Non si ferma l'ondata di protesta delle popolazioni locali e
dei sostenitori contro le installazioni militari a Niscemi, anche lo sciopero
del 31 maggio scorso, infatti, organizzato
dai Comitati e indetto dalla Cub, che ha visto la partecipazione di migliaia di
persone e che viene dopo la grande manifestazione del 30 marzo scorso, conferma
la volontà di lotta e contrasto contro questo gigantesco mostro militare che
oltre a fare definitivamente della Sicilia la "portaerei del
Mediterraneo", come hanno confermato i vertici militari italiani e
americani, continuerà a produrre malattie alla popolazione residente e
devastazione ambientale.
E mancano dati sufficienti per stimare il reale impatto dei
campi elettromagnetici emessi fin dal 1991 dalle 46 antenne già esistenti, come
dice il prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino, esperto in tema di
MUOS designato dal movimento, che conferma che ciò che viene denunciato da
tempo è vero, infatti i vertici militari:
• hanno dovuto
ammettere che il MUOS non sostituirà le 46 antenne esistenti che, pertanto,
rimarranno attive;
• si sono
trovati nella posizione di dover smentire che le parabole hanno una
inclinazione di sicurezza… Il fatto è vero, sì, ma solo per le altre tre
stazioni di terra: a Niscemi, invece, l’inclinazione delle parabole MUOS è
assai minore. E arriva addirittura ad appena 5 gradi con un alzo massimo di 17
o 18 gradi. In pratica sono puntate sulla superficie e sulla popolazione della
Sicilia;
• hanno
confermato di non avere ancora installato le nuove centraline fornite dal
Ministero della difesa per il monitoraggio delle emissioni.
In tutti questi anni in cui la popolazione si è ammalata, e
il resto della popolazione siciliana è a forte rischio, che il governo ha fatto
sempre finta di niente! Anzi, come riportano dal sito, "I vertici militari
senza imbarazzo hanno ribadito “l’importanza strategica del MUOS” e della sua
ubicazione a Niscemi: “la Sicilia”, ha affermato il comandante della base di
Sigonella Christopher Dennis, “riveste un ruolo strategico unico al mondo per
la sua posizione geografica.” A tali parole fa eco la dichiarazione di un alto
ufficiale dell’Aeronautica militare italiana secondo il quale “la Sicilia è una
portaerei nel mediterraneo.”
Anche lo sciopero quindi si è rivelato una scelta giusta "Uno
sciopero che ha visto la partecipazione di persone differenti per strato sociale,
posizione lavorativa, settore di attività ed età anagrafica: tutte unite però
nella determinazione di dire No al MUOS.
"Ogni decisione tendente all’installazione del MUOS o
al mantenimento delle 46 antenne NRTF sarà una decisione assunta contro i cittadini
e contro la volontà popolare. E i cittadini la contrasteranno come è giusto che
sia sino al definitivo smantellamento del cantiere MUOS e alla totale
dismissione della base NRTF."
Nel frattempo, come riportano dal sito dei comitati,
"in attesa del pronunciamento del TAR, [previsto per il 6 o 7 giugno] il
movimento No MUOS è pronto alla mobilitazione.
"Quale che sia l’esito della vicenda presso il
tribunale amministrativo regionale della Sicilia – cui il governo nazionale
(prima con Monti e poi con Letta) si è rivolto per chiedere la sospensiva della
revoca e una penale di 50.000 dollari al giorno a carico del comune di Niscemi
e della regione siciliana – il movimento è pronto a mobilitarsi.
"Il sette giugno sarà una giornata di mobilitazione
nazionale contro il MUOS con iniziative di vario genere in giro per la Sicilia
e per il resto d’Italia. La giornata culminerà con un volantinaggio simultaneo
in diverse città italiane alle ore 18,00."
La mobilitazione continua… insieme alle popolazioni locali per
smantellare definitivamente le antenne e il Muos e per ostacolare ogni volontà
di trasformazione della Sicilia in una piattaforma di guerra contro il popoli
del Mediterraneo e del mondo intero.
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