domenica 5 maggio 2013

pc 5 maggio - scarcerare Seda ! appello alla mobilitazione da Pisa




Di seguito il comunicato diffuso dai compagni e dalle compagne del collettivo eXploit di Pisa:

"Nei giorni scorsi all’interno di Exploit, abbiamo conosciuto un compagno svizzero di Indymedia, che ci ha parlato di Seda, la sua ragazza, arrestata il 30 aprile a Castiglioncello.
Abbiamo tradotto, cercando di mantenere il più possibile la forma originale, il comunicato che hanno scritto i compagni e le compagne svizzeri".

Martedì 30 aprile 2013 Seda è stata arrestata in un ostello a Castiglioncello. Le mancava un documento, che le era stato rilasciato in Svizzera in quanto rifugiata politica. Questo documento è stato presentato subito dopo. Attualmente si trova nel carcere di Pisa e non ha nessun contatto con i suoi parenti. Ha ottenuto un difensore d’ufficio e si trova in stato di isolamento.
Seda ha ottenuto l’asilo politico in Svizzera poichè in Turchia doveva fronteggiare persecuzione e reclusione detentiva in quanto oppositrice del governo. In Turchia Seda aspetta una condanna detentiva per aver preso parte ad una manifestazione e questo è il motivo per cui è stata condannata. Avrebbe fatto propaganda per una “organizzazione illegale” di sinistra. La Turchia considera illegali le organizzazioni critiche verso il governo, sebbene esse siano legali negli altri paesi.
La Turchia abusa dell’Interpol al fine di perseguire le persone critiche verso il governo. I mandati di cattura dell’Interpol impediscono ai rifugiati politici di muoversi liberamente, in questo modo si realizza una persecuzione ben oltre i confini turchi.
Seda ha ottenuto in Svizzera l’asilo politico. In Svizzera Seda è “legale” sotto ogni aspetto. L’Italia è tenuta a rispettare i diritti umani e assicurare la protezione dalla persecuzione politica.
La nostra richiesta è chiara: noi chiediamo che la giustizia italiana riconosca il pronunciamento della Svizzera, secondo cui Seda è dichiarata rifugiata politica.
Deve essere rilasciata immediatamente e in ogni caso non deve essere lasciata in balia dello stato torturatore turco. Spetta ora alla magistratura italiana, opporsi a questa situazione ingiusta.

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