È diventato un via vai continuo,
un corridoio aperto tra Italia e Libia, e infatti, subito dopo Di Maio è
toccato alla Lamorgese, che ricordiamo en passant è ministro dell’Interno
e non dell’Estero.
Siccome il fascista Salvini si era lamentato per i troppi sbarchi, per non creare “tensioni” nel governo la Lamorgese si è sentita "sollecitata" e si è mossa. E allora "Il leader della Lega ha dovuto riconoscere che dal governo sono giunti «segnali positivi»." racconta il Corriere della Sera di ieri.
“Lamorgese ha incontrato il premier Abdulhamid Dabaiba e il ministro dell’Interno Khaled Mazen. Mentre Draghi [si è sentito "sollecitato" anche lui, ndr] ha telefonato al presidente dell’altro Paese bacino di provenienza e transito dei migranti: la Tunisia. Con Kais Said, il premier ha discusso della gestione dei flussi migratori.”
Lamorgese va a rappresentare in Libia il governo Draghi e la sua richiesta di fare di più per fermare i migranti, opera impossibile per chiunque, ma una buona scusa per sostenere qualsiasi disumanità.“Nel corso dei suoi colloqui libici Lamorgese ha confermato «la volontà di sviluppare concretamente e in tempi rapidi, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, il progetto portato avanti dal Viminale riguardante le frontiere meridionali libiche».”
Questo “progetto” prevede i morti per annegamento di donne, uomini e bambini; la reclusione e tortura nei lager libici… ma questi argomenti non fanno parte delle discussioni ufficiali, potrebbero disturbare la sensibilità della signora Lamorgese e magari rovinarle il viaggio.
Il “progetto” in realtà è quello
di garantire all’imperialismo italiano un posto in prima fila innanzi tutto nel
settore del petrolio e del gas da difendere dagli attacchi di altri imperialismi
come la Francia con la sua Total, per esempio, e poi nella “ricostruzione” della
Libia che questi stessi paesi imperialisti hanno distrutto.
Per fare questo, però, bisogna
continuare a pagare i potenti locali, i venditori del proprio popolo, i
mercenari al servizio dell’imperialismo, ma su questo il problema non esiste come
dimostra l’approvazione in parlamento decreto missioni, compreso il
rifinanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica.
L’imperialismo è guerra e distruzione.
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