Ieri si è tenuto il congresso regionale siciliano della Cisl e il suo attuale segretario ne conferma l'anima tutta padronale anche in questa intervista rilasciata al GdS.
Mentre da un lato fa il terribile elenco di tutti i problemi delle masse popolari siciliane, ai quali hanno contribuito fortemente a creare, dall'altro continua ad esprimere la sostanza della posizione della Cisl, che si è vista lo scorso anno con la “marcia per il lavoro” fatta insieme ai padroni e a Cgil e Uil. È l'idea ripetuta da tutti e tre i sindacati confederali del “patto sociale”; un'idea neo-corporativa che vuol dire voler mettere insieme gli interessi inconciliabili delle diverse classe, dei lavoratori e dei padroni.Dall'intervista infatti viene fuori un interesse quasi esclusivo per il futuro delle aziende per le quali secondo lui si devono subito i soldi!
***
Bernava: «La Sicilia affonda, Crocetta vari le riforme per creare sviluppo»
Il segretario regionale della Cisl, alla vigilia del congresso, rilancia la proposta di un patto sociale per contrastare la crisi e varare le riforme necessarie a creare sviluppo e attrarre investimenti. “La situazione è esplosiva, le società controllate sono una bomba a orologeria che sta portando gli enti locali al fallimento”
di
RICCARDO VESCOVO
PALERMO.
«La riforma delle Province è vuota, c’è
la bomba delle società partecipate pronta a esplodere, i Comuni sono
al collasso. Crocetta smetta di far politica pensando solo alle
alleanze e inizi a governare coinvolgendo parti sociali e le imprese
in un piano di rilancio della Sicilia». Alla vigilia del congresso
regionale, il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava
rilancia la proposta di un patto sociale per contrastare la crisi e
varare le riforme necessarie a creare sviluppo e attrarre
investimenti. E chiede, non solo un intervento deciso e rapido al
governo regionale guidato da Crocetta, ma anche un segnale forte dal
governo nazionale.
«Sarebbe utile – dice Bernava – istituire una cabina di regina col ministero dell’Economia per guidare i processi di risanamento in Sicilia».
ANCORA UNA VOLTA RILANCIATE LE PROPOSTE AVANZATE IN OCCASIONE DELLA MARCIA PER IL LAVORO CHE SI È TENUTA DEL PRIMO MARZO 2012, OLTRE UN ANNO FA. COSA È CAMBIATO DA ALLORA?
«Sarebbe utile – dice Bernava – istituire una cabina di regina col ministero dell’Economia per guidare i processi di risanamento in Sicilia».
ANCORA UNA VOLTA RILANCIATE LE PROPOSTE AVANZATE IN OCCASIONE DELLA MARCIA PER IL LAVORO CHE SI È TENUTA DEL PRIMO MARZO 2012, OLTRE UN ANNO FA. COSA È CAMBIATO DA ALLORA?
«Purtroppo
la Sicilia resta l’area più travolta dalla recessione economica,
con l’amministrazione locale più disastrata e l’indebitamento
più consistente. La situazione è esplosiva, le società controllate
sono una bomba a orologeria che sta portando gli enti locali al
fallimento. Come se non bastasse c’è una forte rissosità
politica. Son fatti oggettivi a fronte dei quali lanciamo le nostre
proposte, che poi sono quelle della marcia dello scorso anno mai
ascoltate e attuate. Perché la politica da sola non ce la può
fare».
QUALI SONO LE PROPOSTE DELLA CISL?
QUALI SONO LE PROPOSTE DELLA CISL?
«Serve
una strategia complessiva che non può limitarsi agli interventi in
bilancio. Ecco perché dico che Crocetta ha fatto lo stesso errore di
Lombardo. Avrebbe dovuto aprire un confronto vero col mondo del
lavoro e delle imprese. Ma manca ancora a monte una strategia di
sviluppo e di risanamento con progetti pluriennali.
COSA FARE ALLORA?
COSA FARE ALLORA?
«Avremmo
dovuto puntare tutto sugli investimenti, sostenere le imprese private
e sfruttare le risorse disponibili per mettere in moto l’economia e
settori chiave come l’edilizia».
A PROPOSITO DI IMPRESE IN SICILIA RISCHIAMO DI OTTENERE BEN POCO DA ROMA PER PAGARE I DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ALLE AZIENDE. COME DENUNCIATO DA CONFINDUSTRIA APPENA 12 MILIONI DI EURO SU CINQUE MILIARDI.
