Il popolo filippino devono mettere da parte gli appelli a
smettere di incolpare il Governo Aquino. Anzi, essi devono accusare Benigno
Aquino III per la morte di migliaia derivanti dalla sua personale criminale
incompetenza e quella del suo governo.
Comunicato stampa
Partito comunista delle Filippine
15 nov 2013
Incriminare Aquino per incompetenza criminale e chiedere
giustizia
Il Partito Comunista delle Filippine (PCF) invita il popolo
filippino, soprattutto i milioni di vittime del recente disastro a ribellarsi, a
protestare e accusare Benigno Aquino III per la criminale incompetenza del suo
governo, che ha provocato la morte di migliaia di persone lo scorso 8 novembre,
quando il supertifone Yolanda è spazzato violentemente le Filippine, e ha
causato la grande devastazione. Il popolo filippino chiede giustizia.
Deve protestare contro il fallimento del regime Aquino nel
fornire ed estendere le operazioni di sostegno che ha causato la grave
sofferenza di centinaia di migliaia di persone che continuano a cercare cibo,
acqua e mezzi di emergenza, ancora dopo una settimana.
Il regime Aquino ha dimostrato tale grande criminale
incompetenza di fronte alla terribile sciagura che ha portato ad un numero di
morti e feriti inutilmente elevato. Non c'era presenza del governo a Tacloban
ancora oltre 48 ore dopo che il supertifone aveva colpito e completamente
devastato la città. Il governo locale è stato completamente spazzato via. Era
evidente che il governo nazionale non si era preoccupato di esaminare la
situazione in cui si sono trovate le città colpite dal tifone nonostante il
fatto che le linee di comunicazione siano state completamente tagliate fuori in
questi settori. Esso ha iniziato a prendere misure solo dopo che giornalisti
locali e stranieri hanno cominciato a fornire immagini per la televisione di
prima serata della devastazione a Leyte 36 ore dopo il tifone.
Il caos ha cominciato ad erompere il secondo giorno della
calamità a seguito di mancanza di cibo e acqua. Invece di correre in soccorso
per l'alimentazione, il governo Aquino ha schierato migliaia di soldati armati e
personale di polizia nel tentativo di sedare il malcontento delle masse.
Immediatamente, l'incompetenza del regime di Aquino ha sollevato la sua brutta
testa.
Gli agenti della sicurezza e i funzionari militari di Aquino
irresponsabilmente si sono impegnati nella diffusione di notizie false. Un
comunicato stampa delle Forze Armate delle Filippine ha sostenuto che un camion
militare, che avrebbe trasportato mezzi di soccorso della Croce Rossa a
Sorsogon, è caduto in un'imboscata del Nuovo Esercito del Popolo. Hanno anche
fatto circolate voci secondo cui i membri del NEP sono coinvolti nel saccheggio
armato nei dintorni della città di Tacloban e stanno usando indiscriminatamente
le loro armi a Palo, Abucay, e in altri luoghi, al fine di giustificare la
creazione di posti di blocco e di stabilire il regime militare in modo
definitivo.
Chiaramente, le Forze Armate delle Filippine sono più
interessate a proiettare potere e imporre la propria autorità armata piuttosto
che assicurare la fornitura di cibo, altri prodotti di base e forniture di
emergenza per ili popolo.
Aquino è andato in bestia nella sua caciara per incolpare e
fare una campagna pubblica per minimizzare la tragedia e la devastazione.
Parlando ai media internazionali, Aquino ha insistito sul fatto che il numero di
morti non andrà oltre 2.500 invece delle stime precedenti di 10.000. Aquino sarà
smentito un paio di giorni più tardi, quando le Nazioni Unite hanno rivelato le
proprie stime indipendenti dei decessi a 4.460. In una torsione del tutto
insulsa, i funzionari del turismo di Aquino hanno dichiarato che visitare le
Filippine "è ancora divertente" anche se il mondo intero continua a guardare
disperatamente come la popolazione di Tacloban chiede aiuto in mezzo alla
grossolana incompetente risposta del governo Aquino.
Ad una settimana della tragedia, migliaia di persone non
hanno ancora accesso ad assistenza medica di emergenza. Cibo e acqua potabile
restano scarse. Il governo deve ancora fornire un riparo a diverse migliaia di
persone senza tetto. Nonostante l'effusione dei soccorsi locali e internazionali
alle vittime di calamità, centinaia di migliaia di vittime devono ancora essere
raggiunte dalla rete di emergenza. Le Nazioni Unite, gli operatori umanitari
internazionali e i media sono assolutamente costernati per il fatto che l'aiuto
che hanno già dato alle Filippine deve ancora raggiungere le vittime del
disastro a quasi una settimana dalla tragedia.
