Balkanroute Trieste 31 luglio - IL VIRUS DELL'ODIO
ore 21.15: arriva l'ambulanza. Il ragazzo, 20 anni, giunto dalla rotta balcanica in condizioni estreme, ha tutti i sintomi di una colica renale. Non ha la febbre. Chiamiamo l'ambulanza.
"de dovi te so" chiede alto e mastodontico l'infermiere in dialetto triestino
"Bosnia";
"ohh NO. Mi non salgo in ambulanza se questo qua prima non lo perquisemo"
Rivolto a noi: "non lo avete denunciato? non avete chiamato la polizia di frontiera? questi sono tutti da denunciare"
Non basta
"gli homless, i room, i disturbatori seriali, i signori e le signorine perbene, sputano invidia, rabbia e veleno".
Siamo gli unici ad occuparci della salute di chi arriva dalla rotta in condizioni disastrose _ siamo gli unici a tutelare la loro salute e di conseguenza quella della comunità. Lo facciamo in modo serio, professionale, con i soldi che ci provengono dalle donazioni. Non riceviamo soldi pubblici. L'unica risposta di questa città è stata chiudere l'HELP CENTER e il centro diurno, impedire una doccia ai migranti che transitano, non offrire neppure un gabinetto pubblico. Questa è la Trieste di oggi, quella che deporta e che chiama i militari ai confini.
Lorena Fornasir- Gianandrea Franchi
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