Genova 2001: risarcimento beffa per manifestante pestato alla Diaz
Primo
risarcimento in sede civile per le violenze alla Diaz durante il G8 di
Genova del 2001. Un manifestante tedesco ha ottenuto 15.500 euro, ma la
sentenza con la quale i giudici hanno stabilito la cifra fa discutere,
perché le botte inflitte dalla polizia al pacifico manifestante sono
state valutate dal tribunale alla stregua di un incidente stradale.
Il cittadino tedesco,
che non si era costituito come parte offesa nel processo penale, aveva
chiesto attraverso il suo legale Carlo Malossi di Modena un risarcimento
di 200 mila euro, ma il giudice della seconda sezione civile Paolo
Gibelli, pur accogliendo le richieste per il danno biologico, ha fissato
in soli 12 mila euro il risarcimento, adottando i parametri recenti
fissati dalla legge Balduzzi e non quelli cosiddetti della "Tabella di
Milano" che stabilisce parametri assai più alti.
Inoltre, per la calunnia e l'ingiusta detenzione il risarcimento è
di soli 3.500 euro, ben poca cosa se si considera che gli arrestati
della Diaz erano accusati di reati pesantissimi, "incastrati" da prove
false appositamente fabbricate dalla polizia.
“L’umiliazione dei cittadini continua – scrive in una nota il
Comitato Verità e Giustizia per Genova, che da 12 anni sostiene la
battaglia delle vittime della “macelleria messicana” – Prima dipendenti
dello stato ti pestano a sangue, rischiando di infliggerti lesioni
letali, poi ti arrestano costruendo prove false e mentendo all’opinione
pubblica, subito dopo il presidente del consiglio in conferenza stampa
internazionale ti addita come eversore e violento; e ora, a ben dodici
anni di distanza dai fatti, una volta finiti i processi, una volta
smontato il castello di menzogne, una volta chiaro al mondo che 93
cittadini furono letteralmente calpestati nel corpo e nello spirito,
ecco il risarcimento: 15mila euro, rispetto ai 200 mila richiesti nel
primo giudizio civile intentato da uno dei malcapitati ospiti della
scuola Diaz, trasformata la notte del 21 luglio 2001 in una sorta di
tonnara”.
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