Alcune
valutazioni post corteo:
La tanto
attesa e criminalizzata manifestazione nazionale No Muos ieri pomeriggio ha
attraversato le arterie principali della città, partendo da Piazza Castelnuovo
(Politeama) e attraversando il centro è arrivata a Piazza Indipendenza davanti
l’ingresso riservato ai turisti di Palazzo dei Normanni (sede del parlamento
regionale siciliano) dove dal giorno precedente 10 compagni No Muos occupavano
“ad oltranza” aspettando l’arrivo del corteo che se li riprendesse.
Nessun
black bloc come diffuso dalle “informative” (termine che attira a sé un'aura
di “credibilità”) dei servizi segreti che addirittura paventavano la “discesa
dei barbari”, non dalla Normandia ma precisamente dall’Austria (!).
Un
corteo variegato nella sua composizione aperto dallo spezzone No Muos composto
dalle varie componenti territoriali giunte dalle più disparate province
siciliane, presenti anche delegazioni oltre lo stretto dalla Calabria, da Roma e
anche giovani No Tav dalla Val di Susa.
Tra le
presenze indesiderate da segnalare quella del “Comune di Palermo” che ha
aderito ufficialmente e presenziato al corteo con il sindaco Orlando in persona
circondato dalle solite guardie del corpo e da uomini della digos.
Appena
giunto in piazza il nostro spezzone composto dal circolo cittadino e dai
lavoratori dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe, in particolare dai
lavoratori delle cooperative sociali, del policlinico e scuola, ha contestato
il sindaco. Inizialmente i lavoratori hanno fatto partire uno slogan spontaneo:
“Orlando, via da questa piazza, cosa stai facendo tu per questa città?” subito
dopo alcuni compagni del circolo hanno denunciato al megafono questa fastidiosa
presenza che molto sapeva di passerella più che di adesione coerente, date le
politiche della giunta comunale circa i tagli sociali (scuola in primis),
nessun provvedimento circa la disoccupazione dilagante, l’emergenza rifiuti,
ecc. Abbiamo detto che nel tentativo di mascherare questa mala politica e per
garantirsi la base elettorale presente principalmente nei quartieri residenziali
(e rappresentata al corteo da 4(!) individui) in questi mesi sono state
lanciate crociate contro falsi problemi per distogliere l’attenzione da quelli
reali (vedi i venditori ambulanti e i posteggiatori). La contestazione,
conclusasi al grido di “buffone” ha trovato il consenso di molti presenti. Sarà
per questo motivo che il sindaco non ha proseguito a piedi lungo il corteo (al
fianco dei comuni mortali) ma ha fatto un paio di apparizioni scendendo di
tanto in tanto dalla sua auto blu.
Presente
anche un altro buffone, parliamo di Ferrandelli eletto nel PD ed esponente di
una corrente che appoggia apertamente Crocetta. Anche lui una presenza
“solitaria” senza nessun supporter data l’evidente faccia tosta di
strumentalizzare la questione stando con due piedi in una scarpa. Se ci fosse
capitato “sotto tiro”, così come con Orlando, non avremmo fatto passare la sua
presenza impunita.
Durante
il corteo che come dicevamo si è svolto “senza incidenti”, come dicono i
giornalisti, è balzato agli occhi la spropositata militarizzazione della città
piena ad ogni angolo e incrocio di servi dello stato in divisa ed il corteo
pesantemente infiltrato da agenti della digos in borghese, solo il nostro
spezzone posto in coda al corteo ha avuto “l’onore” di essere scortato da una
decina di questi individui, che in un paio di occasioni abbiamo smascherato
agli occhi meno attenti.
Per
tutto il percorso abbiamo urlato slogan contro la guerra imperialista, in
particolare circa l’eventuale attacco alla Siria, contro gli strumenti di cui
si serve l’imperialismo americano come il Muos, e la militarizzazione della
Sicilia che vede basi USA e NATO in particolare quella di Sigonella da cui
partono i droni della morte. Sintetizzati al grido di “La Sicilia non è zona di
guerra, via le basi Nato dalla nostra terra” e “la guerra imperialista si può
fermare, solo se avanza la guerra popolare!” e “i popoli in rivolta scrivono la
storia! No Muos fino alla vittoria”.
In
alcuni interventi al megafono abbiamo valorizzato il significato della giornata
del 9 Agosto (così come abbiamo scritto nel comunicato di adesione:
http://proletaricomunisti.blogspot.it/2013/09/pc-24-settembre-bloccare-il-muos.html)
ed il successivo pic-nic della scorsa settimana dove decine di No Muos
tagliando le reti hanno “occupato” per un paio d’ore il territorio della base
dimostrando che la terra è di chi la abita e
vive. In tal senso bisogna continuare su questa strada sgombrando il
campo dalle illusioni rappresentate inizialmente dalla famosa “revoca ai
lavori” di Crocetta e attualmente dalle vie elettorali grilline e non.
