Nel momento in cui Renzi ha dichiarato apertamente che non gli interessano i sindacati, che lui comunque decide - a tanto non era arrivato neanche il governo Berlusconi - il civettamento di Maurizio Landini verso Renzi diventa ogni giorno più spudorato.
A cosa mira? Vi sono prossimi disegni politici? A cui sta svendendo la Fiom?
(da Il Manifesto) - "Maurizio Landini, a cui tutti attribuiscono un “asse” con il presidente del consiglio, per ora alla parola sciopero non si riscalda: anche perché per il momento non vede motivi per protestare, Renzi si è appena insediato e il leader dei metalmeccanici Cgil chiede risposte. «Questo non è il tempo delle minacce, è il tempo dei fatti. Nei prossimi cinque o sei mesi si decide il futuro – ha spiegato ieri Landini – Se il premier non farà quello che chiediamo, ce ne faremo una ragione. Noi sfidiamo il governo, che ha detto che vuole cambiare: sono anni che chiediamo un cambiamento... La Fiom per ora aspetta: il 21 marzo, ha ricordato ieri Landini, è stata convocata una grande assemblea dei metalmeccanici, che farà il punto sulle prime azioni di governo. Sarà in quella sede che verranno
decise le prossime mosse (anche in base a quello che il governo farà nei prossimi 10 giorni). «Sulle nostre proposte il governo non ci ha ancora risposto, speriamo in un confronto – ha aggiunto il leader delle tute blu – Se l’esecutivo va nella direzione di effettuare le cose che chiediamo, bene; sennò, con i lavoratori, metteremo in
campo delle proteste, come abbiamo fatto con altri governi».
«Se la scelta del governo è quella di ridurre l’Irpef per i redditi più bassi è giusta, è una richiesta sindacale da tempo», dice – ma la richiesta forte della Fiom, contenuta nelle linee programmatiche del documento pubblicato domenica da Repubblica, è che non si deve attaccare a priori un eventuale taglio dell’Irap alle imprese, basta
però – punto fondamentale – che si traduca in nuova occupazione. Il governo dovrebbe cioè vincolare quei soldi a precisi impegni degli imprenditori, e non distribuirli a pioggia, come vuoto a perdere.
Quindi, insomma: Landini e Renzi insieme (con un pizzico di Grillo) rottamerebbero il vecchio, la concertazione, il «privilegio», per aprire ai giovani, ai precari, a chi vuole rinnovare l’Italia. Non si sa bene se la vicinanza a Renzi faccia ugualmente bene all’immagine di Landini(soprattutto bisognerà capire cosa di concreto quest’ultimo otterrà dal premier), ma certamente la simpatia del Pd renziano potrebbe coprire le spalle a un leader Fiom che dentro la Cgil è sempre più visto quasi come un corpo estraneo".
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