giovedì 3 ottobre 2013

pc 3 ottobre - ROSSO PER LO SCIOPERO DELLE DONNE DEL 25 NOVEMBRE



Certo, c'è parecchia confusione, si guarda alla Comune di Parigi e non si guarda alle rivoluzioni, d'Ottobre, in Cina, per l'Italia si guarda al biennio rosso e alle lotte sindacali e contadine e non alla guerra di popolo della resistenza antifascista; passando ai giorni nostri, si mette spudoratamente insieme le rivolte studentesche e delle donne in Turchia con le ipocrite sceneggiate delle deputate italiane, e con i monaci tibetani...

ma almeno scelgono il ROSSO!!

Scegliamo il Rosso. Per protestare


di Adriana Terzo
Rosso come la protesta, o come la Rivoluzione che stravolge lo stato presente delle cose. Per questo – e non per il martirio di Cristiana memoria – lo “Sciopero” delle donne sceglie il colore Rosso per manifestare il 25 novembre. Drappi e stoffe rosse fuori da balconi e finestre perché Rosso è il colore dell’energia, di chi non abbassa la testa, di chi grida forte il proprio dissenso.
Rosso di rivolta, ma soprattutto di quella Sinistra che ha fatto dell’eguaglianza il suo valore fondante, simbolo delle insurrezioni popolari contro l’autorità costituita, a partire dalla Rivoluzione francese. Rosso come le bandiere che, nel 1831, rafforzarono l’opposizione dei minatori nel Galles contro la polizia, pagata dai proprietari delle miniere. Rosso come la Rivoluzione del 1848, con centinaia di bandiere rosse al vento durante le proteste partite in Francia e poi dilagate in mezza Europa. Rosso come il colore del primo governo marxista allaComune di Parigi, nel 1871: quello sarebbe stato il colore ufficiale della Comune, e rossa la sua bandiera (invece del tricolore francese). Rosso come il Biennio italiano, cruciale dellelotte sindacali e contadine del 1919-1920.
Rosso di contestazione, anche ai giorni nostri. Come le tuniche dei monaci tibetani contro la violenta politica cinese nel 2008. Come il quadratino disegnato sui cartelli e sulle vetrine dei negozi, cucito sulle magliette e tatuato sui corpi che ha segnato la rivolta studentesca dell’anno scorso a Montréal contro l’aumento delle tasse universitarie. Come gli abiti indossati dalle deputate qualche mese fa a Montecitorio, contro l’obiezione dei medici e per la piena applicazione della legge 194 sull’aborto. Rosso come il fuoco, che canta Bella Ciao al funerale di Franca Rame. Rosso come i vestiti delle donne turche che fermano gli idranti della polizia. Rosso come i fazzoletti ai funerali delle donne uccise per femminicidio.
E’ vero, nella simbologia il colore Rosso si presta a molteplici interpretazioni, ed è vero anche che per lungo tempo questo colore è stato usato dai governi per intimidire gli eserciti opposti, o per indicare emergenze o situazioni d’allarme. Ma a noi preme sottolineare che il Rosso, scelto per le manifestazioni del 25 Novembre, non è e non sarà in nome del sangue versato dalle nostre donne ammazzate, ma della ribellione ad ogni forma di violenza. Né in nome di un vittimismo che non ci appartiene. Abbiamo alzato la testa, e lo sguardo. Per questo, finalmente, “scioperiamo”.

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