mercoledì 20 aprile 2011

pc 20 aprile - muore un immigrato.. per mancato soccorso sanitario

"O paga il ticket di 15 euro oppure deve andare al pronto soccorso". Una guardia medica ha rifiutato di visitare un paziente pachistano nell'ambulatorio di San Pietro in Casale e per questo è indagato di omicidio colposo. Perché, dopo quella mancata visita, solo pochissime ore dopo, lo straniero è morto per un attacco di cuore.

E' accaduto tutto in una notte, tra sabato 9 e domenica 10 aprile. Attorno alle 23, il medico di turno quella sera, in quel momento da solo, ha sentito suonare all'ambulatorio, ha aperto la porta e si è trovato davanti due stranieri. Uno di loro, Mohamed Arsad, 52 anni, pachistano, residente a Prato, si sentiva poco bene. Il medico gli comunicava che, non essendo residente in provincia di Bologna, per essere visitato avrebbe dovuto pagare un ticket di 15 euro, come prescritto dalle regole dell'Ausl. Ne nacque un diverbio.

Il medico avrebbe detto che il caso non gli sembrava urgente e che comunque era necessario andare all'ospedale. "Il medico - spiega l'avvocato Gennaro Lupo, che lo difende - ha invitato la persona ad andare al pronto soccorso, perché ha ritenuto che il caso non fosse in quel momento urgente. Adesso va stabilito se quella visita richiesta avrebbe evitato la morte". Il paziente dopo un po' si è sentito meglio e ha rinunciato ad andare al pronto soccorso (il più vicino sarebbe stato ad una decina di chilometri, presso l'ospedale di Bentivoglio).

La mattina dopo l'amico ha scoperto sconvolto che Mohamed era a letto morto e ha chiamato i carabinieri della stazione di San Pietro in Casale, i quali subito accorsi hanno svolto i primi rilievi. Ai militari l'amico ha raccontato della mancata visita della sera precedente e che l'amico era malato da tempo. La pm Alessandra Serra ha notificato l'avviso di garanzia al medico, come atto dovuto per l'autopsia eseguita dalla dottoressa Nicoletta Morganti, che ha stabilito la causa della morte in un problema cardiaco. "In termini astratti e al di là delle conseguenze penali, il codice deontologico impone che il medico prima si occupi della persona e poi degli aspetti burocratici", afferma il presidente dell'ordine Giancarlo Pizza

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