Migliaia di persone in
strada in tutto il Paese. Nella piazza di Istanbul, 'riconquistata'
dopo gli assalti della polizia
Nuovi scontri fra
manifestanti antigovernativi e polizia sono ripresi nel pomeriggio nella
zona di Kizilay, nel centro di Ankara. Gli agenti hanno lanciato gas
lacrimogeni per cercare di disperdere diverse centinaia di persone che
si avvicinavano agli uffici del premier Recep Tayyip Erdogan, di cui i
contestatori chiedono le dimissioni. Una manifestazione è stata dispersa
da una carica della polizia sempre ad Ankara, dove contro il corteo
sono stati usati idranti e lacrimogeni. In serata, invece, la protesta è diventata sonora, e ha invaso le
strade di Istanbul, Ankara e Smirne. Il centro delle tre più grandi
città del paese è stato invaso da migliaia di automobilisti, con la mano
schiacciata sul clacson. Sui balconi di molte case e per le strade il
concerto dei clakson è stato accompagnato da quello metallico delle
pentole sbattute una contro l'altra dalla gente per unirsi alla
richiesta dei manifestanti di Taksim e Kizilai.
Negli ospedali di Ankara curate 484 persone.
Ad Ankara sono 484 i manifestanti che sono stati curati negli ospedali,
da venerdì a oggi. Lo ha reso noto il segretario generale della sezione
locale dell'Associazione dei medici turchi, Selcuk Atalay. Secondo
quanto dichiarato dal medico un manifestante è in gravi condizioni. "Ci
sono persone gravemente ferite da proiettili di plastica" ha dichiarato
Atalay.
"I
manifestanti fermati sono stati tenuti in massa, fino a 12 ore, nei
blindati della polizia senza acqua, cibo e senza servizi igienici", ha
detto ancora il portavoce di Amnesty raccontando anche di "violenze
nella stazione di polizia vicino a piazza Taksim e nella stazione
centrale di polizia di Istanbul". Secondo fonti mediche, ha precisato
Noury, "lacrimogeni sono stati lanciati anche all'ingresso degli
ospedali" e la polizia "ha arrestato feriti che necessitavano di cure". La polizia turca ha arrestato più di 1700 persone durante le
manifestazioni antigovernative che si sono svolte ad Istanbul, Ankara e
decine di altre città,I manifestanti anti-Erdogan accusano le tv turche di
minimizzare la rivolta, sotto pressione del governo. Le informazioni
sulla protesta e sulle violenze della polizia circolano sulle reti
sociali.
Anche la notte
scorsa il "popolo laico" della capitale turca Ankara si è riversato
nelle strade della città per contestare il governo del premier islamico,
Recep Tayyip Erdogan,
dopo gli scontri di ieri a Istambul dove ci sarebbero stati oltre mille feriti per la protesta contro la distruzione del parco Gezi, sulla piazza Taksim, luogo simbolo della rivolta. Lungo la centrale arteria commerciale di Tunali ad Ankara una folla
variopinta, molti con la bandiera turca rossa con la mezza luna bianca o
con stendardi rossi con le sigle del fondatore della Turchia moderna,
Moustafah Kemal Ataturk, sulle spalle, ha sfilato cantando "Tayyp
vattene". Moltissimi tenevano in mano bottiglie di birra, simbolo della
resistenza contro il partito islamico Akp del capo del governo, che la
settimana scorsa ha imposto un duro giro di vite sul consumo di bevande
alcoliche. Su un marciapiede di Tunali i manifestanti hanno depositato
una dietro l'altra una cinquantina di bottiglie, alcune decorate con
lumicini accesi. Per via diverse coppie che, sempre a mo' di
contestazione delle autorità islamiche, si sono baciate sulla bocca. La
settimana scorsa la polizia di Ankara aveva tentato di impedire una
"protesta del bacio" in una stazione del centro della capitale,
convocata dopo che le autorità locali avevano invitato i passeggeri
della metropolitana ad un "comportamento morale". Le telecamere a
circuito chiuso avevano infatti ripreso alcuni giovani che si erano
baciati sulla bocca.
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