Qualche
tempo fa - durante una riunione del coordinamento regionale ligure del Popolo
della Libertà, tenutosi all'albergo Bristol di via XX Settembre a Genova - l'ex
ministro a sua insaputa, Claudio Scajola, aveva minacciato i suoi avversari: "so
tutto di voi, vi ho in pugno".
Sembrava quasi una fanfaronata degna della peggiore tradizione democristiana (una specie di versione moderna del monito del Don Camillo di Guareschi "E ricordatevi: dio vi vede, Stalin no"), invece - a seguito della perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza in questi giorni di aprile a casa sua e nei suoi uffici - si è rivelato tutto vero.
Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno trovato di tutto e di più, spulciando gli archivi: dossiers dei servizi segreti, incartamenti su nomine al Comune di Imperia, carteggi su inchieste della procura romana a carico del Delinquente di Arcore.
Insomma: un vasto campionario di documenti, teoricamente riservati, che non avrebbero dovuto trovarsi nella disponibilità del politicante forzitaliota; ora lo stesso sarà, si spera, indagato anche per ricettazione.
Ma la notizia del giorno è un'altra: sempre grazie alla 'curiosità' della Guardia di Finanza si è venuti a scoprire che - stando ad un'informativa riservata, datata 12 gennaio 1998, dell'allora maresciallo Mauro Bostico - l'allora presidente regionale di Alleanza Nazionale, oggi vicecoordinatore regionale del Popolo della Libertà, Eugenio Minasso, è un tossicodipendente "consumatore abituale di cocaina".
Questo fatto avrebbe dovuto comportare, secondo la prassi comunemente seguita dalla Magistratura, la sospensione dei diritti civili di elettorato attivo e passivo, ma non risulta che tale misura sia mai stata né richiesta né tanto meno adottata.
Ma la Legge è uguale per tutti, o i politicanti - specialmente coloro che non passa giorno senza che si dicano "perseguitati dai giudici comunisti" - sono più eguali degli altri?
Sembrava quasi una fanfaronata degna della peggiore tradizione democristiana (una specie di versione moderna del monito del Don Camillo di Guareschi "E ricordatevi: dio vi vede, Stalin no"), invece - a seguito della perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza in questi giorni di aprile a casa sua e nei suoi uffici - si è rivelato tutto vero.
Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno trovato di tutto e di più, spulciando gli archivi: dossiers dei servizi segreti, incartamenti su nomine al Comune di Imperia, carteggi su inchieste della procura romana a carico del Delinquente di Arcore.
Insomma: un vasto campionario di documenti, teoricamente riservati, che non avrebbero dovuto trovarsi nella disponibilità del politicante forzitaliota; ora lo stesso sarà, si spera, indagato anche per ricettazione.
Ma la notizia del giorno è un'altra: sempre grazie alla 'curiosità' della Guardia di Finanza si è venuti a scoprire che - stando ad un'informativa riservata, datata 12 gennaio 1998, dell'allora maresciallo Mauro Bostico - l'allora presidente regionale di Alleanza Nazionale, oggi vicecoordinatore regionale del Popolo della Libertà, Eugenio Minasso, è un tossicodipendente "consumatore abituale di cocaina".
Questo fatto avrebbe dovuto comportare, secondo la prassi comunemente seguita dalla Magistratura, la sospensione dei diritti civili di elettorato attivo e passivo, ma non risulta che tale misura sia mai stata né richiesta né tanto meno adottata.
Ma la Legge è uguale per tutti, o i politicanti - specialmente coloro che non passa giorno senza che si dicano "perseguitati dai giudici comunisti" - sono più eguali degli altri?
Genova,
22 aprile 2013
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti Genova
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