155 i superstiti tratti in salvo. Secondo il loro racconto sull'imbarcazione c'erano circa 500 persone, tutte provenienti dai Paesi dell'Africa subsahariana, soprattutto Eritrea e Somalia. Almeno altri 150 profughi, dunque, mancano all'appello.
Il mare è pieno di morti" è stato il primo agghiacciante commento del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. "E' un orrore infinito. Ora basta, cosa dobbiamo ancora aspettare dopo questo?" ha poi aggiunto sconvolta e in lacrime, mentre sul molo assisteva all'arrivo dei pescherecci dei soccorritori carichi di cadaveri.
Straziante il racconto di alcuni superstiti: "Siamo partiti due giorni fa dal porto libico di Misurata - hanno detto - Su quel barcone non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso. Quando siamo arrivati in prossimità dell’isola abbiamo deciso di accendere un fuoco, incendiando una coperta, per farci notare. Ma il ponte era sporco di benzina: in pochi attimi il barcone è stato avvolto dalle fiamme; molti di noi sono si sono lanciati in acqua tra le urla mentre la barca si capovolgeva".
L'ennesimo naufragio nelle acque siciliane allunga il lungo elenco di vittime senza nome ingoiate dal Mediterraneo: migliaia di uomini, donne e bambini morti nella ricerca di un futuro migliore. Secondo Fortress Europe, dal 1994 nel solo canale di Sicilia sono morte oltre 6.200 persone, più della metà (4.790) disperse. Il 2011 è stato l'anno peggiore: tra morti e dispersi, sono scomparse almeno 1.800 persone, 150 al mese, 5 al giorno.
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