E' il fascismo neocorporativo del
sindacalismo confederale che si sposa e si unisce al fascismo
padronale, partito dalla Fiat e da tempo in estensione in tutte
le fabbriche e posti di lavoro.
Per Cisl e Uil è il compimento
naturale del passaggio nel campo del padrone e del governo, da tempo
in atto e che ha trovato nell'accordo Fiat il suo punto di maggiore
consistenza.
Per la Cgil è la fine di un equivoco,
di una falsa opposizione e di un rientro a pieno titolo nella
gestione neocorporativa e neoconsociativa del sistema capitalista.
Chi invece vorrebbe ostinarsi a
rimanere con un piede in due staffe è la Fiom di Landini che
nei comizi si dice contro e nella prassi è a favore, e contribuisce
a dare una base di consenso in quello che è e può essere l'anello
debole del sistema e dell'accordo: le fabbriche.
A questo accordo si risponde con la
lotta. Lo Slai cobas per il sindacato di classe è disponibile a
partecipare e promuovere tutte le iniziative di lotta necessarie; là
dove siamo presenti, dopo il necessario lavoro di informazione con
volantini, incontri e assemblee, promuoverà scioperi, contestazioni
e raccolte di firme contro l'accordo. Ma, naturalmente, pensiamo che
soprattutto in fase di protesta dei lavoratori su lavoro, salari,
diritti o in fase di applicazione pratica di questo accordo, sarà
più possibile organizzare e sviluppare la protesta dei lavoratori.
Va detto, però, che noi non abbiamo
mai accettato le attuali Rsu come forma democratica di rappresentanza
dei lavoratori, e quindi non pensiamo che l'obiettivo è difendere
l'attuale sistema; né tantomeno abbiamo mai avuto alcuna fiducia
nella legge sulla rappresentanza espressa da questi parlamenti,
questi governi.
Con questo accordo padroni e sindacati
cancellano in realtà una vera rappresentanza dei lavoratori, e
quindi la lotta deve essere per una vera rappresentanza dei
lavoratori. E la vera rappresentanza che i lavoratori hanno
potuto avere e riconoscere sono stati i Consigli di Fabbrica, ed è
ad essi che bisogna tornare e per essi che bisogna lottare, qualunque
sia il tempo necessario e costi quel che costi.
Non siamo, quindi, per rivendicare il
mantenimento dell'attuale sistema, né possiamo dimenticare che
alcuni sindacati di base pur di rimanere nell'attuale sistema hanno
firmato accordi, fatto concessioni di principio e di pratica che,
lungi dall'aver allargato la rappresentanza e portato a maggior
democrazia sui posti di lavoro, sono stati e sono armi impotenti
nella battaglia per la rappresentanza e il sindacato di classe.
Lavorare per difendere i diritti dei
lavoratori, per una vera rappresentanza, per un sindacato di classe,
significa rompere anche nel sindacalismo di base con queste logiche
perdenti.
SLAI COBAS
per il sindacato di classe
Coordinamento
nazionale
2.6.2013
Nessun commento:
Posta un commento