Il circolo di proletari
comunisti di
Palermo ha concluso la lettura/studio del Manifesto
del partito comunista di
K. Marx e F. Engels che si è articolata in una serie di incontri
durante tutto il mese di maggio.
I
lavoratori, proletari e i giovani militanti del circolo hanno animato le diverse riunioni e in particolare l'ultima in cui si è fatto un bilancio di questo studio,
innanzitutto partendo dallo scopo di esso.
Non
un esercizio dogmatico ma l'esigenza di appropriarsi di una guida per
l'azione, partendo dalle basi, dai cosiddetti fondamentali, di
utilizzare un testo consapevolmente e dialetticamente in riferimento
alla realtà che, in continua trasformazione, è oggetto della nostra
azione politica quotidiana, una lettura/studio interattiva.
Non
è la prima volta che nel circolo si legge il Manifesto ma
ogni volta, come hanno sottolineato alcuni compagni, sia per chi lo
ha già letto sia per chi si appresta per la prima volta è
sempre un' esperienza che arricchisce in termini di
ragionamento e analisi e di crescita al fine della pratica
rivoluzionaria.
Appropriarsi
quindi innanzitutto dalle basi perché siamo un’organizzazione
politica che ha l’obiettivo di costruire il Partito rivoluzionario,
il Partito comunista di tipo nuovo.
La
pratica rivoluzionaria deve essere guidata da una teoria
rivoluzionaria e viceversa, elaborare e ragionare su quello che
si fa quotidianamente è necessario al fine di trarne gli elementi da
riportare poi nella pratica sia in termini di verifica che
avanzamento, questo si è cercato di farlo nei mesi scorsi per
esempio con l'assemblea post elettorale dopo la campagna messa in
campo in città del boicottaggio elettorale.
La
lettura/studio del Manifesto, così come di altri
testi già letti precedentemente, è un prezioso strumento per
indirizzarci all' analisi materialistico - dialettica della realtà
in cui siamo immersi e in cui agiamo.
La
riunione è stata caratterizzata da un clima vivace in cui tutte le
compagne e i compagni hanno voluto intervenire in vario modo
esprimendo diversi concetti:
-
la difficoltà come proletari che si approcciano per la prima volta
allo studio ma nello stesso tempo l'interesse che suscita un
testo come il Manifesto, vivo e attualissimo che ci
fa entrare nell'ottica di come la lotta di classe sta alla base di
tutto e di come è necessario acquistare consapevolezza che siamo
parte in causa in questa lotta di classe. Coscienza che quello che ci
dobbiamo prendere è dovuto non è concessione di nessuno.
- il
Manifesto è una pietra miliare, per la prima volta si
comincia ad intravedere l’organizzazione politica della classe
operaia, dei proletari sotto forma di Partito. Nella realtà Il
Manifesto è questo che vuole essere. K. Marx e F. Engels
analizzano tutto quello che rappresentano le classi attuali,
borghesia e proletariato, e in questo contesto come e quale
deve essere la lotta dei proletari contro la classe dominante al fine
della conquista del potere politico. Il Manifesto più
che parlare di un Partito comunista compiuto, arrivato già alla
concezione massima di quello che può essere un Partito proletario,
indica principalmente qual è la via da seguire. Non mette confusione
in testa, anzi la toglie: il porre i 10 punti non
significa aver raggiunto il comunismo, ma tracciare la via di come
sconfiggere i borghesi per cercare di cambiare, dopo la presa del
potere, in una fase di transizione nella costruzione di una nuova
società . Il Manifesto inizia a mettere terrore ai
borghesi. Come i borghesi hanno fatto cadere il sistema feudale, i
proletari faranno cadere il sistema borghese, e quando una classe
comincia ad avere paura si comincia a metterne in discussione la
stabilità.
-
prima ancora di fare i parallelismi con l'oggi, di contestualizzare,
è importante acquisire i principi per un militante comunista
rivoluzionario per impossessarci di una vera e propria arma che
dobbiamo impugnare nella guerra di classe nella quale ogni giorno
siamo coinvolti.
Marx
ed Engels nel Manifesto criticano
le teorie socialiste presenti a quei tempi per fare chiarezza
ed iniziare a porre dei paletti netti e precisi con il socialismo
scientifico. Analizzano scientificamente la società capitalistica e
insegnano alla classe il metodo da seguire, educano la classe a
come guardare alla società in cui viviamo, con quali lenti. Il fare
molta pratica può fare correre il rischio di restare infognati
in essa mentre si pone poi l'esigenza di "distaccarsi" da
essa, di guardarla come dall'esterno per ragionarci.
Il Manifesto non
è un punto di vista, ma contiene un metodo ben preciso che analizza
la società scientifica per un obiettivo, capendo come funziona
la società (in modo quasi asettico) Marx capisce che la storia
esistita è stata sempre lotta di classi e la classe subalterna,
proletaria, rovescerà la classe al potere (la storia ci ha già
dimostrato questo con le rivoluzioni che la classe proletaria ha
messo in atto); il primo capitolo del Manifesto è
un esemplare esercizio in questo senso.
La
storia è sempre stata storia di lotta tra le classi. È
importante oggi questa questione delle classi per combattere contro
le posizioni che negano l’esistenza delle classi, della classe
operaia (all’Ilva di Taranto dove oggi si gioca una delle battaglie
più importanti in merito alla contraddizione capitale/lavoro
salariato vi sono posizioni come quella del Comitato dei cittadini
liberi e pensanti, che negano di fatto la centralità della classe
operaia e il ruolo/protagonismo che in questa lotta gli operai
devono avere, dichiarandosi appunto generici cittadini in lotta e
affermando posizioni piccolo-borghese antioperaie, anticlasse).
La
classe operaia in questa fase di ulteriore crisi ritorna invece in
auge. La stessa borghesia oggi la rimette in ballo ma dal suo punto
di vista, vedi gli strilli dei vari padroni alla Squinzi, del governo
con la loro paura di un’eventuale risveglio della classe, le grida
a trovare le misure per continuare a fare profitti da una lato
e tenere buona la classe operaia dall'altro con l'estensione degli
ammortizzatori sociali. Dal nostro punto di vista diciamo che la
classe operaia esiste eccome lo si vede guardando al mondo: milioni
di operai in India con grandi scioperi messi in campo, in Cina con
diversi scoppi di lotte nelle fabbriche in cui vi sono
centinaia di migliaia di giovani operai, in Bangladesh con le
recenti stragi di operai uccisi dalla sete di profitto dei padroni
totalmente incuranti della sicurezza delle loro vite, ma anche le
lotte operaie che vi sono state in Europa come in Francia o in
Spagna…
-
l'analisi che K. Marx e F. Engels fanno delle crisi, come
elemento insito del sistema capitalistico. Un aiuto per parlare ai
lavoratori, ai proletari, vedi nella lotta sindacale, su cosa
significa crisi da un punto di vista proletario e da quello
borghese, uno strumento per prendere posizioni contro le varie teorie
non rivoluzionarie che vogliono “uscire dalla crisi”, che ragionano su come
salvarsi da essa.
-
K. Marx e F. Engels fanno chiarezza su cosa vogliono fare i
comunisti, abolire la proprietà borghese; circa la famiglia, che già
è eliminata di per sé in questa società (donne oppresse/represse fino ad essere uccise, la mancanza
di lavoro ecc): noi vogliamo eliminare questo tipo di famiglia
“catena”… ecc. Sulle idee dominanti: nessuno è esente dall’ideologia della classe
dominante. Anche chi incarna il ruolo di avanguardia rivoluzionaria
deve fare uno sforzo per combattere contro l’influenza che si
subisce da parte di tutto quello che è la società borghese. E' una
lotta continua esterna e interna. Lo studio
del Manifesto spinge
ad avere un pensiero proprio, indipendente dall’influenza
borghese, il pensiero della classe che va poi diffuso e spiegato alle
masse in tutti i terreni in cui si è a contatto a con esse.