A PROPOSITO DI IMPRESE IN SICILIA RISCHIAMO DI OTTENERE BEN POCO DA ROMA PER PAGARE I DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ALLE AZIENDE. COME DENUNCIATO DA CONFINDUSTRIA APPENA 12 MILIONI DI EURO SU CINQUE MILIARDI.
«Abbiamo
lanciato questo allarme da tempo, in Sicilia siamo nei guai. Per
questo stiamo coordinando le regioni del Mezzogiorno per chiedere a
Roma una modifica del decreto. È chiaro che se la norma vincola il
pagamento dei debiti agli investimenti in conto capitale, mentre in
Sicilia la maggior parte delle somme riguardano servizi, il rischio
concreto è di non avere le risorse. È comunque un quadro che
descrive bene in quale circolo è entrato l’economia
siciliana».
COME GIUDICA L’ACCORDO CON ROMA SULL’APPLICAZIONE DELLO STATUTO SICILIANO?
COME GIUDICA L’ACCORDO CON ROMA SULL’APPLICAZIONE DELLO STATUTO SICILIANO?
«Sul
piano formale è positivo ma sul piano stanziale non è risolutivo,
dal momento che ci è stato spiegato che alla fine i benefici non
sono quelli annunciati. Le scelte devono essere strategiche, non
devono servire per apparire in tv. Ripeto, l’impressione è di
avere visto ad oggi poco governo e troppa politica. Un timore che
avevo già avuto quando ho visto Crocetta lanciare il suo movimento.
Penso anche alla riforma delle Province che non si è capita. Noi
siamo per l’abolizione totale, così come è stata pensata è
invece una riforma vuota».
SULLE POLITICHE CHE HANNO INTERESSATO IL PERSONALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, QUAL È IL VOSTRO GIUDIZIO?
SULLE POLITICHE CHE HANNO INTERESSATO IL PERSONALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, QUAL È IL VOSTRO GIUDIZIO?
«Quando
si parla di settori sovradimensionati come la formazione o i
forestali di parla solo dei lavoratori. È chiaro che bisogna
ridimensionarli, ma non possiamo mandarli tutti a casa, c’è
problema di tenuta sociale, economica. Bisogna capire come renderli
più efficienti e produttivi attraverso il confronto con le parti
sociali. La Cisl ha sempre detto che le rotazioni sono necessarie e
indispensabili, ma non andando in tv e facendo capire che ci sono
dipendenti mafiosi. E ancora non si è aperto alcun confronto su
personale e sulla spending review».
IN QUESTI ULTIMI TEMPI SIETE TORNATI A PARLARE DEL RISCHIO DEFAULT PER LA SICILIA: COME STANNO LE COSE?
IN QUESTI ULTIMI TEMPI SIETE TORNATI A PARLARE DEL RISCHIO DEFAULT PER LA SICILIA: COME STANNO LE COSE?
«I
numeri sono drammatici. Prima della crisi venivamo da un decennio di
crescita zero, con l’area pubblica che si è allargata a dismisura.
La crisi del 2008 ha tolto ulteriori risorse e adesso veniamo da
quattro anni di crollo a picco della produzione, mentre lo scorso
anno i consumo delle famiglie sono calati del 4 per cento e gli
investimenti delle imprese del 12 per cento».
CHE FARE?
CHE FARE?
«Il
mio sogno, come Cisl, è che si definisca tutti insieme, partiti,
sindacati, imprese, un’azione di governo che ci faccia recuperare
credibilità. Sarebbe importante istituire una cabina di regia con il
ministero dell’Economia per guidare i processi di
risanamento».
UNA RICHIESTA CHE SUONA COME UNA SORTA DI COMMISSARIAMENTO PER LA NOSTRA REGIONE.
UNA RICHIESTA CHE SUONA COME UNA SORTA DI COMMISSARIAMENTO PER LA NOSTRA REGIONE.
«Non
si tratta di commissariamento ma è un fatto dovuto. Bisogna
affrontare le cose con concretezza. Penso ad esempio alle società
partecipate, che per legge, entro dicembre, in quasi tutti i casi
andranno messe in liquidazione».
COSA CHIEDE?
COSA CHIEDE?
«Senza
una vera strategia come supereremo questa emergenza? Così
continueremo ad andare avanti alla cieca».
http://www.gds.it/gds/sezioni/editoriali/dettaglio/articolo/gdsid/256191/
Nessun commento:
Posta un commento