Erdogan ha deciso di blindare per impedire ogni manifestazione in occasione del primo anniversario della rivolta di Gezi Park. Coloro che intendono manifestare «saranno arrestati», è il durissimo monito arriva dal premier turco a poche ore dalla manifestazione. Alcune centinaia di manifestanti sono circondati da un imponente dispositivo di polizia su Viale Istiklal, la celebre via della movida di Istanbul accanto a Piazza Taksim, sulla quale plana una nuvola bianca grigiastra.
La polizia ha fatto abbondante uso di lacrimogeni e dei cannoni ad
acqua dei blindati Toma. Secondo la Tv Haberturk hanno usato anche
pallottole di gomma. Numerose persone sono state arrestate. Ci sono
diversi feriti. Le forze antisommossa sono intervenute anche nel
quartiere alevita di Gazi.
Oltre 25mila agenti anti-sommossa, appoggiati da 50 blindati Toma e
da elicotteri della polizia, sono dislocati attorno a Taksim. Nel
pomeriggio, l’accesso a Gezi Park è stato chiuso, e centinaia di agenti
hanno formato un cordone attorno al parco, mentre gruppi di poliziotti
in uniforme o in borghese effettuano controlli su Piazza Taksim e sul
vicino Viale Istiklal. Almeno dieci persone sono state arrestate,
secondo Human Right Association. Agenti in borghese hanno interrotto una
diretta della Cnn e arrestato il giornalista Ivan Watson. Il cronista è
stato rimesso in libertà dopo mezz’ora.
Il governatore della megalopoli del Bosforo Huseyin Mutlu ha vietato ogni corteo. Ma la Piattaforma Taksim, che l’anno scorso ha accompagnato la rivolta dei ragazzi di Gezi Park, ha invitato comunque a manifestare sulla storica piazza della sinistra turca, ma anche a Ankara, Smirne e in molte altre città del paese, accusando il governo di violare l’articolo 34 della costituzione, che garantisce la libertà di espressione. Dalla grande rivolta di Gezi, il governo ha vietato, e impedito con la forza, ogni concentrazione su Taksim, come pure sull’altro luogo simbolo della protesta dell’anno scorso, Piazza Kizilay a Ankara. La dura repressione del movimento di Gezi Park aveva fatto l’anno scorso otto morti e oltre 8mila feriti fra i giovani manifestanti anti-Erdogan. Si erano verificati anche attacchi da parte di squadracce di uomini in borghese armati di mazze e bastoni. Un manifestante era morto selvaggiamente pestato da un gruppo di civili e di agenti in borghese. L’atmosfera nel paese oggi è ancora tesa dopo le proteste contro il governo scattate dopo il disastro della miniera di Soma, due settimane fa, costato la vita a 301 minatori, e dopo la morte la settimana scorsa di due giovani in scontri con la polizia nel quartiere alevita di Okmeydani a Istanbul.
Il governatore della megalopoli del Bosforo Huseyin Mutlu ha vietato ogni corteo. Ma la Piattaforma Taksim, che l’anno scorso ha accompagnato la rivolta dei ragazzi di Gezi Park, ha invitato comunque a manifestare sulla storica piazza della sinistra turca, ma anche a Ankara, Smirne e in molte altre città del paese, accusando il governo di violare l’articolo 34 della costituzione, che garantisce la libertà di espressione. Dalla grande rivolta di Gezi, il governo ha vietato, e impedito con la forza, ogni concentrazione su Taksim, come pure sull’altro luogo simbolo della protesta dell’anno scorso, Piazza Kizilay a Ankara. La dura repressione del movimento di Gezi Park aveva fatto l’anno scorso otto morti e oltre 8mila feriti fra i giovani manifestanti anti-Erdogan. Si erano verificati anche attacchi da parte di squadracce di uomini in borghese armati di mazze e bastoni. Un manifestante era morto selvaggiamente pestato da un gruppo di civili e di agenti in borghese. L’atmosfera nel paese oggi è ancora tesa dopo le proteste contro il governo scattate dopo il disastro della miniera di Soma, due settimane fa, costato la vita a 301 minatori, e dopo la morte la settimana scorsa di due giovani in scontri con la polizia nel quartiere alevita di Okmeydani a Istanbul.
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