Più di duemila i manifestanti che questo pomeriggio sono scesi in piazza a Pisa in solidarietà con lo Spazio Antagonista Newroz dopo l'attentato incendiario che ha colpito nella giornata di domenica il centro sociale di via Garibaldi. Una vera marcia popolare unita dallo slogan “ci sono cose che non bruciano” è partita da piazza Sant'Antonio ed è andata progressivamente ingrossandosi. Secondo l'indicazione emersa già dall'assemblea pubblica cittadina di giovedì la marcia è stata capace di generalizzare il patrimonio di lotte del Newroz per ribadire, consolidare e rilanciare la legittimità del conflitto sociale nella città di Pisa, riuscendo così a coinvolgere le numerose realtà della sinistra di movimento cittadina assieme a una composizione ricca ed eterogenea. Precari, studenti medi e universitari, lavoratori, migranti hanno saputo formulare con la loro presenza e determinazione la migliore risposta a qualsiasi intimidazione nei confronti di chi è intenzionato in questa crisi a lottare e spendersi in prima persona per aprire e costruire nuovi spazi di libertà e democrazia.
“Case sfitte affitti pazzeschi questa è la città che vuole Filippeschi”
Percorso
Corso Italia il corteo è subito confluito in piazza XX Settembre
davanti al Comune. Palazzo Gambacorti nel corso di questo autunno è
stato più volte militarizzato e le sue porte sprangate davanti alle
proteste degli studenti medi pisani sostanziando con manganelli e denunce
la distanza tra il blocco di potere piddino al governo in città e la
volontà di cambiamento espressa dalle giovani generazioni di studenti.
Davanti al tentativo da parte del PD pisano di associare la presunta
“violenza politica” delle contestazioni al PD di quest'autunno con la
“violenza vigliacca” dell'attentato al Newroz, il corteo di oggi,
passando sotto il comune, ha evidenziato, soprattutto in questa campagna
elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, l'alterità degli
interessi di quanti nella crisi soffrono le politiche speculative della
giunta Filippeschi sulla casa e sul mattone. Così è stata ribadita la
legittimità per le lotte sociali di individuare i veri responsabili
della crisi, sottraendosi al gioco di chi, riconducendo tutto a
un'indistinta violenza politica da esorcizzare, vorrebbe nulla si
intaccasse degli attuali assetti di potere.
“Biji Apo. Biji Kurdistan...”
Mentre
il corteo sostava sul Ponte di Mezzo e gli interventi dal furgone si
susseguivano in rapida successione una grande scritta veniva vergata
sulle sponde dell'Arno: “ci sono cose che non bruciano”, evocando il
radicamento dell'esperienza dello Spazio Antagonista Newroz e della
forza delle lotte sociali.
Sul
Lungarno Mediceo il corteo ha sostato davanti alla Prefettura sui muri
della quale uno striscione è stato appeso per chiedere la liberazione di Seda,
una compagna turca arrestata nei giorni scorsi a Pisa e che ora rischia
di essere estradata in Turchia dove è ricercata per reati politici.
Seda infatti è una militante del MLKP, un partito dichiarato
“organizzazione terroristica” e fuorilegge dal governo turco nel 2007.
Il corteo ha intonato cori di solidarietà con il popolo kurdo, altra
vittima delle politiche repressive turche e la cui causa è sempre stata
cara alle attività dello Spazio Antagonista Newroz.
“Palazzinaro vestiti a lutto, casa dopo casa ci riprendiamo tutto”
Alla
fine di via del Borghetto, dopo due settimane le lotte hanno nuovamente
raggiunto l'hotel di Santa Croce in Fossabanda. Il 18 aprile infatti
per 4 giorni il Progetto Prendocasa ha occupato
con le famiglie in emergenza abitativa questo spazio di proprietà del
comune ma messo in vendita offrendo una soluzione concreta per risolvere
l'emergenza casa. L'occupazione ha denunciato le politiche speculative
del comune che preferisce pagare ostelli privati per ospitare le
famiglie sotto sfratto e allo stesso tempo mette in vendita immobili
pubblici pronti ad ospitare quanti in questa crisi non riescono più a
pagare affitti esorbitanti e vengono sbattute fuori di casa. Il corteo
ha ribadito che solo con una cooperazione dal basso che sappia
individuare la ricchezza dell'esistente, valorizzarla e sottrarla alla
rapina speculativa è possibile costruire un nuovo welfare fatto di
dignità e riappropriazione. Esattamente come hanno iniziato a fare gli
studenti universitari in questo mese di lotte intense occupando Palazzo Feroci, uno stabile di proprietà dell'università dismesso, per costruire uno studentato autogestito.
In una città con1200 udienze di sfratto più altre migliaia di sfratti esecutivi uno scandalo come quello dell'hotel di Santa Croce in Fossabanda non può essere tollerato: “ce lo prendiamo quando vogliamo!”.
In una città con1200 udienze di sfratto più altre migliaia di sfratti esecutivi uno scandalo come quello dell'hotel di Santa Croce in Fossabanda non può essere tollerato: “ce lo prendiamo quando vogliamo!”.
“La nostra rabbia brucia più del fuoco”.
Dopo
Santa Croce in Fossabanda il corteo è arrivato in via Garibaldi e ha
raggiunto il Newroz. I cordoni si sono sciolti sotto la porta delle mura
dietro la quale si trova lo Spazio Antagonista. Dopo giorni di intensi
lavori per il rapido ripristino dell'agibilità della struttura tutti,
compagni e compagne, sventolando le bandiere rosse si ritrovano con
rinnovata forza e rabbia di fronte al Newroz per ricordare ancora una
volta che “ci sono cose che non bruciano”. Le lavoratrici della Sodexo,
gli operai e le operaie Piaggio, i ragazzi della curva nord, i ragazzi e
le ragazze dei quartieri popolari, gli studenti medi e universitari, le
famiglie occupanti di casa, tutte le lotte che hanno attraversato e
attraversano il Newroz ricordano Scià Scià e Giorgione e tutte insieme
intonano cori di resistenza rinnovando la voglia di non cedere e di non
abbassare la testa. Si canta “Bella Ciao”. Nessuna intimidazione può far
arretrare le lotte a Pisa.
“Franco è vivo e lotta insieme a noi...”
Alla
fine di via Garibaldi il corteo confluisce con passo determinato in
Piazza Serantini, proprio nel giorno in cui ricorre la vigilia
dell'arresto di Franco. Ancora una volta, in una città in cui
l'amministrazione vuole fare anche della storia un contenitore
indistinto e innocuo dedicando una piazza Niccolai, il fascista contro cui Franco si oppose, il corteo sceglie invece di schierarsi, di interpretare desideri e volontà di parte.
Grazie al contributo e alla vicinanza di tanti, dopo soltanto una settimana dall'attentato, moltissimo è stato fatto per permettere al Newroz di tornare a funzionare come prima. Ma quello che la giornata di oggi ha saputo dimostrare, con una marcia popolare partecipata e condivisa, è che il Newroz vive prima di tutto nelle strade, nelle piazze e nelle lotte.
Grazie al contributo e alla vicinanza di tanti, dopo soltanto una settimana dall'attentato, moltissimo è stato fatto per permettere al Newroz di tornare a funzionare come prima. Ma quello che la giornata di oggi ha saputo dimostrare, con una marcia popolare partecipata e condivisa, è che il Newroz vive prima di tutto nelle strade, nelle piazze e nelle lotte.
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