Ieri 4 ottobre si è tenuto in diverse città italiane il
primo corteo studentesco, con la partecipazione di un grande numero di
studenti dal nord al sud, dagli studenti medi agli universitari.
Corteo
nazionale importante per i numeri e per il tipo di denuncia che ha
spaziato dalla particolare situazione dell'istruzione alla politica in
generale, la crisi e le misure repressive. Momenti di tensione e giuste
azioni di protesta in alcune città come Bologna o Palermo.
Gli
studenti hanno denunciato il grave stato dell'istruzione pubblica,
dovuto dai tagli dei precedenti governi, i disagi, il caro libri, le
strutture fatiscenti; gli studenti hanno svolto anche delle azioni
dimostrative come lanci di vernice, calate di striscioni e occupazioni
simboliche come quella all'Agenzia delle Entrate di Milano.
I
manifestanti hanno ricordato, tra gli slogan e i megafonaggi, gli
immigrati rimasti vittime nel mare di Lampedusa e Pavlos Fyssas, rapper
greco ucciso dai militanti di Alba Dorata. Presenti bandiere della NoTav
e NoMuos.
A Roma, momenti di tensione dopo che un albero prende fuoco e due bottiglie vuote raggiungono i poliziotti.
A
Bologna, lanciate uova e farina contro Letta presente in città per
l'inaugurazione del centro di welfare e cultura, mentre veniva urlato
"assediamo il responsabile dell'austerità"; gli studenti sono giunti
allo scontro con la polizia quando hanno tentato di forzare il cordone
per introdursi nel palazzo.
A Piacenza, durante una contestazione
contro il caro trasporti, un ragazzo viene fermato dalle forze del
disordine per poi essere rilasciato nella mattinata dopo il blocco di
alcuni pullman da parte dei manifestanti.
A Napoli gli studenti si
sono armati dei "book block", a Olbia ed a Ravenna vengono sanzionate le
sedi di alcune banche, a Pisa la stessa sorte è subita dalla sede del
Partito Democratico.
Al termine del corteo nel catanese, gli
studenti della città hanno occupato la facoltà di Scienze Politiche in
vista dell'assemblea che si sarebbe dovuta tenere nel pomeriggio verso
il 19 ottobre. Stessa azione da parte degli studenti palermitani, che
hanno sciolto il corteo solo dopo aver raggiunto la facoltà di Lettere e
Filosofia nella cittadella universitaria per lanciare un'assemblea in
vista delle prossime giornate di lotta nazionali. Il corteo palermitano è
stato riempito da 5000 studenti che hanno paralizzato il traffico nel
cuore della città dividendosi in altri piccoli cortei prima di
raggiungere il concentramento.
Azione importante una volta raggiunta
il palazzo dell'Assemblea Regionale Siciliana: incendiati i manichini di
Letta, Berlusconi, Crocetta ed i simboli dei partiti parlamentari, in
denuncia all'operato di tutti i politici, dal centro-destra al
centro-"sinistra", in denuncia a chi, come Crocetta si riempiva la bocca
di parole come la "rivoluzione" e ha gridato durante la campagna
elettorale che la costruzione del Muos a Niscemi non l'avrebbe permessa e
oggi ha revocato la precedente revoca per l'arresto dei lavori! e
criminalizza gli attivisti noMuos; in denuncia a chi, come Letta, con il
suo governo delle larghe intese approfondisce la miseria delle masse
popolari con misure antioperaie e antipopolari e finanzia con milioni di
euro le missioni di guerra all'estero, milioni che spetterebbero
all'istruzione pubblica, e mentre loro si affannano nei palazzi per le
poltrone, gli studenti come i precari, i disoccupati, i proletari sono
quelli che subiscono il peso della crisi.
Gli striscioni dal
nord al sud avevano slogan come "siamo tutti antifascisti", "se ci
bloccano il futuro noi blocchiamo la città", "pagherete caro, pagherete
tutto" , "ripresa economica solo a parole, scendiamo nelle piazze
prendiamoci le scuole" e a Roma, alla fermata della metro Colosseo, è
stato aperto uno striscione con scritto "Offre l'Atac", in risposta al
caro-trasporti della capitale.
Una importante giornata di lotta che
ha dato l'avvio a questo autunno, che può dare una forte spinta per le
prossime mobilitazioni, tra cui l'importante data del 19 ottobre a Roma.
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