Le colonne portanti del governo dell'opportunista "rondero" Castillo saranno le Forze Armate genocide e l'alta burocrazia statale
L'opportunista rondero Pedro Castillo ha assunto la presidenza del vecchio
stato latifondista-burocratico peruviano, al servizio principalmente
dell'imperialismo yankee. Come riportano i giornali: "Ancora senza un consiglio
dei ministri - il premier si presenterà oggi ad Ayacucho e il resto dei
ministri si insedieranno venerdì - si è presentato davanti al Congresso per
dare il suo messaggio alla nazione, di forte carica simbolica, molto ambizioso
in termini di bilancio ma senza spiegare come saranno mantenute le promesse o
saranno finanziate" (quotidiano La República de Lima, oggi).
Nel discorso ci sono solo alcuni punti che mostrano le
caratteristiche generali di quello che sarà il suo piano di governo che sarà
annunciato con la sua presentazione al parlamento per il voto di fiducia,
quindi sappiamo che gli manca un suo piano di governo, perché come candidato
senza partito, dal momento che è stato partorito come candidato dal ventre in
affitto di Peru Libre, di proprietà dei fratelli Cerrón.
Ma è chiaro che come rappresentante della fazione burocratica nell'esecutivo, assume il piano reazionario con i tre compiti, che sono la necessità dell'imperialismo e la reazione come governo reazionario guidato dall'opportunismo in una situazione di maggiore esacerbazione della crisi in tutti gli aspetti del capitalismo burocratico e del vecchio
Stato. Questo piano risponde al piano dell'imperialismo yankee per l'America Latina e alle specifiche in base alle condizioni del paese e allo sviluppo della lotta di classe internazionale e nazionale.Il tira e molla all'interno della fazione burocratica
per formare la squadra ministeriale e concordare quello che sarà presentato
come il piano del governo e le misure e le prime proposte di legge, si vede nel
ritardo nel rilasciare il nome del primo ministro e quello dei ministri. Il
pretesto è che hanno avuto solo 8 giorni dalla dichiarazione dell’Ufficio
elettorale nazionale che lo ha dato come vincitore delle elezioni generali
reazionarie. Ebbene, dopo i risultati del secondo turno (almeno) hanno già
avuto la possibilità di nominare coloro che lo sosterranno nei ministeri, ma le
alleanze e il sostegno per la sua nomina hanno fortemente espresso quel pollaio
pieno di galli rappresentato dal suo fronte elettorale e lo stesso che sarà una
delle basi del suo governo, dal momento che non ha un partito tutto suo e Peru
Libre è un'organizzazione quasi regionale, un'espressione di gamonalismo, con
un vecchio opportunista che lo dirige. Le colonne vertebrali del governo
saranno le stesse del vecchio Stato, che per bocca dello stesso
controrivoluzionario rondero Pedro Castillo Terrones, sono: le Forze Armate
genocide e l'alta burocrazia statale.
Le forze armate genocide più l'alta burocrazia statale:
quest'ultima, che proviene principalmente dalle ONG dell'imperialismo e dalle
istituzioni internazionali che sono strumenti principalmente dell'imperialismo
yankee (FMI, BM, BIS, ecc.) e dai centri accademici imperialisti o dalle
società o monopoli dell'imperialismo o della grande borghesia. Alta burocrazia
composta quasi dalle stesse persone o proveniente dalla stessa origine che
negli ultimi 30 anni sono stati al servizio di tutti i governi dell'attuale
regime fascista.
Ecco perché il presidente reazionario Castillo ha
detto che la mancata nomina del primo ministro e dei ministri il 28 non è un
problema perché lo Stato ha funzionari capaci che ne assicurano il
funzionamento, cioè è in automotrico, senza testa o guida per questo motivo, è
una dichiarazione di parte. Nonostante ciò che dice, è chiaro a chiunque voglia
capire la continuità della reazione e del regime.
Le misure economiche annunciate non servono ad altro
che a rivitalizzare il capitalismo burocratico, che, di conseguenza,
intensifica l'accumulazione di capitale con lo sfruttamento e la fame delle
masse popolari, la cosiddetta redistribuzione del reddito (ad esempio
attraverso maggiori tasse) fa parte dello stesso processo, che serve, inoltre,
a dotarsi di una base sociale più ampia con forme di "aristocrazia operaia"
per utilizzarla come focolaio di "burocrazie sindacali" per
promuovere la corporativizzazione della società peruviana, che è sempre
intrappolata, dalla lotta delle masse; dove portano queste misure annunciate?
Al fallimento delle stesse perché non possono distruggere né l'oppressione
imperialista, né quella del capitalismo burocratico né quella della
semifeudalità, le porta quindi a crisi più grandi e le masse a potenziare le
loro lotte.
