martedì 19 novembre 2013

pc 19 novembre - FILIPPINE Incriminare Aquino per incompetenza criminale e chiedere giustizia


 Il popolo filippino devono mettere da parte gli appelli a smettere di incolpare il Governo Aquino. Anzi, essi devono accusare Benigno Aquino III per la morte di migliaia derivanti dalla sua personale criminale incompetenza e  quella del suo governo.

Comunicato stampa

Partito comunista delle Filippine
15 nov 2013

Incriminare Aquino per incompetenza criminale e chiedere giustizia

Il Partito Comunista delle Filippine (PCF) invita il popolo filippino, soprattutto i milioni di vittime del recente disastro a ribellarsi, a protestare e accusare Benigno Aquino III per la criminale incompetenza del suo governo, che ha provocato la morte di migliaia di persone lo scorso 8 novembre, quando il supertifone Yolanda è spazzato violentemente le Filippine, e ha causato la grande devastazione. Il popolo filippino chiede giustizia.

Deve protestare contro il fallimento del regime Aquino nel fornire ed estendere le operazioni di sostegno che ha causato la grave sofferenza di centinaia di migliaia di persone che continuano a cercare cibo, acqua e mezzi di emergenza, ancora dopo una settimana.

Il regime Aquino ha dimostrato tale grande criminale incompetenza di fronte alla terribile sciagura che ha portato ad un numero di morti e feriti inutilmente elevato. Non c'era presenza del governo a Tacloban ancora oltre 48 ore dopo che il supertifone aveva colpito e completamente devastato la città. Il governo locale è stato completamente spazzato via. Era evidente che il governo nazionale non si era preoccupato di esaminare la situazione in cui si sono trovate le città colpite dal tifone nonostante il fatto che le linee di comunicazione siano state completamente tagliate fuori in questi settori. Esso ha iniziato a prendere misure solo dopo che giornalisti locali e stranieri hanno cominciato a fornire immagini per la televisione di prima serata della devastazione a Leyte 36 ore dopo il tifone.

Il caos ha cominciato ad erompere il secondo giorno della calamità a seguito di mancanza di cibo e acqua. Invece di correre in soccorso per l'alimentazione, il governo Aquino ha schierato migliaia di soldati armati e personale di polizia nel tentativo di sedare il malcontento delle masse. Immediatamente, l'incompetenza del regime di Aquino ha sollevato la sua brutta testa.

Gli agenti della sicurezza e i funzionari militari di Aquino irresponsabilmente si sono impegnati nella diffusione di notizie false. Un comunicato stampa delle Forze Armate delle Filippine ha sostenuto che un camion militare, che avrebbe trasportato mezzi di soccorso della Croce Rossa a Sorsogon, è caduto in un'imboscata del Nuovo Esercito del Popolo. Hanno anche fatto circolate voci secondo cui i membri del NEP sono coinvolti nel saccheggio armato nei dintorni della città di Tacloban e stanno usando indiscriminatamente le loro armi a Palo, Abucay, e in altri luoghi, al fine di giustificare la creazione di posti di blocco e di stabilire il regime militare in modo definitivo.

Chiaramente, le Forze Armate delle Filippine sono più interessate a proiettare potere e imporre la propria autorità armata piuttosto che assicurare la fornitura di cibo, altri prodotti di base e forniture di emergenza per ili popolo.

Aquino è andato in bestia nella sua caciara per incolpare e fare una campagna pubblica per minimizzare la tragedia e la devastazione. Parlando ai media internazionali, Aquino ha insistito sul fatto che il numero di morti non andrà oltre 2.500 invece delle stime precedenti di 10.000. Aquino sarà smentito un paio di giorni più tardi, quando le Nazioni Unite hanno rivelato le proprie stime indipendenti dei decessi a 4.460. In una torsione del tutto insulsa, i funzionari del turismo di Aquino hanno dichiarato che visitare le Filippine "è ancora divertente" anche se il mondo intero continua a guardare disperatamente come la popolazione di Tacloban chiede aiuto in mezzo alla grossolana incompetente risposta del governo Aquino.

Ad una settimana della tragedia, migliaia di persone non hanno ancora accesso ad assistenza medica di emergenza. Cibo e acqua potabile restano scarse. Il governo deve ancora fornire un riparo a diverse migliaia di persone senza tetto. Nonostante l'effusione dei soccorsi locali e internazionali alle vittime di calamità, centinaia di migliaia di vittime devono ancora essere raggiunte dalla rete di emergenza. Le Nazioni Unite, gli operatori umanitari internazionali e i media sono assolutamente costernati per il fatto che l'aiuto che hanno già dato alle Filippine deve ancora raggiungere le vittime del disastro a quasi una settimana dalla tragedia.

