Spaccio, peculato e corruzione, nove richieste di rinvii a giudizio: coinvolti anche poliziotti di Sanremo
Secondo gli investigatori, un assistente avrebbe aiutato un pusher in cambio di cocaina
Imperia. Spaccio, peculato, corruzione e altri reati. E’ quanto gli investigatori contestano a nove persone, per le quali il pubblico ministero di Imperia Luca Scorza Azzarà ha chiesto il rinvio a giudizio. Un’inchiesta, quella della procura, che vede tra i coinvolti anche agenti del commissariato di
Sanremo: in particolare il 46enne Christian Borea, assistente di polizia, a cui vengono contestati diversi capi di imputazione per reati commessi tra il 19 gennaio e il 16 giugno del 2021.Secondo quanto emerso dalle indagini, Borea avrebbe omesso di interrompere l’attività di spaccio di un marocchino di 38 anni, residente a Sanremo (Jalil Oujjet, anch’egli indagato), che gli forniva la cocaina sia a pagamento che in omaggio, in cambio di ripetuti consigli e informazioni riservate per evitare eventuali controlli delle forze dell’ordine. E non è tutto: risulta che l’assistente abbia, in un caso, avvisato il marocchino della presenza di una telecamera di sorveglianza occultata sul pianerottolo della sua abitazione e gli avrebbe segnalato l’incremento dei controlli di polizia per la presenza in città di personale del reparto prevenzione crimine Liguria giunto da Genova. Come se non bastasse, poi, si sarebbe offerto di custodire per suo conto la sostanza stupefacente, invitandolo a limitare la propria attività di spaccio.
Oltre a corruzione, detenzione e spaccio di droga, Borea è indagato anche per truffa in quanto «approfittando del proprio ruolo di componente della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato, si sarebbe allontanato dall’ufficio in orario di sevizio per ragioni non meglio precisate di ufficio», ma in realtà sarebbe andato a fare la spesa o altri acquisti. In un caso sarebbe tornato a casa a ritirare qualcosa, in un altro avrebbe portato la propria auto dal meccanico. Ma non solo. Avrebbe accompagnato il figlio a fare sport, sarebbe andato a procacciarsi della droga e avrebbe provato un’auto di cui stava trattando l’acquisto.
Gli viene poi contestato il reato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. In due casi, a beneficio di altrettante persone, avrebbe rivelato notizie di ufficio, che dovevano restare segrete. In particolare: «Risultanze di attività tecniche in corso, particolari di operazioni di polizia programmate o compiute, modalità di svolgimento di attività di polizia, indicando anche i nominativi dei soggetti indagati». C’è, quindi, il peculato per avere accompagnato il figlio a fare sport con l’auto di servizio.
Il peculato è contestano anche, in concorso, al collega di pattuglia Fabio Di Flumeri, 52 anni, nato a Cuneo, vice ispettore in servizio al commissariato di Sanremo. In particolare a Borea (in concorso con Di Flumeri) viene contestato di avere accompagnato il figlio con l’auto di servizio al campetto di calcio di Bussana. In un altro caso, quand’erano assieme di pattuglia, Borea avrebbe accompagnato il collega ad Arma di Taggia, «perché prelevasse da casa il proprio scooter per portarlo dal meccanico a sostituire i pneumatici. Quindi, insieme, si recavano a fare la spesa». Borea avrebbe pure accompagnato Di Flumeria effettuare un prelievo bancomat e a eseguire un pagamento, facendo infine rientro in ufficio. E sempre con l’accusa di peculato: «Mentre si trovavano insieme e stavano facendo rientro da Genova – si legge negli atti – ove si erano recati per ragioni di servizio, uscivano dall’autostrada a Savona per recarsi a Quiliano loc. Massapé ove Borea doveva recuperare alcuni accessori di un veicolo che aveva acquistato da un privato».
A Borea viene anche contestato l’accesso abusivo a sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza: per aver interpellato la banca dati per conoscere la data di immatricolazione di un veicolo, che gli sarebbe stato intestato il giorno successivo. Inoltre, avrebbe effettuato ventotto interrogazioni della banca dati, su richiesta della madre, per verificare l’esistenza di precedenti o pendenze riguardanti una persona. Non ultimo, c’è l’omessa denuncia di un reato di prostituzione minorile di cui aveva avuto notizia.
Nei guai c’è anche Andrea Sartore, 61 anni, sovrintendente capo in servizio presso la polizia municipale di Sanremo, indagato di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio perché «violando i doveri inerenti alle sue funzioni, rivelava a Di Flumeri Fabio notizie di ufficio che dovevano rimanere segrete: in particolare, lo avvertiva che personale della Squadra Mobile di Imperia aveva chiesto immagini del sistema cittadino di rilevazione targhe “Falco” in relazione ad un’autovettura “civile” del Commissariato PS di Sanremo (ove Di Flumeri presta servizio)».
L’udienza preliminare è stata fissata al prossimo 24 marzo, davanti al gup Massimiliano Botti.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Luca Ritzu, Luigi Patrone, Alessandro Mager, Bruno Di Giovanni, Domenico Martini, Loris Pizzolla, Alessandro Moroni e Alessandro Sindoni.
I nove indagati
Christian Borea, 46 anni, assistente della polizia di stato in servizio al commissariato di Sanremo
Jalil Oujjet, 38 anni, marocchino, residente a Sanremo
Omran Moulod Merssal Asara, 33 anni, nato in Libia, irreperibile
Saimir Biti, 35 anni, albanese, abitante a Sanremo
Daniele Pannuti 35 anni di Sanremo
Fabio Di Flumeri, 52 anni, nato a Cuneo, vice ispettore della polizia di stato, in servizio al commissariato di Sanremo
Alessio Olivieri 43 anni, nato a Genova, assistente della polizia di stato, in servizio presso il commissariato di Sanremo
Karima Belhoue 69 anni, marocchino domiciliato a Sanremo
Andrea Sartore, 61 anni, di Sanremo
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