“Genere” operaio (articolo del Pasquino) |
Sabato 08 Marzo 2014 20:58 | |
8 Marzo,
Pomigliano: un territorio desertificato dalla mancanza di lavoro, dalla
disperazione dei commercianti, da un futuro negato…dal suicidio di chi
in quel futuro non ci crede più.
Non
c’è festa, non ci può essere festa dove i diritti vengono negati, dove
la stessa vita è attaccata ad un contratto di lavoro capestro, che la
Fiat di Marchionne e i sindacati confederali ti costringono a firmare
per la paura di non riuscire neanche più a mangiare, con il ricatto
ipocrita che rimarresti senza dignità, con quel vile attacco ai tuoi
sentimenti ed ai tuoi bisogni.
Quote
rosa, parità di “genere”…parole vuote, senza senso quando ai più
vengono negati i diritti primari, quando le donne e le forze lavoro di
qualsiasi sesso, vengono considerate vere e proprie merci da poter
utilizzare e/o buttare come meglio aggrada a chi detiene quel potere,
economico e materiale, di vita o di morte di un intero territorio.
“Non
solo donne” quando accade che anziani, giovani, mariti siano alla
disperazione, quando il circo che annebbia le realtà di tutti i giorni,
negandole e sminuendole, si dibatte, all’interno di quell’alveo
parlamentare, che rappresenta ormai solo i lacchè del potere e i
fruitori delle sue prebende, per una “parità di genere” intesa come mera
distribuzione paritaria di poltrone, quando la donna viene utilizzata,
strumentalmente, per nascondere quell’attacco frontale ai diritti dei
più deboli, quella mercificazione del corpo femminile e delle braccia
operaie.
Mentre
Napolitano usa la Boldrini per il suo ennesimo attacco alle libertà del
web ed al Movimento 5 stelle, il Parlamento italiano discute della
legalizzazione della prostituzione, quella prostituzione figlia della
cultura della sopraffazione, della donna come corpo/merce, da poter
affittare od acquistare a piacimento.
Nessuna
parola dalle “donne” della casta, nessun accenno del Presidente,
benché la UE, proprio in questi giorni, abbia affrontato la questione in
maniera diametralmente opposta (vedi allegato).
Non
ci sono ricchi che si prostituiscono ai bordi delle strade o nelle
fabbriche per quattro soldi, ma ci sono ricchi che sfruttano gli operai,
che comprano il corpo delle donne, che fanno di un’anima la merce per
il loro guadagno e/o piacere.
La
guerra di “genere” è anche, se non soprattutto, una guerra di classe,
tra le classi, tra chi ha, e può scegliere…e chi non ha alcuna scelta.
Le
donne operaie, le mogli e le figlie degli operai, sanno, sulla loro
pelle, che non servono “quote” per i loro diritti, non decreti legge per
farle divenire “merci” legalizzate…le donne, il cui “genere” vive nella
realtà di madri, mogli, operaie, disoccupate, violentate, uccise…sanno
che si vince assieme, sanno che nulla è un regalo, tutto è una
conquista…da raggiungere assieme nel rispetto reciproco, in una cultura
che dia spazio alle differenze, e non ai cloni maschili in gonnella, in
una diversità a forma di futuro.
Da Pomigliano oggi parte la sfida ad un domani diverso…e migliore.
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comunicato stampa
Donne del movimento operaio contro la “società del bunga bunga” prefigurata da Marchionne, Renzi e Berlusconi:
UN PONTE DALL’8 MARZO AL 1° MAGGIO
“Basta
con i cipputi a 90° perché solo quando sono forti i lavoratori diventa
più forte l’intera società del lavoro dipendente, ed è per questo che la
splendida riuscita, per partecipazione e contenuti, di questo 8 marzo
di nonsolodonne lancia a ‘tutti’ un forte messaggio di ricostruzione a
tutto campo del pensiero operaio in netto contrasto col “nuovo” pensiero
unico globale che avanza: quello di Renzi, con suo job act, figlio
dall’accordo Marchionne di Pomigliano che fa il paio col ddl sul sex
worker avanzato al senato da parlamentari della casta (pd, fi, ed alcuni
5s) che vorrebbero riportarci tutti, uomini e donne, indietro di 100
anni. E questo mentre le donne della casta politica si accapigliano
sulle “quote rosa” (in poche parole la spartizione delle poltrone). Ed
oggi, queste stesse, finanche della ricorrenza della giornata
internazionale della donna, continuano in colpevole silenzio sull’orrore
della legalizzazione di Stato della prostituzione (sex worker)”…
“Questa vicenda è ancor più grave”, ha detto Mara Malavenda per il Comitato Mogli Operai Pomigliano, perché…”come
già stanno tentando per gli operai oggi vorrebbero sottoporre ad
analoga e moderna schiavitù economica anche le donne ed i loro corpi che
diventano così merce da comprare ed usare a piacimento con
legittimazione legale di Stato. Il fatto è che la
mercificazione in atto dei diritti dei lavoratori e di quelli sociali
sta producendo devastanti conseguenze alla condizione delle donne
costrette a pagare giorno dopo giorno prezzi sempre più alti nella
moderna società capitalista. Ed è per questo che riteniamo che
la questione della liberazione della donna è oggi tutta interna alla
contraddizione capitale-lavoro, ed è su questo che noi, come donne del
movimento operaio, oggi ci schieriamo lanciando un ponte al 1°
maggio per una assemblea nazionale operaia e dei lavoratori, “di donne
ed uomini” a Pomigliano d’arco con quanti come noi sono convinti che le
cose si possono e si devono cambiare”.
Comitato Mogli Operai – Pomigliano d’Arco, 8 marzo 2014
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