martedì 19 marzo 2019

pc 19 marzo - Appunti su Salvini

Salvini è pericoloso, unisce provvedimenti fascisti/razzisti ad esternazioni su facebook, a comportamenti da persona con “problemi mentali”, le varie divise che indossa per ogni occasione, i selfie, ecc. (in questo chi sta facendo paragoni con Hitler, il nazismo non è lontano dalla verità). Un Ministro degli Interni non può stare su facebook, è una violazione delle regole e strumenti democratici, è una violenza di Stato, un’imposizione di un rapporto con la gente che ha a che fare con le dittature.
Salvini mette in discussione i livelli di civiltà raggiunti dall’umanità, e dire questo – e varie voci lo affermano – non è roba da poco e non può non avere conseguenze.
Salvini va fermato e cacciato ora, usando tutte le “armi” per impedirne l’avanzata; ora che è ancora attaccabile, che al di là delle sue esternazioni, non ha il consenso di massa che si attribuisce.

Ma su questo le forze democratico borghesi stanno facendo pochissimo, limitandosi al massimo a denunciare o a lamentarsi, non usando neanche i normali strumenti della democrazia borghese – l’opposizione con prese di posizioni concrete di singoli magistrati, sindaci, giornalisti, intellettuali, e altri sono importanti ma appunto un’eccezione. Stanno lasciando campo libero all’avanzata di Salvini, così cancellando anch’essi di fatto la Costituzione e i risultati storici antifascisti.
Si ripete quello che successe in Italia durante l’ascesa del fascismo, in cui le istituzioni democratiche
non fecero ciò che era possibile per bloccarne la strada e questo contribuì all’ascesa di Mussolini. Oggi, se vogliamo, è anche peggio, perché Salvini, il fascio-populismo già è al governo.
Il presidente Mattarella è l’espressione più chiara di Istituzioni che non solo non fermano la politica, i provvedimenti, l’azione esplicitamente anticostituzionale, illegale di Salvini, di questo governo, ma li avallano, Mattarella sta firmando tutti i provvedimenti, e non è affatto obbligato a farlo.

Nel campo dei movimenti, della sinistra di classe vi è da parte di molti una sorta di sottovalutazione del salto che questo governo fascio-populista ha prodotto. Con un discorso giusto: tutti i governi nel sistema capitalista rispecchiano gli interessi della classe dominante (siano di destra, centrodestra, centrosinistra, di “sinistra”), si considera questo governo simili agli altri precedenti.
Questo invece che alimentare, elevare la lotta di classe, la normalizza, la banalizza. E in Italia ne abbiamo avuto eccome su questo esperienza e conseguenze. In sintesi era lo scontro centrale a fronte dell’ascesa del fascismo tra Gramsci e Bordiga, e Gramsci dovette fare una dura lotta contro Bordiga, e senza di essa non avremmo avuto il PCI e la Resistenza antifascista.
Certo, tutti i governi sono dei padroni e peggiorano le condizioni di vita dei proletari e delle masse popolari, ma le loro forme dipendono dalla fase dello scontro di classe, dal ruolo del paese nello scenario imperialista, e la borghesia capitalista vede il governo che le serve e interviene (come sta accadendo oggi nella contraddizione Confindustria/governo Lega-M5S).
E’ Marx che ci insegna – negli scritti storici, e in particolare nel primo: “Lotte di classe in Francia”, come i comunisti devono analizzare la fase, le forze, le loro contraddizioni, unità e differenze, per combatterle realmente.

La lotta contro Salvini non va, quindi, banalizzata come la normale lotta contro i governi e gli uomini della borghesia. Occorre che soprattutto le forze rivoluzionarie lo comprendano e ne traggano le dovute conseguenze.
Occorre fare chiarezza e lotta nel campo proletario, delle masse popolari. Occorre che gli operai, tutti i lavoratori, i giovani, le donne si schierino, l’unità, oggi ancora di più, può essere frutto solo della lotta, dello scontro sia pratico che ideologico; in cui parte importante è la lotta alla piccola borghesia reazionaria e al sottoproletariato, che, ieri come oggi, si fanno base di massa del moderno fascismo.
Occorre tra i lavoratori lottare contro la linea opportunista, elettoralista, la cui più organica espressione è nell'aristocrazia operaia, rappresentata in generale nei sindacati. I comunisti devono trasmettere la prospettiva rivoluzionaria, la sua necessità e possibilità. In questo ci aiuta e occorre utilizzare il 50° anniversario del 68 e del 69, che ha dimostrato che la rivoluzione in Italia è possibile e che ogni conquista, da quelle sindacali a quelle democratiche, civili, ogni avanzamento e trasformazione sociale sono possibili se frutto dello scontro aperto, anche armato, con lo Stato, il governo, i padroni, l’intero sistema borghese il quale dietro i veli democratici nascondeva e nasconde la dittatura della classe dominante.
Quegli anni hanno già dimostrato che il proletariato e il suo centro la classe operaia può tutto, può conquistare e trasformare da un giorno all’altro, dare soluzione ai problemi del lavoro, di condizioni di vita, sociali, della scuola, della sanità, di una cultura al servizio delle masse, ecc. .

Oggi più che mai i comunisti devono essere conosciuti e riconosciuti dai proletari e dalle masse per quello che dicono e per quello che fanno.
L’odio di classe è l’arma dei comunisti. Dentro l’odio c’è l’amore infinito per l’umanità. I comunisti – come diceva Marx – non celano mai i loro scopi, e – come diceva Mao – si mettono al servizio del popolo.

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