TNT-Fedex: continua la lotta contro il “piano-Marchionne” della logistica
Dopo la tre giorni di sciopero nazionale con cui il SI Cobas ha
bloccato l’intera filiera TNT-Fedex e da cui i padroni si stanno ancora
leccando le ferite, nella giornata di ieri (lunedì), si è svolto fino a
tardo pomeriggio il tavolo in Prefettura convocato dal Prefetto di
Milano nel tentativo di trovare una soluzione a questa lunga e dura
vertenza.All’incontro presso l’ufficio territoriale del Governo abbiamo ribadito i 3 punti-cardine delle nostre rivendicazioni:
1- reintegro di tutti i licenziati Adecco che su indicazione del SI Cobas non hanno accettato l’incentivo all’esodo proposto dall’azienda.
2- presentazione da parte di Fedex-TNT di un Piano industriale che chiarisca una volta e per tutte quali sono gli orientamenti presenti e futuri dell’azienda in Italia.
3- convocazione di un tavolo di confronto nazionale sulle molteplici problematiche e vertenze aperte
sui singoli magazzini e coi singoli fornitori.
I rappresentanti di FedEx presenti al tavolo hanno ancora una volta fatto orecchie da mercante, dichiarando che sono disponibili a reintegrare 15 licenziati ma alle loro condizioni. Tradotto in soldoni: “chi riassumere lo scegliamo noi, lasciando a casa i lavoratori e i delegati più combattivi e che con maggior convinzione hanno preso parte agli scioperi”. È evidente che si tratta di una condizione inaccettabile, che ripropone con forza logiche arbitrarie e unilaterali tese a delegittimare il ruolo e il peso del SI Cobas (principale sindacato in TNT-Fedex per numero di iscritti).
Ciò è risultato chiaro dalla volontà, resa esplicita in Prefettura, di chiudere definitivamente le porte alla stagione della contrattazione che in questi 10 anni ha consentito ai lavoratori di porre fine allo sfruttamento e ai ricatti e al caporalato del sistema delle fibre cooperative, scaricando in toto sui fornitori in appalto l’onere delle relazioni sindacali.
Non è un caso che anche di fronte all’ipotesi di un tavolo nazionale FedEx continui ad opporre una netta chiusura, e che la stessa richiesta di un piano industriale sia stata accolta con un silenzio di tomba, tipico di chi non conosce altro “piano” al fuori della massimizzazione dei profitti e della socializzazione delle perdite (tradotto: precarietà, licenziamenti e smantellamento dei siti ritenuti meno remunerativi).
In questo quadro, risulta quasi goffa la mossa ordinata in queste ore da FedEx ai suoi fornitori, i quali si sono affrettati a comunicarci in via “solenne” che sebbene il committente sia uscito da Fedit per aderire al cartello padronale di Assolombarda, gli accordi nazionali siglati col SI Cobas negli ultimi 5 anni manterranno la loro validità.
Con tutto il rispetto per i fornitori, ci sembra evidente che queste rassicurazioni siano mosse più dalla necessità di spegnere il fuoco del malcontento e delle preoccupazioni sempre più diffuse anche tra i lavoratori non iscritti al SI Cobas, che da un effettiva capacità dei fornitori di poter garantire in futuro il rispetto di quegli accordi.
In mancanza di un piano industriale che renda pubbliche in maniera trasparente le reali mire di FedEx in Italia, e a fronte di un orientamento ormai chiaramente teso a ridimensionare il peso del settore domestico e a puntare tutto sul business dell’Internazionale, ogni impegno dato dai fornitori lascia il tempo che trova…
Lunedì 3 agosto si svolgerà il secondo e a detta di FedEx ultimo tempo della trattativa.
Nell’ultima settimana i lavoratori hanno preso ancora più coscienza che lo scontro in atto non riguarda solo i licenziati Adecco, bensì che questi ultimi sono solo la punta dell’iceberg di un offensiva nazionale alle conquiste strappate in questi anni in tutti i magazzini: un offensiva che ricorda molto da vicino il Piano-Marchionne che dieci anni fa in FCA consentì agli Elkann-Agnelli di radere al suolo il sindacalismo di classe e con esso decenni di conquiste e di avanzamenti per tutta la classe lavoratrice.
La riuscita straordinaria della 3 giorni di sciopero nazionale in tutti i principali hub TNT-Fedex, e l’impotenza dei padroni di fronte alla determinazione dei facchini del SI Cobas hanno dimostrato che per la multinazionale americana non sarà per niente facile replicare nella logistica quanto è avvenuto in FCA…
Contrariamente a quanto credono i padroni, la battaglia sarà lunga indipendente dagli esiti del tavolo di lunedì.
La crescita costante delle mobilitazioni e della solidarietà di ampi settori di lavoratori e attivisti, il supporto prezioso del Patto d’azione su scala nazionale, e il percorso che si è messo in moto in questi giorni per arrivare a una grande Assemblea dei delegati be dei lavoratori combattivi di ogni categoria e sigla sindacale nell’ultimo weekend di settembre, sono per noi un ulteriore sprone a proseguire una lotta i cui esiti peseranno nel presente e nel futuro dei lavoratori di tutto il settore trasporti e logistica, e non solo.
Milano, 31-7-20
SI Cobas nazionale
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