I padroni italiani, in particolare quelli organizzati nella
Confindustria, tramite il suo attuale dirigente, Squinzi, fanno sapere di
essere arrabbiati con chi ha fatto cadere il governo, e quindi soprattutto con
Berlusconi che non mancano di accusare, udite, udite!, di mancanza di dignità.
Non glien'è fregato niente di Berlusconi delinquente già condannato e in attesa
di andare in galera, l'importante è per loro che il governo Letta "stava
lavorando bene", ha fatto delle leggi che li aiutano in mille modi e
soprattutto ha cominciato a pagare i soldi dovuti dalla pubblica
amministrazione alle aziende (già circa 15 miliardi di euro versati su 20
miliardi come prima parte di un totale di 90 miliardi); e sul più bello adesso il
giocattolo rischia di rompersi…
Di passaggio ricordiamo che ci sono decine di migliaia di
"cittadini" di questo Stato che aspettano legittimi rimborsi per i
più svariati motivi tra cui quelli più gravi come gli indennizzi per i malati
di epatite C causata dalle trasfusioni con sangue infetto ecc. ecc. e che i vari governi non vogliono proprio dare!!!
Ma i padroni, questa escrescenza parassitaria e mortale
della società, mettono le mani avanti e si preparano anche per il governo che arriva
dichiarando che hanno bisogno di tanti tanti soldi, approfittando ancora una
volta della "crisi economica mondiale". E questi soldi li vogliono
appunto dallo Stato come riportato da un articolo di oggi apparso su Affari
& Finanza di Repubblica dal titolo "Quanta nostalgia per l’Iri, adesso
tutti sognano il Fsi". Questa richiesta non ha niente di nuovo, perché
l'Iri, l'Istituto di ricostruzione industriale, è stato lo strumento con cui il
fascismo ha salvato i padroni negli anni '30 nazionalizzando banche e
industrie! E la storia si ripete dopo aver distrutto buona parte della base
produttiva del paese…
Riportiamo l'articolo con qualche commento.
***
Quanta nostalgia per l’Iri adesso tutti sognano il Fsi
Ora tutti vogliono il Fondo strategico. Nel senso del Fondo
strategico italiano, braccio industrialfinanziario della Cassa Depositi e
Prestiti. [Soldi raccolti soprattutto dai risparmi dei depositi postali]. Lo
invocano per difendere l’italianità della rete telefonica, per proteggere le
aziende dell’Ansaldo che piacciono a coreani, giapponesi e americani, per
salvare (ancora!) l’Alitalia dall’abbraccio mortale dei francesi di Air France.
Si mescolano cose che l’Fsi può fare (l’intervento sulla rete) con ipotesi
lontane dal perimetro della sua missione, come, appunto, quella sull’aerolinea
tricolore. Succede perché cadute le banche sotto i colpi della lunga crisi e
delle nuove ferree regole europee, il capitalismo italiano si è disvelato per
quel che era da tempo: povero di idee e anche di capitali. Nulla di nuovo, si
potrebbe dire. Nuovo, però, è l’arrivo dei capitalisti stranieri. Nuovo è il
processo di deindustrializzazione dell’Italia accertato dall’Unione europea,
nuova è la riduzione (in media del 15 %) dal potenziale produttivo delle nostre
imprese. Siamo in piena decadenza industriale. Servono risorse per arrestarla.
Il Fondo le ha (fino a 7 miliardi di euro) e deve metterle in campo. Uscendo
dal suo guscio, diventando adulto. Quattro operazioni soltanto sono un po’
poco. L’Italia non manca di aziende sane da aiutare a crescere, quello che
comincia a mancare è il tempo. Il Fondo, se c’è, batta un colpo.
(30 settembre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento