lunedì 3 giugno 2013

pc 3 giugno - Nomuos riuscito lo sciopero e la manifestazione, si rilancia la mobilitazione contro il governo e gli Stati Uniti che vogliono continuare a militarizzare l'isola

Non si ferma l'ondata di protesta delle popolazioni locali e dei sostenitori contro le installazioni militari a Niscemi, anche lo sciopero del 31  maggio scorso, infatti, organizzato dai Comitati e indetto dalla Cub, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e che viene dopo la grande manifestazione del 30 marzo scorso, conferma la volontà di lotta e contrasto contro questo gigantesco mostro militare che oltre a fare definitivamente della Sicilia la "portaerei del Mediterraneo", come hanno confermato i vertici militari italiani e americani, continuerà a produrre malattie alla popolazione residente e devastazione ambientale.
E mancano dati sufficienti per stimare il reale impatto dei campi elettromagnetici emessi fin dal 1991 dalle 46 antenne già esistenti, come dice il prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino, esperto in tema di MUOS designato dal movimento, che conferma che ciò che viene denunciato da tempo è vero, infatti i vertici militari:
•          hanno dovuto ammettere che il MUOS non sostituirà le 46 antenne esistenti che, pertanto, rimarranno attive;
•          si sono trovati nella posizione di dover smentire che le parabole hanno una inclinazione di sicurezza… Il fatto è vero, sì, ma solo per le altre tre stazioni di terra: a Niscemi, invece, l’inclinazione delle parabole MUOS è assai minore. E arriva addirittura ad appena 5 gradi con un alzo massimo di 17 o 18 gradi. In pratica sono puntate sulla superficie e sulla popolazione della Sicilia;
•          hanno confermato di non avere ancora installato le nuove centraline fornite dal Ministero della difesa per il monitoraggio delle emissioni.

In tutti questi anni in cui la popolazione si è ammalata, e il resto della popolazione siciliana è a forte rischio, che il governo ha fatto sempre finta di niente! Anzi, come riportano dal sito, "I vertici militari senza imbarazzo hanno ribadito “l’importanza strategica del MUOS” e della sua ubicazione a Niscemi: “la Sicilia”, ha affermato il comandante della base di Sigonella Christopher Dennis, “riveste un ruolo strategico unico al mondo per la sua posizione geografica.” A tali parole fa eco la dichiarazione di un alto ufficiale dell’Aeronautica militare italiana secondo il quale “la Sicilia è una portaerei nel mediterraneo.”

Anche lo sciopero quindi si è rivelato una scelta giusta "Uno sciopero che ha visto la partecipazione di persone differenti per strato sociale, posizione lavorativa, settore di attività ed età anagrafica: tutte unite però nella determinazione di dire No al MUOS.
"Ogni decisione tendente all’installazione del MUOS o al mantenimento delle 46 antenne NRTF sarà una decisione assunta contro i cittadini e contro la volontà popolare. E i cittadini la contrasteranno come è giusto che sia sino al definitivo smantellamento del cantiere MUOS e alla totale dismissione della base NRTF."

Nel frattempo, come riportano dal sito dei comitati, "in attesa del pronunciamento del TAR, [previsto per il 6 o 7 giugno] il movimento No MUOS è pronto alla mobilitazione.
"Quale che sia l’esito della vicenda presso il tribunale amministrativo regionale della Sicilia – cui il governo nazionale (prima con Monti e poi con Letta) si è rivolto per chiedere la sospensiva della revoca e una penale di 50.000 dollari al giorno a carico del comune di Niscemi e della regione siciliana – il movimento è pronto a mobilitarsi.
"Il sette giugno sarà una giornata di mobilitazione nazionale contro il MUOS con iniziative di vario genere in giro per la Sicilia e per il resto d’Italia. La giornata culminerà con un volantinaggio simultaneo in diverse città italiane alle ore 18,00."


La mobilitazione continua… insieme alle popolazioni locali per smantellare definitivamente le antenne e il Muos e per ostacolare ogni volontà di trasformazione della Sicilia in una piattaforma di guerra contro il popoli del Mediterraneo e del mondo intero.

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