dell’università degli studi Federico II sulla criminale uccisione dell’attivista Vittorio Arrigoni
بيان الطلبة الفلسطينيين بجامعة فيدريك الثاني نابولي بشأن جريمة قتل الناشط المتضامن فيتوريو أريغوني
“ندين ونطالب بالعدالة لفيتوريو”
“Condanniamo e chiediamo giustizia per Vittorio”
In questi giorni siamo rimasti colpiti dalla criminale uccisione di Vittorio Arrigoni, noi studenti palestinesi all’Università Degli Studi Federico II Napoli desideriamo esperimere le nostre condoglianze alla famiglia di Vittorio ed a tutti gli italiani che hanno creduto e credono ancora nella nostra giusta casua.
L’uccsione di Vittorio ci addolera sopratutto perchè lui era considerato uno di noi ‘palestinesi’, lui raccontava al mondo, con parole e immagini, indipendenti e imparziali, la vita vera e la lotta per la sopravvivenza di due milioni di persone rinchiuse a Gaza (Palestina), assediate, bombardate, affamate, umiliate.
Condanniamo questo macabro omicidio che non riflette in nessun modo la fede religiosa, i valori, i costumi e le tradizioni del popolo palestinese sopratutto in confronti dei volontari ed attivisti internazionali che sono stati da sempre tra noi e non hanno mai subito questa violenza e si sono sempre sentiti come se fossero a casa loro. La nostra religione, la nostra cultura e le nostre tradizioni ci hanno insegnato di onorare, proteggere, rispettare ed ospitare questi attivisti volontari o coloro che ha bisogno o di passaggio, le testimonianze non mancano di chi è stato in Palestina “occupata” sulla generosa ospitalità del popolo palestinese. Inoltre, chiediamo all’autorità palestinese di fare “giustizia per Vittorio, trovare i responsabili e punirli” per l’assassinio, per non lasciare la Striscia di Gaza nel buio in cui qualcuno ha tentato di relegarla assassinando un sostenitore dei nostri diritti.
Vi ricordiamo che : “Vittorio aveva scelto di stare all’inferno per aiutare chi dall’inferno non poteva andarsene a rompere il silenzio indifferente sulla Striscia di Gaza, diventata un buco nero nella cronaca e nella politica, una gigantesca macchia oscura nell’etica e nella morale collettiva, impastata di indifferenza e di complicità con l’orrore.
Vittorio viveva a Gaza da anni. Aveva scelto di stare lì, con i suoi occhi testimoni e il suo corpo solidale, perché aveva visto il furto di terra, di acqua, la demolizione di case, la distruzione di coltivazioni e di barche di pescatori (era stato anche ferito mentre li accompagnava a pescare cercando di proteggerli con il suo corpo dagli attacchi armati dell’esercito israeliano, proprio come Rachel Corrie, uccisa a Rafha perché aveva interposto il suo corpo tra un bulldozer e una casa).
Vittorio aveva visto i malati di cancro rimandati indietro “per questioni di sicurezza” al valico di Eretz tra Gaza e Israele, aveva visto palestinesi trattati con disprezzo, picchiati, umiliati. Aveva visto la disperazione dei pescatori a cui veniva impedito di pescare e aveva visto la disperazione dei contadini abbracciati a un albero di olivo mentre un bulldozer glielo porta via. Aveva visto donne partorire dietro un masso per l’impossibilità di raggiungere un ospedale. Aveva visto la paura e il terrore negli occhi dei bambini e delle bambine e i loro corpi spezzati. Aveva visto morire neonati prematuri perché in ospedale è mancata l’elettricità per trenta minuti. Aveva conosciuto bambini e bambine che non hanno avuto altro che dolore da quando sono nati. Aveva sentito il freddo che penetra nelle ossa nelle notti gelide di Gaza senza riscaldamento, e senza luce: Aveva assistito a Gaza durante Piombo fuso (dicembre 2008 – gennaio 2009) alla distruzione di migliaia di case e all’uccisione più di tremila persone tra cui centinaia di bambini che certo non tiravano razzi.” (citato da: Coordinamento Comasco per la Pace)
In seguito l’ultimo racconto e testimonianza di Vittorio del 13/04/2011 sulla dolorosa sofferenza e realtà del popolo palestinese a Gaza:
“4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah.
Tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella Striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame. Anche gli ospedali della Striscia si approvvigionano dal mercato nero dei tunnel. Dall’inizio dell’assedio a oggi più di 300 palestinesi sono morti al lavoro sotto terra per permettere ad una popolazione di quasi 2 milioni di persone di sfamarsi. E’ una guerra invisibile per la sopravvivenza.
I nomi degli ultimi martiri sono: Abdel Halim e suo fratello Samir Abd al-Rahman Alhqra, 22 anni e 38 anni, Haitham Mostafa Mansour, 20 anni, e Abdel-Rahman Muhaisin 28 anni.
Restiamo Umani – Vik da Gaza city 13/04/2011“
Ecco perché è morto Vittorio, chi ha eseguito questo crimine potrebbe essere palestinese di nascita ma sicuramente non di religione, cultura, cuore ed appartenenza, chi l’ha mandato sicuramente una persona che non ha nulla a che far con gli interessi del popolo palestinese e con la loro GIUSTA lotta e resistenza contro l’occupazione e con il loro diritto di avere un loro stato ed ESSERE LIBERI.
الطلبة الفلسطينيين – جامعة فيدريك الثاني نابولي
Gli Studenti Palestinesi
Università Degli Studi Federico II Napoli
18/04/2011 – Napoli
--------------------------------------------------------------------------------
Nessun commento:
Posta un commento