Al grido
di “Crocetta infame, a Palermo non tornare, i No Muos ti vogliono cacciare!”,
“Prima la revoca, ora i ricorsi. Crocetta, grillini i soliti discorsi!” e
“Crocetta e grillini, nessuna illusione! Unica soluzione: rivoluzione!” seguiti
da “Per fermare il Muos che bisogna fare? Tagliare le reti, rivolta popolare”
abbiamo sintetizzato questi concetti di cui è indispensabile appropriarsi per
continuare come si diceva sulla strada della mobilitazione militante verso la
vittoria.
Le
lavoratrici e le compagne del circolo aderenti al Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario hanno arricchito di combattività la manifestazione
gridando più volte vari slogan di lotta tra cui “ la lotta delle donne si deve
scatenare questi governo dobbiamo cacciare - sciopero, sciopero delle donne”,
alla rappresentante delle Mamme No Muos è stato dato l'appello per costruire
un''assemblea nazionale a Roma in vista del 25 novembre/sciopero delle donne.
Un
corteo di 2000 persone, riuscito negli obiettivi di paralizzare la città
durante lo shopping del sabato pomeriggio, di assediare il palazzo (seppur
vuoto essendo giorno festivo) e di riprendersi i compagni che lo occupavano dal
giorno precedente dopo una non breve trattativa.
Oggettivamente
al di sotto delle aspettative circa le presenze. Su questo già da ieri molto è
stato detto.
Non
crediamo che il risultato negativo sia dovuto al terrorismo mediatico (che
sempre c’è stato seppur non in maniera così particolare) imbastito dal
Ministero degli Interni né come dice qualcuno, forse in maniera superficiale e
distratta, dalla presenze di bandiere “politiche” e partitiche che sempre ci
sono state in questi anni di mobilitazione e quindi non si capirebbe perché
giusto in questa occasione avrebbero dovuto provocare un riflusso di almeno
3000 persone.
A caldo
possiamo provare a trarre qualche conclusione da verificare nel breve-medio
periodo.
Un dato
certo è che le manifestazioni a Niscemi ultimamente sono state ben più numerose
rispetto a quella palermitana, compresa l’ultima, nonostante fossimo in pieno
periodo vacanziero di agosto, le presenze palermitane a Niscemi sono sempre
state più o meno le stesse di ieri al corteo. Ciò può significare che come
compagni palermitani ancora bisogna lavorare di più qui nel capoluogo per
sensibilizzare le masse circa questa questione importante.
Ma
principalmente crediamo che il motivo sia che la battaglia vada giocata
principalmente in contrada Ulmo.
Ovviamente
non in termini assoluti, l’idea di assediare i palazzi è giusta e sacrosanta ma
sicuramente può dare miglior risultati se il concetto di assedio non viene
svuotato della propria sostanza diventando solo un simbolo del conflitto.
In tal
senso ritorniamo ancora sulla questione della scelta del giorno. Forse un
assedio durante un giorno feriale con la presenza dei parlamentari siciliani e
con la città in piena attività avrebbe sortito un altro effetto.
Non
abbiamo la sfera di cristallo ma data la nostra, seppur piccola, esperienza in
tal senso (lavoratori coop sociali per esempio che spesso assediano e occupano
le sedi della provincia e della regione) crediamo di si.
Inoltre
crediamo che bisogna uscire da una mentalità ristretta, localista e
“territoriale” come dicono molti compagni. Pur condividendo le parole d’ordine
del corteo “bloccare il muos, sabotare la guerra, cacciare crocetta”, abbiamo
notato con dispiacere che nella maggior parte degli interventi, in particolare
dei niscemesi, ci si è “scordati” che il Muos ancor prima della questione della
salute, che sicuramente tocca in maniera più “diretta” i niscemesi, è uno
strumento funzionale alla guerra per l’imperialismo americano e i suoi alleati,
Italia compresa.
Se il
Muos viene lì costruito e come conseguenze “visibili” sul “territorio” ha
quelle dell’aumento esponenziale di tumori e leucemie, la causa è proprio quella
dell’imperialismo che lì lo deve costruire per i propri interessi strategici economici
e geopolitici.
Se non
si capisce questo, ovvero di quanto ben più ampia sia la necessità di
combattere il Muos, in un certo senso si tarpano le ali a questa battaglia e se
ne riducono le potenzialità anche espresse dai numeri in piazza. Questa battaglia
deve interessare sempre di più il movimento contro la guerra, gli
anti-imperialisti e chiunque sia contro le guerre di aggressione imperialista.
È bene
ragionare su queste questioni collettivamente e in maniera costruttiva.
Per
questo non capiamo dove stia il vantaggio di propagandare numeri al di fuori
della realtà come ancora una volta fa Infoaut che addirittura scrive di 10.000
presenze. Il dato oggettivo va letto e interpretato perché è specchio della
realtà, la tendenza a gonfiare sistematicamente i numeri in maniera così
esagerata cela il rischio di tendere a non fare questa operazione necessaria
per l’avanzamento della battaglia.
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