La manifestazione per commemorare le vittime della tragedia a molo Giano. Portuali strappano il microfono agli organizzatori e leggono una dura lettera contro le istituzioni che non hanno bloccato il traffico in porto: "Non possiamo lavorare con i vigili del fuoco che portano via i morti sul lavoro. Dobbiamo dare valore ai lavoratori". Stop di 15 minutidi ogni attività commerciale
di NADIA CAMPINI In mille per la manifestazione di solidarietà alle vittime dell'incidente in porto. Per 15 minuti, dalle 11 alle 11.15, tutta la città si è fermata: chiuse banche, abbassate le saracinesche e spente le luci nei negozi e nei supermercati. Sospese le attività nelle scuole e all'università, in tribunale.I primi ad arrivare in piazza sono stati gli operai delle Riparazioni navali, seguiti da quelli di Fincantieri e dai camalli del porto. Presenti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari. Hanno parlato il sindaco Marco Doria, Ivano Bosco segretario della Cgil.
Ma quando è stato il momento di dare voce al responsabile dei cappellani del lavoro, monsignor Luigi Molinari, si sono alzate dalla folla grida di protesta: "Lasciate parlare i lavoratori", hanno gridato alcuni e una mano ha staccato la spina all'all'altoparlante.
Imbarazzo tra gli organizzatori, il sacerdote reso "afono" dall'intervento all'impianto di amplificazione, ha salutato la piazza in fretta e furia.
E un gruppo di lavoratori del porto ha preso in mano il microfono per leggere una dura lettera contro le istituzioni: "Siamo in sciopero da ieri fino alle tredici di oggi _ hanno detto _ mentre qualcuno avrebbe voluto che riprendessimo il lavoro già ieri, mentre i sommozzoatori stavano ancora tirando fuori i cadaveri. E comunque sull'altare della produttività le navi hanno continuato a circolare ed è partita addirittura una nave passeggeri con in turisti che fotogravano il luogo
http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/05/09/news/la_tragedia_del_porto_mille_in_piazza_contestato_il_rappresentante_della_curia-58405874/
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