- il libro è un’arma anche in una riunione di tipo
sindacale. Da alcune esperienze fatte con i lavoratori organizzati
sindacalmente, all'inizio in generale non capiscono pienamente ciò che si
dice perché spesso non sono abituati neanche a sentire la parola
lotta, ma insistendo, senza porsi problemi di un linguaggio al
ribasso ma usando invece le parole giuste, oppressione,
borghesia proletariato, lotta di classe, i lavoratori capiscono e in
questo aiuta molto la pratica, è un lavoro anche stancante ma
che va fatto con pazienza, delle masse non dobbiamo sottovalutare la
capacità di comprensione o viceversa la possibilità che si ha
invece di apprendere da esse, dalle loro esperienze. Il
sindacato non è solo "per aiutare le vertenze" ma è uno
strumento che ci aiuta ad organizzare i proletari in funzione del
partito comunista rivoluzionario, una cinghia di trasmissione.
-
il Manifesto mette le basi per una società diversa,
attraverso dei meccanismi esposti chiaramente. Oggi in molteplici
casi non si parla di classe, ma di datori di lavoro, lavoratori in
generale. Questa è una pecca perché non si entra nel merito
di che lavoratori si tratta, quali datori di lavoro sono.
ecc. Il Manifesto invece definisce bene queste cose.
Oggi vi sono in voga diverse teorie borghesi che vogliono porsi come
più sociali e più “umane”. La borghesia studia anche i testi di
Marx ed Engels ma per utilizzarli al suo servizio,snaturandone i
contenuti rivoluzionari, la borghesia studia per fare passare come
migliore questo sistema cercando di abbellirlo ma per continuare a
sottoporre la classe oppressa allo sfruttamento e all'oppressione
intensificando anche la repressione.
-
il Manifesto è
un'arma nella lotta contro tutte le posizioni pseudo rivoluzionarie …
il terzo capitolo parla ad esempio dei socialisti utopisti,
oggi vi sono realtà di movimento che si definiscono rivoluzionarie,
marxiste, ma poi sull’Ilva ad esempio sono per la
chiusura della fabbrica e non vedono la classe operaia come il
cuore della classe o guardano a fenomeni piccolo-borghesi, vedi il
movimento dei forconi, non comprendendone la vera
natura di classe, ciò è legato alla posizione di classe di queste
realtà.
-
con l’analisi di Marx e di Engels si evita di andare avanti in base
alle mode “teoriche”. Sulla questione delle crisi cicliche Marx
le spiega. Per il capitale la crisi è positiva. Il capitalismo
all’inizio è di tipo concorrenziale, interesse individuale del
singolo. Poi, spiegato bene da Lenin, il capitalismo prende la forma
di monopoli e concentrazioni. La crisi è l’inceppamento del
meccanismo causato dalla sovrapproduzione, ma la crisi è la risposta
stessa per la borghesia di uscirne. La seconda guerra mondiale è
stato un meccanismo per evitare il proseguimento della crisi e
tornare alla produzione, riprendere ossigeno. I comunisti non sono
perché la crisi venga “superata”, ma perché si acuisca.
È
errato fare una divisione tra sociopolitico ed economico. L’analisi
di Marx parte da un’analisi prettamente economica e poi dà delle
risposte sociopolitiche ed economiche.
Nel
momento in cui stanno per scoppiare le polveriere, esce
l’intellighenzia borghese con le parole abbellite di etica, come fa
l'economista Sen. Anche durante la stesura del Manifesto,
Marx parla di economisti simili. Sono molto più meschini dei
neoliberisti, che sono più sinceri perché vogliono abbellire il
capitalismo, renderlo gradevole, ma il sistema capitalista non può
essere migliorato senza la sua distruzione. Questo lo dimostrano le
teorie in voga di anni fa, vedi Keynes… poi i monetaristi, vedi
Friedman…Anche Tremonti, neoliberista, ad un certo punto ha parlato
di “capitalismo selvaggio”, la borghesia si adatta quando le
condizioni mutano, ma per mantenere il dominio. Il problema
privato-pubblico è un falso problema. Lo stato non è una cosa
astratta nel capitalismo. Ci sono stati capitalisti dove c’è più
peso dello Stato, e anche in Italia ci sono state alcune fasi. Ma
pubblico per la borghesia non vuol dire “a favore del
popolo”: il punto è sempre il potere. Lo stato è a immagine e
somiglianza della borghesia e quindi pubblico-privato portano avanti
le stesse priorità. Parlare di Stato non vuol dire niente. Occorre
mettere l’aggettivo: Stato borghese o stato proletario? A chi
gioverebbe l’abbellimento? Non alla classe proletaria. Oggi vi è
l’esempio del nord Europa, sempre citato da queste scuole
"progressiste" che dicono che il welfare state
funziona: questo è stato sfatato nelle periferie che esplodono di
questi paesi, vedi le rivolte (banlieue di Stoccolma), periferie che
oggettivamente sono più povere rispetto alle città con un'alta
concentrazione di immigrati. L'abbellimento del sistema è nella sostanza il tentativo di
nascondere ciò che c'è al fondo della società e cioè un continuo
humus nazista. Gli “abbellitori” provano ad eliminare ogni
traccia ma poi tutto viene a galla. Vedi i femminicidi e la
violenza sulle donne in aumento in questi paesi cosiddetti molto
avanzati e presi a modello dagli altri borghesi come i paesi del nord
europa, vedi lo sterminio di Breivik.