Aquino ha dichiarato lo "stato di calamità nazionale" solo
QUATTRO giorni dopo la grande devastazione. E lui e ai suoi funzionari sono
stati necessari CINQUE giorni di tempo per rendersi conto che il trasporto di
forniture di emergenza a Tacloban e altrove sarà il "più grande sforzo
logistico" ancora da intraprendere da parte del governo. E ancora, il regime
Aquino ha omesso di effettuare la massiccia mobilitazione di navi e altri
trasporti per mare nonostante il fatto che il porto di Tacloban è solo a poche
ore dal porto commerciale centrale di Cebu e a meno di 24 ore da Metro Manila.
Ormoc City, che si trova ad un'ora di distanza da Tacloban via terra, è a sole
due ore di distanza da Cebu tramite navi veloci. Il regime Aquino non è neanche
riuscito a prevedere la necessità di integrare la navi traghetto nel porto
Matnog a Sorsogon con il risultato di una lunga fila di camion e altri veicoli
terrestri che trasportano mezzi alimentari, personale e forniture mediche da
Metro Manila.
La mancata risposta del governo è così evidente, che ha
portato alcune persone a pensare che Aquino abbia volutamente mostrato
incompetenza per far sì che le forze militari statunitensi appaiano come eroi, e
quindi giustificare la presenza di una gigantesca portaerei a propulsione
nucleare statunitense, almeno altre sei navi da guerra, quasi 10.000 militari e
elicotteri Osprey [falchi] in diverse parti delle Filippine, e permettere a
questi di prendere in consegna le strutture e il trasporto e la distribuzione di
beni di emergenza.
Tacloban, così come altre città, sono diventate praticamente
inabitabili, e continueranno ad esserlo per le prossime settimane o mesi. Ma il
governo non ha fatto nessuno sforzo per portare la gente in massa in altri
luoghi in cui possono essere ricevere forniture di energia elettrica, assistenza
sanitaria, riparo, cibo e sostentamento temporaneo.
Il popolo filippino deve ritenere responsabile il regime
Aquino per la sua mancata evacuazione di emergenza di centinaia di migliaia di
persone che erano al centro del supertifone. Nel suo "Typhoon Haiyan Brief
Technical Report" [Breve relazione tecnica sul tifone Haiyan] pubblicato un
giorno prima che arrivasse il tifone Yolanda, l'Osservatorio di Manila
dichiarava che "Può essere necessaria una massiccia evacuazione di aree
residenziali sui terreni bassi entro 8 a 16 km del litorale."
Nonostante questi avvertimenti, il governo Aquino non ha
fatto significativi sforzi per mobilitare risorse sufficienti per svolgere tale
richiesta evacuazione. Invece, Aquino ha trovato sufficiente andare in prima
serata in televisione, alla vigilia dell'arrivo di Yolanda e rilasciare una
previsione del tempo. Invece, il governo del Vietnam ha mobilitato ogni risorsa
per evacuare 600.000 persone almeno due giorni prima che il tifone Haiyan
raggiungesse le coste del Vietnam. La popolazione di Tacloban, envece, è di
circa 200.000 persone.
Il popolo filippino dovrebbero sollevarsi in segno di
protesta di massa contro la crassa incompetenza del regime Aquino. Esso deve
mettere da parte gli appelli dei legali di Aquino che dicono di smettere di
incolpare il governo Aquino e invece stare uniti. Al contrario, il popolo deve
accusare Benigno Aquino III per la morte di migliaia dio persone derivanti dalla
sua personale criminale incompetenza e quella del suo governo.
Il popolo filippino deve chiedere giustizia per la brutta
condizione di centinaia di migliaia di vittime della catastrofe. Esso deve far
sì che il regime Aquino paghi per la grave tragedia che lo ha colpito, che è il
risultato non tanto del supertifone, ma del crasso fallimento del regime di
Aquino incapace di effettuare opportune azioni preventive e aiuti di emergenza
post-calamità.
Il popolo deve anche incriminare Aquino per il fallimento del
suo governo nel proteggere il popolo contro la distruzione dei suoi beni. Esso
deve chiedere che il regime Aquino fornisca immediati fondi (non prestiti) di
soccorso per riprendere il proprio sostentamento, l'occupazione e pensioni
d'emergenza, riparazione, e la cancellazione di tutti i debiti dovuti alle
agenzie governative.
Il popolo deve denunciare il regime Aquino per l'assegnazione
della misera cifra di 7 miliardi di pesos (162,79 milioni di
dollari) in bilancio per la calamità, con conseguente sua incapacità di
costruire le infrastrutture necessarie per gli interventi di emergenza. Aquino è
contento di destinare il denaro dai suoi fondi non programmati al fine di
giustificare il gonfiarsi del Fondo Sociale del Presidente e del Programma per
l'Accelerazione della Spesa (PAS).
D'altra parte, il regime Aquino non vuole portare avanti un
massiccio programma di riqualificazione ambientale per ripulire i fiumi e altri
sistemi di acqua in condizioni critiche e impegnarsi in un massiccio
rimboschimento, e invece è piegato nel permettere alle società minerarie
straniere di continuare a saccheggiare l'ambiente.
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