Sempre più immigrati muoiono sul lavoro
Ma è come se non esistessero!
Sindacati confederali e di base fanno poco o nulla per questo; a parte le reazioni territoriali il giorno dopo, nulla di nulla.
La Rete nazionale per la sicurezza sul posto di lavoro si muove da sempre isolata su questo. A Roma la realtà della Rete - il Comitato 5 aprile - si è mossa per l'immigrato morto alla Sapienza, dando spessore e continuità all'iniziativa.
Ma serve una grossa iniziativa nazionale.
Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
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LANCIANO. La Procura di Lanciano ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone in relazione al decesso di due operai avvenuto ieri in un cantiere edile privato nella città frentana. Nel crollo di una parete in legno sono morti Jaroslaw Ivakhnyuk, 34 anni, ucraino residente ad Altino (Chieti), e l'albanese Gramoz Metushi (41), residente a Casoli (Chieti), dipendenti regolari della Legnotek di Casoli. Per omicidio colposo sono indagati il committente dei lavori, il direttore dei lavori, il responsabile della ditta e il gruista. E' stata avviata anche un'indagine amministrativa degli ispettori Asl del servizio sicurezza sui luoghi di lavoro. Le autopsie, effettuate oggi, hanno stabilito che il decesso in entrambi i casi è avvenuto per choc traumatico da schiacciamento.
Due operai morti il tragico bilancio di un normale pomeriggio di lavoro,a Re di Coppe. Un ucraino e un albanese stavano montando una parete in legno di una casa
prefabbricata, quando il pesante blocco si è ribaltato travolgendoli. Un terzo operaio è illeso.
Un lavoro che forse avevano fatto tante volte Yaroslaw Ivakhnyuk, 34 anni, nato in Albania e residente ad Altino, e Gramoz Metushi, 41 anni, ucraino residente a Casoli.
I due operai stranieri erano all'opera in un cantiere edile in contrada Re di Coppe, a qualche centinaia di metri dall'autoparco comunale, per la demolizione e la ricostruzione di un'abitazione civile. I due erano dipendenti della ditta Industrie Legnotek di Casoli.
In tre erano occupati ad innalzare una parete di legno della casa prefabbricata. L'avevano fissata con le cinghie ad una grù e ancorata a terra. Nel momento di sollevarlo però il blocco pesante diversi quintali, probabilmente non fissato bene nel terreno, si è ribaltato finendo addosso agli operai. In due sono stati travolti e sono rimasti schiacciati. Per Ivakhnyuk non c'è stato nulla da fare: è deceduto nel cantiere, poco dopo l'incidente.
Le condizioni di Metushi sono parse subito disperate. Oltre alle ambulanze accorse sul posto, il 118 ha inviato l'elisoccorso, atterrato nel vicino campo sportivo. Ma il trasporto in elicottero non è stato possibile: l'uomo ha avuto bisogno di un massaggio cardiaco lungo la disperata corsa all'ospedale Renzetti, con l'ambulanza scortata da una pattuglia dei carabinieri, dove però è giunto senza vita. Illeso, invece, il terzo operaio che era a lavoro con loro.
Le cause e la dinamica del grave incidente sono comunque al vaglio. Le indagini sono affidate alla compagnia dei carabinieri di Lanciano, coordinati dal capitano Geremia Lugibello. È probabile che i due operai siano morti per un trauma da schiacciamento:
I lavoratori erano regolarmente assunti dalla ditta di Casoli e, dai primi rilievi dei carabinieri, risultavano anche a posto con le attrezzature di sicurezza. «Erano iscritti al registro di prevenzione», conferma il capitano Lugibello, «potrebbe essersi trattata di una mera fatalità». La Procura ha disposto il sequestro del cantiere. Sull'accaduto saranno comunque inviati rapporti alla magistratura e all'ispettorato del lavoro.
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