- Siamo
un gruppo di persone che decidono di “prendere parte”. Questo è
il concetto di partito di Marx. Non è solo il partito strutturato,
quello viene dopo. Ma il concetto di fondo è prendere parte
scientificamente e con la propria vita come fecero Marx ed Engels.
Perché ci si gioca la vita in questa cosa. Una volta presa la parte,
ci si deve attrezzare. Gli operai non avevano bisogno di Marx per
fare le lotte, le facevano già da prima. I proletari avevano bisogno
di un “manuale”. Perché non si risolvevano le “vertenze”
bruciando le fabbriche e basta. L’unità deve essere ideologica, di
un gruppo che è punto di riferimento per quelli che non possono
“studiare” dice Engels. Critica dell’economia politica è il
sottotitolo del Capitale. La società non si può dividere fra
“economico” e “politico” ecc. La borghesia fa il lavoro di
dividere nella società e nella testa dei proletari tutto il
divisibile affinché non capiscano nulla. Lo sforzo deve essere
quello di ricomporre le sfaccettature che la borghesia fa, per
rimettere insieme armonicamente analisi e critica come guida per
l’azione per spiegare pazientemente a tutti quelli che vogliono
ascoltare queste cose.
Mettere
i puntini sulle i. Nel mondo oggi ci sono i compagni che guidano le
guerre popolari, indiani, i filippini ecc, ma non abbiamo più Marx
ed Engels. Noi siamo oggi i proletari avanzati. Lenin ha detto che il
Marxismo, scienza del proletariato, è la pietra angolare di un
edificio tutto da costruire. Perché è una cosa viva.
Sulla
funzione della borghesia: occorre dargli un taglio. Anche il
presidente Gonzalo ha parlato della borghesia con enfasi forte, ma
alla vigilia dell’inizio della guerra popolare! Ha preso ad esempio
le sinfonie di Beethoven dicendo che la borghesia ha espresso anche
in quel caso grande potenza ed entusiasmo. Anche il proletariato deve
essere potente, nella sua povertà generalizzata deve trovare le
forme che esprimano questa potenza...
Sulla
concorrenza e i monopoli di cui si parlava prima e le differenze con
il passato. Oggi anche i monopoli si fanno concorrenza. La borghesia
oggi cerca di tenere sottobanco e sottotono le guerre di concorrenza
scoppiate, una delle quali è quella valutaria per incentivare
l’esportazione.
Abbiamo
già detto che i borghesi sono costretti a riprendere il Marxismo e
lo studiano per cercare di smontarlo.
Alcune
citazioni del manifesto ci aiutano ad orientarci meglio: per es. “Il
paese più avanzato non fa che mostrare a quello meno avanzato quale
sarà il suo futuro”, quello che oggi succede in Cina e in india,
riportato dagli economisti moderni, è avvenuto nel passato agli
altri paesi, chi non ha sentito parlare di americanizzazione...
Abbiamo
ragione a voler fare del Manifesto la nostra guida per l'azione.
Circolo proletari comunisti i Palermo
Circolo proletari comunisti i Palermo
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