Una prima fase della lotta degli operai Fiat di Termini
Imerese che si sono autorganizzati al di fuori dei sindacati confederali, e che
tra le altre iniziative hanno tenuto per 40 giorni una tenda di protesta davanti
la sede della presidenza della Regione siciliana, si è conclusa.
Questi operai, infatti, nonostante percepiscano la cassa in
deroga, che è stata promessa fino a fine giugno, al contrario della maggioranza
degli altri operai, non hanno voluto aspettare, come purtroppo capita sempre più
spesso, l'"ultimo momento" per muoversi. Hanno capito, invece, che bisogna farsi
sentire, fare pressione affinché chi aveva preso impegni li mantenga e chi deve
prendere decisioni le prenda e non ci si dimentichi di questa importante
vertenza di valore nazionale.
Il risultato di questa prima fase di lotta è stato raggiunto
pienamente, e cioè quello auspicato fin dalle prime riunioni e dalla scelta
delle iniziative da mettere in campo: riportare all'attenzione di tutti gli
operai interessati (ma non attivi), delle istituzioni interessate e
dell'opinione pubblica la vertenza che riguarda circa 1.200 operai. Oggi
possiamo dire che grazie alle iniziative di questi operai, dai comunicati stampa
alle manifestazioni di piazza, così come l’intervento davanti la fabbrica di
Termini, hanno scatenato l'attenzione soprattutto dei sindacati confederali,
preoccupati di perdere la presa sulla vertenza, e che per questo hanno
organizzato un presidio davanti i cancelli della fabbrica e una manifestazione a
Termini, attenzione che per conseguenza ha toccato le istituzioni e la
stampa.
La vertenza adesso è all'attenzione a Roma del Ministero
dello sviluppo economico, innanzi tutto, e poi dell'assessorato regionale alle
attività produttive, dei comuni del comprensorio attorno e Termini Imerese e del
Comune di Palermo.
La presenza costante davanti la sede della presidenza della
Regione, in piazza Indipendenza, ha ulteriormente fatto pressione sui dirigenti
della Regione stessa a cominciare dal presidente Crocetta che sebbene non si sia
degnato di fare l'incontro ripetutamente richiesto dagli operai, ha mandato di
volta in volta i suoi collaboratori a "calmare gli animi", facendo sapere che la
vertenza viene seguita.
Questi mesi di attività, in cui gli operai hanno messo
all'ordine del giorno il loro futuro come operai e di conseguenza di quello
della fabbrica, hanno portato alcuni dirigenti a muoversi per trovare qualche
soluzione; da qui è nata la novità, dopo almeno un anno di silenzio, di alcune
aziende che sarebbero interessate alla produzione di auto elettriche.
Nelle loro riunioni, fin dall'inizio, gli operai, partendo
dal problema principale, e cioè dire basta alla cassa in deroga che non
garantisce affatto il futuro che invece è garantito solo se si riprende a
lavorare in fabbrica, avevano analizzato lo stato delle cose, a cominciare dai
soldi a disposizione della Regione, che erano già pronti prima che la Fiat
decidesse di abbandonare la produzione in questo stabilimento e che ammontano a
più di 300 milioni (cifra confermata in un incontro con gli operai direttamente
dall'assessore al bilancio, Bianchi); nel frattempo, hanno argomentato gli
operai, almeno altri 200 milioni la Regione li deve recuperare se davvero vuole
dare impulso alla riattivazione della fabbrica e altri circa 500 milioni da
parte di chiunque voglia far partire la produzione e siamo a quel miliardo circa
di cui si parla in questi giorni!
Anche della possibilità dello sviluppo della produzione di
auto elettriche hanno parlato gli operai (mentre lo stesso Marchionne qualche
anno addietro aveva snobbato questo tipo di produzione) perché è diventato
argomento vivo di altre case automobilistiche come la Nissan che adesso sta
investendo in Spagna per la produzione in grande stile e la stessa Fiat, adesso
Fiat-Chrysler, ha deciso di iniziare la produzione di auto ibride in Canada
nonostante il diniego momentaneo sugli incentivi del governo canadese su cui
Marchionne aveva fatto pressione.
Gli operai della Fiat di Termini Imerese in presidio per 40
giorni davanti alla sede della regione siciliana hanno ora deciso di passare ad
una nuova fase con la consapevolezza che anche la riconferma di un nuovo
periodo di cassa in deroga da giugno a dicembre, di cui si sta vociferando in
questi giorni, non sarebbe la soluzione ma solo un altro momentaneo tampone.
Slai cobas per il sindacato di classe
Via g. del duca 4 Palermo
3387708110
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