lunedì 21 novembre 2022

pc 21 novembre - Tv di regime in tempi di governo Meloni farsa che annuncia la tragedia


L’attuale televisione è piena di fascisti, revisionisti storici, cultura reazionaria, no vax, arrampicatori sociali, nani e ballerine, degni di un sistema putrescente e decadente qual’è l’imperialismo italiano.

E’ un processo che cammina da anni e in particolare, chiaramente, ha avuto il suo salto di qualità con l’era Berlusconi.

Da lungo tempo, quindi, non solo le reti Mediaset ma anche le reti Rai sono piene di una vera feccia umana. Feccia umana che non controlla solo i telegiornali e parte dei talkeshow ma soprattutto l’insieme delle trasmissioni di largo seguito che hanno infettato e inflazionato di Tv spazzatura glòi schermi televisivi.

Tutti sappiamo quanto questo abbia influito nel degrado sociale, politico, culturale e umano, non solo delle classi borghesi, medio e piccolo borghesi che ne beneficiano ma ampi settori del proletariato e del popolo.

Si può ora largamente immaginare il salto di qualità che ora ci sarà per effetto del potere diretto dei partiti feccia della borghesia imperialista al governo.

Basta l’elenco dei ministri, basta pensare quali ignobili individui siano stati nominati ministri dell’Istruzione e della Cultura; ed è facile pensare la ricaduta che nei prossimi mesi tutto questo avrà sui programmi televisivi.

E’ chiaro che, a differenza della frase scientifica di eventi che prima si presentano in tragedia e poi in farsa, nell’Italia odierna è la farsa che annuncia la tragedia. Ed è toccato ad un attore comico popolare, una volta dignitoso, Enrico Montesano, aprire la “nuova era”, presentandosi ad una delle trasmissioni feccia “Ballando sulle stelle” in divisa da X Mas. Lo scandalo mediatico susseguito è stato una farsa peggiore dell’atto, un’amplificazione squallida, degna dell’evento.

E’ chiaro che al movimento comunista, antifascista, genericamente progressista toccherà intervenire con mezzi adeguati dentro questa nuova fase della reazione imperialista. Adeguati vuol dire nel contesto di quello che è giusto chiamare ‘nuova Resistenza’.

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