giovedì 9 maggio 2013

pc 9 maggio - Lo spettro dell'"eversione" si aggira sui palazzi del potere e Re Giorgio imbavaglia le proteste


Terzo allarme terrorismo di Giorgio Napolitano nel giro di pochi giorni.. E per la prima volta si evoca la parola "eversione". Il capo dello Stato, durante l'intervento al Senato in ricordo de "li mortacci loro", spiega: "Bisogna fermare la violenza prima che si trasformi in eversione. In questo momento non possiamo essere tranquilli davanti a esternazioni anche solo sul piano verbale o sul piano della propaganda politica". Riferendosi poi alla Camera, al Senato e al Quirinale, Re Giorgio aggiunge: "Basta chiamare questi palazzi i palazzi del potere", sono invece i "palazzi della sovranità popolare".

Re Giorgio però non ha aperto le porte dei "palazzi della sovranità popolare" alle 80 famiglie senza casa violentemente sgomberate dall’edificio occupato di Tor Tre Teste, ma anzi, non ha detto bla sulla violenta repressione poliziesca a piazza Venezia, messa in moto dal suo stato "sovrano" sui senza casa che chiedevano, appunto, un tetto.
Re Giorgio ha taciuto, quando i servi del potere hanno assaltato recentemente un altro luogo della sovranità popolare: l'università statale di Milano, ferendo 3 studenti e chiudendo un'altro spazio di cultura e socialità.
Re Giorgio tace sui tagli alla sanità dei suoi governi sovrani, per cui chi sta male deve solo crepare, i bambini, gli anziani e i poveri, che sono sempre di più. Ma chi se ne frega di questi plebei, non hanno mica sovranità popolare nei palazzi del potere!

Re Giorgio tace sui patti di stabilità, che bloccano i fondi per la ristrutturazione degli edifici scolastici. Ma chi se ne frega! I figli dei poveri devono rimanere ignoranti e se proprio vogliono andare a scuola lo facessero a loro rischio e pericolo: se credono valga la pena di frequentare comunque ciò che resta della "pubblica istruzione", che restino pure sotto le sue macerie. E' già successo a L'Aquila, a Torino, ormai ci siamo abituati: la sicurezza, come l'istruzione, non è roba nostra, non è roba del popolo, non è roba da poveri!

Re Giorgio ogni tanto fa lacrime di coccodrillo quando si muore sul lavoro, ma forse lo fà solo perchè considera chi lavora e sta zitto, magari per sempre, un servo dimesso dei padroni sovrani nei palazzi del potere
Re Giorgio sa bene che le "grandi opere "  distruggono l'ecosistema, la salute di tutti a vantaggio di pochi, ma chi se ne frega, quei pochi - capitalisti - hanno i loro paradisi e non solo fiscali, dentro e fuori i palazzi della "sovranità popolare"

Re Giorgio è un democratico, non è un razzista, non è un sessista, ma qualche volta, oltre a dimenticare qualche quota rosa tra i grandi saggi (ma chi se ne frega delle quote rosa ora lo dico io), è stato l'ideatore di vere e proprie aberrazioni della democrazia, è stato lui l'inventore dei lager per gli immigrati e ora tace sui femminicidi, sulla violenza alle donne, compiuta per il 70% dei casi in famiglia, quella sacra famiglia-stato che lui presiede, Tant'è che il 9 maggio si è speso a ricordare le vittime del terrorismo, terrorizzando il popolo sovrano, ma non ha detto bla sul terrorismo di Stato e quindi sui "mortacci nostri" come Giorgiana Masi e le tante donne uccise dallo Stato e/o dalla famiglia, magari nel tentativo di uscirne fuori.

Per quanto riguarda gli "esteri" poi, non ne parliamo, altrimenti Re Giorgio ci accusa di terrorismo internazionale e di antisemitismo!

Re Giorgio si tiene ben stretti i suoi palazzi di "sovranità popolare" e col cavolo che li apre ai poveri, ai disoccupati, a chi per mangiare è costretto a rubare o a vendersi.

RE GIO', MA V...)))!!!


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