Confermata condanna a 12 anni e sei mesi per Massimo Pigozzi.
La Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni e sei mesi di reclusione per quattro violenze sessuali commesse nel 2005, nei locali della questura di Genova, dall'agente Massimo Pigozzi ai danni di donne in stato di fermo.
AVEVA UN PRECEDENTE. Il poliziotto era già stato condannato a tre anni e due mesi di reclusione per aver lacerato i legamenti della mano di un manifestante portato nella caserma lager di Bolzaneto durante il G8 del 2001.
Secondo la Suprema corte, proprio questo precedente doveva indurre il Viminale a non consentire più Pigozzi di occuparsi di persone fermate. Così gli 'ermellini' hanno ribaltato il verdetto della Corte di appello che il 12 giugno 2012 aveva escluso la colpa del ministero dell'Interno per gli abusi sessuali perpetrati da Pigozzi. Per i giudici di secondo grado tale «comportamento dell'imputato non era finalizzato al raggiungimento di fini istituzionali».
ABUSO DI POTERE. Questo punto di vista non è stato condiviso dalla Cassazione che ha accolto il ricorso di una delle donne abusate che aveva chiamato in causa anche lo Stato a pagare, insieme al poliziotto, la cifra (non nota) fissata come risarcimento per gli abusi subiti nelle celle di sicurezza. «È stato accertato che i fatti si sono svolti all'interno di un ufficio di polizia e durante il servizio di vigilanza alle persone fermate, con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica di agente di polizia», ha scritto la Cassazione, nella sentenza 40613 della terza sezione penale depositata l'1 ottobre relativa all'udienza del 5 giugno.
LO STATO DOVEVA VIETARGLI CONTATTO CON ARRESTATI. «Sussistendo quindi il rapporto di occasionalità necessari tra il fatto e le mansioni svolte», ha proseguito la Cassazione, «andava confermata la responsabilità civile dello Stato che, peraltro, nonostante il Pigozzi fosse già stato coinvolto in fatti di violenza contro soggetti in stato di fermo e condannato in primo grado, ha ritenuto opportuno adibirlo ancora una volta allo svolgimento di mansioni che prevedevano il contatto diretto con le persone arrestate o fermate e che quindi rendevano elevatissimo il rischio di commissione di reati della stessa indole».
CONFERMATO VIGORE PRIMA CONDANNA. Il 14 giugno è diventata definitiva per Pigozzi anche la condanna relativa a Bolzaneto. La vittima, Giuseppe Azzolina, venne suturata con 25 punti senza anestesia riiportando una invalidità permanente.
Quanto agli stupri del 2005, sono stati commessi ai danni di prostitute romene e donne senza fissa dimora che hanno identificato Pigozzi e riconosciuto le celle. Con questa decisione la Cassazione ha deciso nel merito e ha ridato vigore all'originaria condanna inflitta anche allo Stato in primo grado.
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