Il nipote del braccio destro di
Berlusconi, dell'ultima generazione di democristiani e vice
presidente del PD, è stato incaricato da Napolitano di realizzare
“obbligatoriamente” un governo di unità nazionale di larghe
intese che il Presidente ha imposto come ricatto alla sua rielezione,
sotto minaccia dello scioglimento delle Camere.
Ma Napolitano ha agito anche in questo
caso come “Re travicello” e longa manus di Berlusconi e della
maggior parte della borghesia italiana, banche, confindustria, Europa
dei padroni.
Un governo che nasce, quindi,
antidemocratico per costituzione, che umilia perfino lo straccio di
democrazia parlamentare che è rimasto.
Non vale molto la pena spendere parole
su Letta che è certamente uno di quei “ragazzi che si sono fatti
da soli”, in realtà scegliendo sempre i salotti buoni della
politica e del capitale, quasi sempre in qualità di 'portaborse', e
tale resta anche ora che è incaricato di fare il governo.
Un governo da “Arlecchino servitor di
due padroni”, la cui composizione non c'è dubbio che farà
rimpiangere perfino il governo Monti e il suo stuolo di “professori.
Anzi il “rischio” è che sia un mix dei Brunetta, Gelmini,
Schifani e dei professori, di una classe dominante i cui politici
sono alla frutta.
Questo governo avrà un'opposizione
parlamentare, a parole, in internet e nel teatrino della politica,
sì, ma nessuno ci speri più di tanto. Da Renzi a Vendola, fino alla
sciagurata pattuglia dei grillini non mancheranno di farsi sentire,
ma hanno già detto che sono pronti a votare ogni qualvolta ci
saranno “provvedimenti buoni”.
Si tratta comunque di un governo
destinato a non durare, con un sostegno di partiti o già in campagna
elettorale, come Berlusconi e PdL, o pronti a prepararsi dopo il
regolamento dei conti interno, come il Pd (probabilmente di Renzi).
Dire che non durerà non vuol dire
sottovalutarne il danno e la pericolosità, sul fronte dell'attacco
ai salari e all'occupazione, alle condizioni di vita e di lavoro,
alla scuola e alla sanità, dell'attacco ai movimenti di lotta e ai
diritti e alle libertà democratiche. Un governo che vuole
accontentare tutte le frange della borghesia che lo sostengono, dagli
industriali ai bottegai della Lega, ecc, dai finanzieri ai
“risparmiatori”, ai danni naturalmente e sulla pelle di proletari
e masse popolari.
Non è ancora chiaro se sarà un
governo debole a parole ma forte nei fatti, o viceversa.
Questo gioco può essere scoperto solo
dalla lotta e in particolare dalla resistenza e offensiva operaia e
popolare. Quest'ultima è solo problema nostro. E non è questione di
alta politica e di chiacchiere da convegni – risparmiateci per
favore Siryze italiane, Albe euro mediterranee e Movimenti
anticapitalisti che non movimentano nulla - ma di lavoro e
organizzazione che comunisti e avanguardie proletarie hanno necessità
e dovere di mettere in campo con tenacia e determinazione.
Proletari comunisti -Pcm Italia
26 aprile 2013
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