Le potenze imperialiste e i regimi reazionari tutti si muovono con i loro specifici interessi, proponendosi come soluzione quando ne sono la causa e procedono lungo una strada che peggiora la situazione.
L’imperialismo italiano corre verso una nuova politica di “porti chiusi” anche senza Salvini al governo. Il suo governo e il suo ignobile Ministro degli Esteri proseguono infatti la politica di Minniti e Salvini. Vale a dire riempiono di soldi i regimi reazionari e i signori della guerra per farne cani da guardia della gigantesca ondata migratoria originata da miseria e guerra, che ha nei lager libici la sua manifestazione più orrenda.
Ogni parte in campo fa un doppio gioco, parla di pace e fomenta le guerre, domanda aiuti e li trasforma in armi, in alimento della corruzione dei governi che si riversa sulla condizione delle masse, spingendole verso l’unica alternativa: ribellarsi o fuggire, che in certe occasioni è ribellarsi per fuggire.
L’ultima vicenda è il patto firmato a Tripoli tra Libia, Turchia e Malta per fermare i barconi.
Tre briganti al servizio dell’imperialismo si sono incontrati e hanno deciso di fornire ulteriori aiuti e
mezzi alla cosiddetta “guarda costiera” libica e di presidiare essi stessi i confini meridionali del paese da cui vengono i migranti.
Il governo reazionario di Al-Serraj sostenuto da Turchia, Italia, Stati Uniti, si è impegnato ad una maggiore repressione dei migranti mentre nello stesso tempo è complice del contrabbando di armi verso la Libia.
La novità di questo accordo sta nell’aver tirato dentro Malta allo scopo di sottrarla ai legami con Haftar, dato che anche dalla Valletta transitano i rifornimenti militari per Haftar. Esisteva già un accordo di Malta firmato dall’Italia e nei giorni successivi era clamorosamente fallito.
Ora con questo nuovo accordo per i migranti diventa ancora più pericoloso. Secondo quanto scrive il Sunday times of Malta, l’accordo prevede che le forze armate maltese, e in particolare la Marina, agiscano da forze spia che indicano i barconi alla guardia costiera libica e ne favorisca l’intervento di blocco.
Poi c’è il memorandum reso noto da Avvenire che prevede la creazione di centrali operative tra Malta e Libia, sempre allo stesso scopo, quello di far intervenire le forze libiche come forze assassine e riportare in Libia coloro che stanno scappando.
Secondo quanto scrive il Manifesto, sarebbero 6.265 uomini, donne e bambini riportati in Libia.
Tutto questo non è chiaramente dettato solo da fini antimmigrati, ma ha un ritorno forte per le compagnie d’affari maltese e turche che ritornano in Libia. Per la Turchia il vantaggio è doppio in quanto rafforza il controllo sulle due principali rotte dei migranti verso l’Europa, quella balcanica e quella mediterranea.
Il governo Conte/Di Maio da un lato appare utilizzatore finale a fine antimmigrati di questo tipo di accordo, ma dall’altro continua la marcia di “espulsione” dell’imperialismo italiano dalla Libia.
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