domenica 21 aprile 2013

pc 21 aprile - manifestazione degli immigrati a Caserta contro lo sfruttamento e la legge Bossi-Fini

Caserta, migranti in corteo

In migliaia hanno chiesto la modifica della Bossi-Fini.

CASERTA -
Una fiumana ha invaso le strade di Caserta. A migliaia sono arrivati da Castel Volturno e dai comuni di Napoli Nord per chiedere nuove norme sull'immigrazione. Il corteo, aperto da un lungo striscione con la  scritta "Lotta per un salario reale", in italiano e in inglese, è partito poco dopo le 11 di sabato dalla stazione ferroviaria per arrivare fino alla sede della Prefettura e della Questura, in piazza Vanvitelli.

Un serpentone allegro e colorato che si muoveva lentamente sulle note delle musica di Bob Marley, ha attraversato il cuore della città già invasa da centinaia di turisti arrivati per visitare la Reggia vanvitelliana. "La manifestazione che ha la parola d'ordine: "Niente per Me. Tutto per Noi"     -  spiega Mimma D'Amico, del centro sociale ex canapificio di Caserta  -  conclude una due giorni che ci ha visto sfilare a Napoli insieme ai disoccupati e agli studenti, per chiedere un salario sociale. Vale a dire la possibilità di corsi di formazione anche per gli immigrati per qualificare una forza lavoro che in Italia è divenuta indispensabile. A fianco a questo chiediamo che sia modificata la legge Bossi-Fini".

"Questa legge sull'immigrazione -  dice Mamadou Sy, capo della comunità senegalese di Caserta  -  va cambiata perché non consente di vivere con dignità. Tanti di noi sono da anni in Italia, ma  non abbiamo la possibilità di vivere una vita normale".

"Non ci si può meravigliare quando avvengono le rivolte a Castel Volturno o a Rosarno, se poi non si crea un'alternativa che permetta di uscire dal ricatto del lavoro sommerso e del caporalato agricolo ed edilizio  -  dice Gianluca Castaldi della Caritas di Caserta - Senza contare che la sfruttamento della manodopera straniera irregolare è una voce importante nell'economia sommersa della camorra".

A fianco dei migranti, oltre ai ragazzi del centro sociale ex canapificio, c'è anche la Caritas diocesana, i padri Sacramentini, i padri comboniani di Castel Volturno, i disoccupati dei Banchi Nuovi di Napoli e gruppi di studenti.

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