportare la distruzione di embrioni umani, inclusa la
ricerca sulle cellule staminali embrionali e i servizi di aborto
sicuro erogati da organizzazioni non governative nei Paesi in via di
sviluppo. Il punto centrale della petizione è la richiesta di
riconoscimento giuridico dell'embrione umano, che comporterebbe il
diritto «alla vita e dell'integrità» sin dal momento del
concepimento”(tratto
da http://temi.repubblica.it/).
Movimenti antiabortisti che al “nuovo” parlamento europeo
chiedono ora di dare una risposta a questa ignobile petizione e visti
gli ultimi risultati elettorali che spostano il parlamento
ulteriormente a destra con la discesa in campo di partiti fascisti e
apertamente nazisti, troveranno in essi una attiva sponda sessista e
maschilista.
Il
Papa Bergoglio, il giorno dopo la consegna delle firme a Bruxelles,
ha ricevuto i rappresentanti dei movimenti antiabortisti elogiandoli
per il loro lavoro e ha detto: “Mi
sento chiamato a farmi carico di tutto il male di alcuni sacerdoti,
abbastanza in numero ma non in proporzione alla totalità, e a
chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi
sessuali sui bambini...” ma
“... L'aborto
e l'infanticidio sono delitti abominevoli”
La Chiesa quindi, anche quella del
“rinnovamento” di Papa Francesco, continua ad attaccare
ideologicamente e concretamente la maggioranza delle donne. Le donne
in questo senso non si possono illudere nemmeno per un minuto ma
devono prendere coscienza della necessità di ribellarsi ad ogni
attacco alla condizione di vita, la cui libertà di scelta sulla
maternità, il diritto ad abortire, conquistato con la lotta,
rappresenta il cuore della loro autodeterminazione, le donne devono
essere parte determinante nella lotta concreta e quotidiana in
funzione del vero e unico rinnovamento necessario e possibile, il
rinnovamento sociale attraverso la via della rivoluzione proletaria
che abbatta questa società capitalista reazionaria, maschilista,
moderno fascista di cui la Chiesa è parte integrante.
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