Sembra che questa volta tra i "colpevoli" dell’inferno di fuoco che distrugge la Sicilia non ci siano i soliti “sospetti”, come riporta la Repubblica: “Non solo i soliti sospetti su mafia, speculazione edilizia, allevatori, forestali precari: dalle indagini della commissione regionale Antimafia emerge una nuova pista” che sarebbe quella degli affari sull’installazione degli impianti fotovoltaici.
Tra questi "sospetti" mancano sempre i politici, veri responsabili!
E sono tutte cose che si conoscono da tempo, ma Musumeci è troppo impegnato a farsi una eterna
campagna elettorale nel tentativo di ricandidarsi a presidente della regione e quindi trova il tempo per le fiere dei cavalli del suo paese, per parlare cretinamente di ponte sullo stretto e tante altre cose “piacevoli”, ma non ha trovato il tempo per mettere in atto in tutti questi anni un provvedimento che sia uno! non diciamo sulle questioni generali, ma almeno di prevenzione per evitare, per esempio, gli incendi estivi che “tornano” con la stessa regolarità con cui tornano le stagioni, mandando in fumo ettari su ettari di boschi, uccidendo flora e fauna, distruggendo case e strutture varie e mettendo in pericolo vite umane.Non solo questo, Musumeci, cerca poi di scaricare le responsabilità
sempre su tutti gli altri, perfino sui cittadini…
Questa volta gli ha risposto per le rime subito il
responsabile attuale della protezione civile Curcio: le "responsabilità
nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi sono chiare. Le norme
prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni. E lotta
attiva non è solo spegnimento, ma anche sorveglianza, avvistamento."
Ma la “competenza” della Regione Sicilia è tutta spostata su
altri obbiettivi, quella di sopravvivere come classe borghese parassita
sbandierando privilegi e riempiendosi le tasche di grandi stipendi, e questi sono fatti!
È chiaro come il sole che senza farla finita con questa
classe non sarà possibile risolvere nemmeno uno dei problemi quotidiani che
attanagliano il proletariato e le masse popolari.
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