giovedì 24 novembre 2022

pc 24 novembre - Mondiali di calcio in Qatar, macchiati del sangue della classe operaia

Federazione Sindacale Mondiale | wftucentral.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/11/2022

La designazione di questo emirato arabo per ospitare l'evento era già macchiata dalla corruzione. Le enormi risorse del sottosuolo appartenenti al popolo qatariota, sono nelle mani delle grandi imprese capitalistiche. La sponsorizzazione di queste imprese è sostenuta dalla speculazione e dagli affari su cui lucrano le élite del Paese arabo.

Questa grande massa di capitali serve anche a ripulire l'immagine di questi regimi medievali e autoritari che non esitano a collaborare con il regime oppressivo di Israele e con le democrazie borghesi occidentali che lo appoggiano.

Inoltre, il Qatar è un regime che opprime i diritti fondamentali delle donne e delle persone appartenenti ai gruppi LGBTI. Non c'è dubbio che questo evento mondiale verrà usato per edulcorare l'immagine di un governo oppressivo e presentarsi al mondo come campioni di democrazia e integrazione.

Il capitalismo ha trasformato lo sport, una pratica umana dignitosa e lodevole, in un altro strumento ideologico per raggiungere i propri interessi, impregnandolo di un carattere competitivo secondo la filosofia che chi non vince è un perdente.

D'altra parte, sul terreno dell'intrattenimento, vengono alimentati anche i sentimenti più conservatori del nazionalismo, fonte di atti di vandalismo e violenza, dove operano movimenti fascisti legati a partiti politici che anelano a dittature sanguinarie e scenari di guerra, da sempre aborriti dal sindacalismo di classe.

Non possiamo dimenticare che la costruzione delle megalomani infrastrutture che ospiteranno i Mondiali di calcio ha causato la morte di migliaia di lavoratori che hanno dovuto subire interminabili giornate di lavoro, temperature soffocanti, salari miserabili e condizioni di salute e sicurezza pessime; lavoratori del continente africano e del sud-est asiatico costretti ad accettare contratti di schiavitù, noti come sistema kafala, in cui il datore di lavoro requisiva il passaporto, imponeva le sue condizioni di lavoro consentendogli di imprigionare o deportare senza indennizzo chiunque non si adeguasse.

Tutto ciò che il capitalismo tocca è corrotto. Il sindacalismo di classe denuncia questo sistema predatorio e disumano che anche nel tempo libero e nello sport cerca di inculcare la sua filosofia di vita. Non possiamo essere complici del sangue e delle disgrazie di milioni di fratelli e sorelle appartenenti alla nostra classe per lo spettacolo delle prossime settimane.

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