L'impatto della seconda ondata più forte della prima. Il 50% dei contagi è concentrata al Nord, la Lombardia la prima regione, Milano la prima provincia. Le donne sono le più contagiate
Sono oltre 100.000 le denunce di contagio sul lavoro da Covid 19 dall'inizio della pandemia al 30 novembre . Lo rileva l'Inail sottolineando che le denunce di casi mortali totali sono state 366, 34 dei quali
denunciati a novembre.I casi di contagio in più rispetto al monitoraggio del mese precedente sono 37.547, di cui 27.788 riferiti a novembre e 9.399 a ottobre.
Nel complesso i contagi da Covid sono
104.328, pari al 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro
pervenute dall'inizio dell'anno e al 13% dei contagiati nazionali comunicati
dall'Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.
Le denunce di casi mortali di contagi da Covid sul lavoro - segnala l'Inail
- sono 366, pari a circa un terzo del totale dei decessi denunciati all'Inail
dall'inizio dell'anno, con un'incidenza dello 0,7% rispetto ai deceduti
nazionali da Covid-19 comunicati dall'Iss alla stessa data.
Rispetto ai 332 decessi rilevati dal monitoraggio al 31 ottobre, i casi
mortali segnalati all'Istituto sono 34 in più, di cui 20 nel solo mese di
novembre. L'analisi territoriale conferma che le
denunce di contagio ricadono soprattutto nel Nord del Paese: il 50,3% nel
Nord-Ovest (il 30,5% in Lombardia), il 21% nel Nord-Est, il 13,7% al Centro,
l'11,1% al Sud e il 3,9% nelle Isole. Le province con il maggior numero di
contagi sono Milano (11,9%), Torino (7,6%), Roma
(4,2%), e Napoli (3,9%) mentre Bergamo ha il 2,6%. Concentrando
l'analisi esclusivamente sui decessi, la percentuale del Nord-Ovest sale al
53,8% (il 39,3% in Lombardia), ma rispetto al totale delle denunce si osserva
una quota più elevata al Sud, che con il 16,9% dei casi mortali precede il
Centro (13,7%), il Nord-Est (12,8%) e le Isole (2,8%). Rispetto alle attività
produttive coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza
sociale - che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche
e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili - con il 68,7%
delle denunce e il 23,7% dei casi mortali codificati precede l'amministrazione
pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e
amministratori regionali, provinciali e comunali), in cui ricadono il 9,2%
delle infezioni denunciate e il 10,3% dei decessi. Ripartendo l'intero periodo
di osservazione in tre intervalli - fase di "lockdown" (fino a maggio
compreso), fase "post lockdown" (da giugno ad agosto) e fase di
"seconda ondata" di contagi (settembre-novembre) - per l'insieme dei
settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica (Asl) si
osserva una progressiva riduzione dell'incidenza delle denunce tra le prime due
fasi e una risalita nella terza (si è passati dall'80,5% dei casi codificati
nel primo periodo al 49,2% del trimestre giugno-agosto, per poi risalire al
76,3% nel trimestre settembre-novembre). Altri settori, con la graduale ripresa
delle attività, in particolare nel periodo estivo, hanno visto aumentare
l'incidenza dei casi di contagio tra le prime due fasi e una riduzione nella
terza. Questo è accaduto nella ristorazione e nei trasporti. La categoria
professionale più colpita continua a essere quella dei tecnici della salute,
con il 38,6% delle infezioni denunciate, circa l'82% delle quali relative a
infermieri, e il 9,3% dei casi mortali, seguita dagli operatori socio-sanitari
(18,6%), dai medici (9,5%), dagli operatori socio-assistenziali (7,6%) e dal
personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e
barellieri (4,7%). Le altre categorie più coinvolte sono quelle degli impiegati
amministrativi (4,3%), degli addetti ai servizi di pulizia (2,2%), dei
conduttori di veicoli (1,2%) e dei dirigenti amministrativi e sanitari (1,0%). La
maggioranza dei lavoratori contagiati sono donne (69,4%), con un'età media dall'inizio dell'epidemia di
46 anni per entrambi i sessi. Il 42,5% delle denunce
riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,8%),
18-34 anni (18,8%) e over 64 anni (1,9%). I decessi, invece, sono concentrati
soprattutto tra gli uomini (84,2%) e nella fascia 50-64 anni, con il 71,6% del
totale dei casi. Seguono le fasce over 64 anni (18,6%) e 35-49 anni (8,7%), con
un'età media dei deceduti di 59 anni. L'85,6% dei contagi denunciati riguarda
lavoratori italiani. Il restante 14,4% sono stranieri (otto su 10 donne).
La "seconda ondata" dei contagi
da Covid 19 ha avuto un impatto più significativo della prima anche in ambito
lavorativo. Lo scrive l'Inail nel suo Bollettino sui contagi sul lavoro spiegando
che nel bimestre ottobre-novembre si è rilevato il picco dei contagi con quasi
49mila denunce di infortunio (pari al 47% del totale) rispetto alle circa
46.500 registrate nel bimestre marzo-aprile. Il divario, peraltro, si legge,
"è destinato ad aumentare nella prossima rilevazione per effetto del
consolidamento particolarmente influente sull'ultimo mese della serie".
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/12/22/covid-inail-oltre-100.000-contagi-sul-lavoro-366-morti_c8d51a9f-55e5-403a-8260-9289b42c9b3e.html
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