Aquino ha dichiarato lo "stato di calamità nazionale" solo QUATTRO giorni dopo la grande devastazione. E lui e ai suoi funzionari sono stati necessari CINQUE giorni di tempo per rendersi conto che il trasporto di forniture di emergenza a Tacloban e altrove sarà il "più grande sforzo logistico" ancora da intraprendere da parte del governo. E ancora, il regime Aquino ha omesso di effettuare la massiccia mobilitazione di navi e altri trasporti per mare nonostante il fatto che il porto di Tacloban è solo a poche ore dal porto commerciale centrale di Cebu e a meno di 24 ore da Metro Manila. Ormoc City, che si trova ad un'ora di distanza da Tacloban via terra, è a sole due ore di distanza da Cebu tramite navi veloci. Il regime Aquino non è neanche riuscito a prevedere la necessità di integrare la navi traghetto nel porto Matnog a Sorsogon con il risultato di una lunga fila di camion e altri veicoli terrestri che trasportano mezzi alimentari, personale e forniture mediche da Metro Manila.

La mancata risposta del governo è così evidente, che ha portato alcune persone a pensare che Aquino abbia volutamente mostrato incompetenza per far sì che le forze militari statunitensi appaiano come eroi, e quindi giustificare la presenza di una gigantesca portaerei a propulsione nucleare statunitense, almeno altre sei navi da guerra, quasi 10.000 militari e elicotteri Osprey [falchi] in diverse parti delle Filippine, e permettere a questi di prendere in consegna le strutture e il trasporto e la distribuzione di beni di emergenza.

Tacloban, così come altre città, sono diventate praticamente inabitabili, e continueranno ad esserlo per le prossime settimane o mesi. Ma il governo non ha fatto nessuno sforzo per portare la gente in massa in altri luoghi in cui possono essere ricevere forniture di energia elettrica, assistenza sanitaria, riparo, cibo e sostentamento temporaneo.

Il popolo filippino deve ritenere responsabile il regime Aquino per la sua mancata evacuazione di emergenza di centinaia di migliaia di persone che erano al centro del supertifone. Nel suo "Typhoon Haiyan Brief Technical Report" [Breve relazione tecnica sul tifone Haiyan] pubblicato un giorno prima che arrivasse il tifone Yolanda, l'Osservatorio di Manila dichiarava che "Può essere necessaria una massiccia evacuazione di aree residenziali sui terreni bassi entro 8 a 16 km del litorale."

Nonostante questi avvertimenti, il governo Aquino non ha fatto significativi sforzi per mobilitare risorse sufficienti per svolgere tale richiesta evacuazione. Invece, Aquino ha trovato sufficiente andare in prima serata in televisione, alla vigilia dell'arrivo di Yolanda e rilasciare una previsione del tempo. Invece, il governo del Vietnam ha mobilitato ogni risorsa per evacuare 600.000 persone almeno due giorni prima che il tifone Haiyan raggiungesse le coste del Vietnam. La popolazione di Tacloban, envece, è di circa 200.000 persone.

Il popolo filippino dovrebbero sollevarsi in segno di protesta di massa contro la crassa incompetenza del regime Aquino. Esso deve mettere da parte gli appelli dei legali di Aquino che dicono di smettere di incolpare il governo Aquino e invece stare uniti. Al contrario, il popolo deve accusare Benigno Aquino III per la morte di migliaia dio persone derivanti dalla sua personale criminale incompetenza e quella del suo governo.

Il popolo filippino deve chiedere giustizia per la brutta condizione di centinaia di migliaia di vittime della catastrofe. Esso deve far sì che il regime Aquino paghi per la grave tragedia che lo ha colpito, che è il risultato non tanto del supertifone, ma del crasso fallimento del regime di Aquino incapace di effettuare opportune azioni preventive e aiuti di emergenza post-calamità.

Il popolo deve anche incriminare Aquino per il fallimento del suo governo nel proteggere il popolo contro la distruzione dei suoi beni. Esso deve chiedere che il regime Aquino fornisca immediati fondi (non prestiti) di soccorso per riprendere il proprio sostentamento, l'occupazione e pensioni d'emergenza, riparazione, e la cancellazione di tutti i debiti dovuti alle agenzie governative.

Il popolo deve denunciare il regime Aquino per l'assegnazione della  misera cifra di 7 miliardi di pesos (162,79 milioni di dollari) in bilancio per la calamità, con conseguente sua incapacità di costruire le infrastrutture necessarie per gli interventi di emergenza. Aquino è contento di destinare il denaro dai suoi fondi non programmati al fine di giustificare il gonfiarsi del Fondo Sociale del Presidente e del Programma per l'Accelerazione  della Spesa (PAS).

D'altra parte, il regime Aquino non vuole portare avanti un massiccio programma di riqualificazione ambientale per ripulire i fiumi e altri sistemi di acqua in condizioni critiche e impegnarsi in un massiccio rimboschimento, e invece è piegato nel permettere alle società minerarie straniere di continuare a saccheggiare l'ambiente.


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