E come espressione della loro ideologia idealistica nel
tempo della più grande putrefazione dell'imperialismo, del postmodernismo, sia il
controrivoluzionario rondero che la sua vice presidente si sono presentati come
portabandiera dei contadini e dei popoli nativi, cosa che non ha nulla a che
fare con gli obiettivi e la ragion d'essere del loro governo, con i tre compiti
reazionari e cioè rivitalizzare il capitalismo burocratico, ristrutturare lo
Stato e annientare la guerra popolare.
Il problema dei nostri contadini e dei nostri popoli
delle foreste è un problema sociale, perché il problema dei contadini è il
problema della terra e dei territori, e il problema della terra e del
territorio può essere risolto solo dal proletariato mettendo in atto la
rivoluzione democratica che distrugge la feudalità e riconosce il diritto delle
minoranze. Ma la reazione peruviana, al servizio dell'imperialismo, si è
sviluppata e continua a sviluppare la via burocratica, porta il capitalismo
burocratico nelle campagne e applica l'evoluzione della semifeudalità e
l'espropriazione dei territori; parte di questo processo è l'applicazione delle
loro leggi agrarie e leggi per favorire gli investimenti estrattivi da parte
dei monopoli dell'imperialismo o della grande borghesia.
Il rondero Castillo, prende dal post-modernismo il
concetto che la verità è nel discorso e non nella realtà, come Morales (García
Liniera) in Bolivia, che tanto si riempiva la bocca del fratello contadino e
lasciava intatto il problema della terra, parlano tanto della "mama
pacha" e della "buon vivere", come il fascista Correa
dell'Ecuador, e finiscono per consegnare i territori dei popoli nativi alla
voracità dei monopoli imperialisti come mai prima d'ora. Vale a dire, postulano
la verità nel discorso, accompagnata da tutta la simbologia e l’armamentario di
identificazione e rivendicazione del "contadino", dell'"indio",
del discorso identitario, ma quel discorso non corrisponde alla realtà. Perché
la situazione dei contadini e dei popoli delle campagne non solo rimarrà come
al solito, ma sarà ulteriormente aggravata dalle misure del regime stesso per
rinvigorire il capitalismo burocratico.
Così:
"Ha iniziato salutando i discendenti dei popoli
nativi del Perù preispanico, quechua, aymara e amazzonici, afro-peruviani e
comunità discendenti dai migranti. Poi, si ricordò dell'era coloniale. Indicò
che con la fondazione del vicereame furono stabilite "le caste e le
differenze" che persistono, che la repressione contro Túpac Amaru e
Micaela Bastidas "finì per consolidare il regime razziale imposto",
che i tre secoli in cui il territorio peruviano appartenne alla corona spagnola
"permisero di sfruttare i minerali che hanno sostenuto lo sviluppo
dell'Europa".
Si presenta come un contadino con un cappello di
paglia e ha detto:
"La storia di quel Perù così a lungo silenziato è
anche la mia storia." "Questa è la prima volta che il nostro paese
sarà governato da un contadino." Ma la sua propria storia di rondero
controrivoluzionario e leader giallo che ha tradito lo sciopero nazionale
indefinito di base del Sutep (2017), così come il suo obiettivo di liquidare il
Sutep ùnico, lo dipingono tutto intero; come diceva Marx, i contadini si dividono
in due parti, una parte è per la rivoluzione e un'altra contro la rivoluzione. Contadini
rivoluzionari che sono l'essenza stessa e contadini conservatori. I governi,
gli stati reazionari che demagogicamente trafficano con l'interesse dei
contadini e pretendono di rappresentarli rappresentano solo i contadini
conservatori, mai i rivoluzionari. Chi rappresenta Pedro Castillo Terrones? Questi
contadini conservatori.
Sul compito di ristrutturare il vecchio Stato, ha
detto: "Per questo annuncio che presenteremo al Congresso, rispettando
scrupolosamente la procedura di riforma costituzionale prevista dall'articolo
206 dell'attuale Costituzione, un disegno di legge per riformarla, che, dopo
essere stata analizzata e discussa dal Parlamento, speriamo possa essere
approvata e poi sottoposta a ratifica in un referendum". Così, come nel
caso del Cile, la costituzione di Fujimori sarà mantenuta con le
"riforme". E la sua promera elettorale. Solo promessa elettorale.
Quelli delle ronde nazionali mostrano la loro natura controrivoluzionaria e corporativa; usano le masse contro le masse per combattere la lotta delle masse e la guerra popolare. Allo stesso modo, si legge che le misure che prenderà sono l'attuazione di un "bilancio sufficiente per l'istruzione pubblica di base e superiore che sarà progressivamente migliorato" e "la rivalutazione della carriera didattica, garantendo la formazione iniziale e continua della qualità e rilevante per gli ambienti socioculturali". È chiaro che non prenderà in considerazione le richieste degli insegnanti classisti e che prenderà alcune misure per favorire una burocrazia sindacale e distruggere con essa il Sutep unico e incorporare gli insegnanti nelle sue pretese per promuovere la riorganizzazione corporativa della società in adempimento del terzo compito reazionario di annientare la guerra popolare.
Questo per il momento.
Nessun commento:
Posta un commento