Dai dati dell'Inps, rielaborati dalla Cgil, si calcola in 3,3
miliardi di euro, ovvero quasi 6 mila e 600 euro, la perdita di
soldi per ogni singola lavoratrice e ogni singolo lavoratore che sono in
cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga per oltre 1 miliardo di
ore anche nel 2013, come nel 2012.
Elena Lattuada, della Cgil dice che questi numeri “sono la
palese dimostrazione di come, a dispetto di una certa retorica che vorrebbe il
nostro Paese sulla via della ripresa, ci ritroviamo ancora invischiati in una
crisi pesantissima con effetti drammatici sui lavoratori e sul nostro tessuto
produttivo” "dopo sei lunghissimi anni di crisi". La sindacalista si
guarda bene dal dire che cosa ha fatto la Cgil in questi 6 lunghi anni di
crisi; la responsabilità di queste condizioni operaie è della Cgil innanzi
tutto, a braccetto con Cisl e Uil, che ha fatto Patti e Accordi di ogni tipo
con padroni e governi svendendo diritti fondamentali e contratti della classe
operaia.
Gli ammortizzatori sociali sono uno strumento per tenere
buone le masse lavoratrici e i sindacalisti confederali lo sanno bene e non
possono farne a meno tanto che "Cgil Cisl Uil promuovono un presidio
nazionale unitario per martedì 19 novembre (a Roma davanti alla sede del Mef in
via XX settembre a partire dalle ore 9) proprio per sollecitare il
rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga." Sempre a far
finta di prendersela con le istituzioni, come con lo sciopericchio, e mai con i
padroni!
Ma quante sono le aziende che fanno ricorso agli
ammortizzatori?
"Da gennaio allo scorso mese sono state 5.435 per un
+11,76% sullo stesso periodo del 2012 e riguardano 9.496 unità aziendali
(+14,89% sull'anno passato). Nello specifico si registra sempre un forte
aumento dei ricorsi per crisi aziendale (3.110 decreti per un +16%) che
rappresentano il 57,22% del totale dei decreti." Mentre "Diminuiscono
le domande di ristrutturazione aziendale (171 in totale da inizio anno
per un -14,07% sullo stesso periodo del 2012) e quelle di riorganizzazione
aziendale (199 per un -5,69%). “ Un segnale evidente del progressivo processo
di deindustrializzazione in atto nel Paese”, segnala lo studio Cgil.
La distribuzione per regioni dimostra ancora una volta la
divisione nel paese delle strutture produttive dato che è "nelle regioni
del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Lombardia,
Piemonte e Veneto.
E lo smantellamento dei settori produttivi conferma tutta la
gravità della situazione dato che è "La meccanica … il settore dove
si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione…
che pesa per 289.101.644, coinvolgendo 165.769 lavoratori (prendendo come
riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio
con 117.133.452 ore di cig autorizzate per 67.164 lavoratori coinvolti, subito
dopo l'edilizia che registra 103.599.527 ore e 59.403 persone."
Il numero dei lavoratori coinvolti è impressionante. "Considerando
un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (22
settimane), sono coinvolti nel periodo gennaio-ottobre 1.009.079 lavoratori
in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a
zero ore, pari a 44 settimane lavorative, si determina un’assenza completa
dall’attività produttiva per 504.540 lavoratori, di cui 200 mila in cigs e 125
mila in cigd.
E per questi operai in cassa in deroga si profilano mesi di
grande difficoltà perché "i soldi sono finiti", "mancano ancora
330 milioni per il 2013, soprattutto nelle regioni meridionali".
dati tratti da rassegna.it
Nessun commento:
Posta un commento